Mortal Kombat II – Recensione Mortal Kombat II

Dopo aver lasciato trascorrere solo un anno dall’uscita del primo episodio della serie, la Midway torna nel ’93 nelle sale giochi di tutto il mondo con Mortal Kombat II, secondo capitolo di uno dei picchiaduro più violenti e discussi di sempre, capace di guadagnare addirittura 50 milioni di dollari dalle vendita nella sola prima settimana del lancio, e meritarsi per questo anche articoli su importanti testate giornalistiche come il New York Times.

La storia continua…

Mortal Kombat si è differenziato dalla maggior parte dei suoi simili per due motivi principali: lo stile grafico e la sua trama. A differenza della maggior parte dei beat’ em up di inizio anni ’90 infatti, il titolo della Midway presentava un plot abbastanza sviluppato, che intrecciava tra loro le vicende di tutti i personaggi, realizzati su modelli digitalizzati di attori reali, in un contesto apocalittico di dimensioni parallele, fornendo ad ogni lottatore un ruolo preciso e una caratterizzazione propria. Con Mortal Kombat II la casa produttrice statunitense dà un seguito alle vicende dei personaggi principali, riprendendo il filo proprio da dove il suo predecessore si era fermato. Shang Tsung infatti, dopo aver fallito clamorosamente il suo obiettivo perdendo in combattimento contro Liu Kang, torna da sconfitto alla corte di Shao Kahn, imperatore dell’Outworld, a chiedergli di esser risparmiato. Questi, dimostrando un’inaspettata magnanimità, non solo acconsente alla richiesta di Shang Tsung, ma gli propone anche di prendersi la propria vendetta organizzando un nuovo torneo proprio nell’Outworld, e per aiutarlo ulteriormente nel suo nuovo compito gli fornisce una rinnovata giovinezza. Tutto sembra ruotare per il verso giusto all’arcistregone, che nell’Outworld potrà contare sul “fattore casa” per vincere finalmente il torneo e condannare di conseguenza la Terra ad una triste esistenza. Raiden quindi, da sempre difensore della razza umana, sarà costretto a riunire di nuovo tutti i migliori lottatori della Terra per far fronte alla nuova minaccia… Che il nuovo Mortal Kombat abbia inizio!

 


Shang Tsung è tornato, e si prepara nuovamente a mietere anime!

….con nuovi e vecchi personaggi

Nel primo Mortal Kombat c’era un difetto non trascurabile: i personaggi erano pochini, in tutto 10 di cui solo 7 erano utilizzabili dal giocatore. Nel suo seguito abbiamo invece 17 personaggi, di cui ben 12 a disposizione del videogiocatore. Troveremo vecchie conoscenze, in primis Liu Kang e Shang Tsung, reso finalmente giocabile, ma anche Cage, Scorpion, Reptile (anch’esso finalmente a disposizione dei giocatori), Raiden e Sub Zero, in realtà il fratellino del Sub Zero del primo episodio assetato di vendetta per la prematura scomparsa di quest’ultimo. Insomma, del precedente cast del vecchio torneo mancano solo due persone, Kano e Sonya, che però troveremo in un simpatico cameo che li vede incatenati nello sfondo di una delle arene. Oltre a questi, la Midway aggiunge piacevoli new entry: al fianco dei “veterani” del torneo si destreggeranno in brutali combattimenti anche nuovi guerrieri; dalla parte dei terrestri ci saranno Jax, maggiore dell’esercito USA in cerca della compagna dispersa Sonya Blade, Kitana, principessa di Edenia e alleata dei terrestri, ma lavorante in incognito alla corte di Shao Kahn, e Kung Lao, discendente del grande Kung Lao che 500 anni prima fu ucciso da Goro. A loro si contrapporranno i nuovi combattenti al soldo di Shao Kahn: Baraka, spietato guerriero Tharkatan dotato di lame retrattili e Milena, assassina personale di Shao Kahn nonché gemella di Kitana.
Ma questi non sono gli unici combattenti che si affronteranno nel torneo, difatti potrà capitare di sfidarne di altri. Quello sicuramente più importante è Shao Kahn in persona, l’imperatore dell’Outworld, deciso a scendere in campo come boss finale pur di aggiudicar la vittoria al suo schieramento, e Kintaro, in qualità di nuovo Generale Supremo delle truppe imperiali (e di penultimo boss del gioco), essere mostruoso della stessa razza di Goro, il suo predecessore, che tanto aveva messo in difficoltà i giocatori nel primo Mortal Kombat. Ma oltre a questi due potrà capitare, soddisfacendo determinate condizioni, di poter sfidare anche tre personaggi segreti: Smoke, amico ed alleato di Sub Zero, Jade, migliore amica di Kitana (nonché sua probabile sorella) ed infine Noob Saibot, più che un guerriero una vera e propria ombra, probabilmente il personaggio più enigmatico dell’intera storia di Mortal Kombat che solo in uno degli ultimi capitoli rivelerà la sua vera identità.
 


Toasty!

Non solo Fatality!

E’ si passato solo un anno dal primo capitolo della saga, ma la Midway ha sicuramente rimpolpato il gioco, non solo per quanto riguarda il numero di personaggi ma, come vedremo, anche per il parco mosse di ognuno di questi.
Ogni personaggio infatti dispone di un parco mosse rinnovato ed in alcuni casi accresciuto, che porteranno il gioco ad essere uno dei titoli con più combinazioni di tasti del periodo. Inoltre, personaggi che nel primo capitolo erano segreti o non utilizzabili, come Reptile, potranno disporre di un parco mosse completamente differente da quello visto nel primo episodio.
Ma il succo del miglioramento non è in questo, ma nelle famose, quanto adorate e discusse, mosse disponibili non appena sarà comparso il fatidico “Finishim Him”, probabilmente la parte più attesa del combattimento da parte dei videogiocatori. Stavolta potremmo infierire contro il nostro avversario ancora più brutalmente, ed in modo diverso anche per lo stesso personaggio: ogni lottatore infatti può disporre di ben due fatality, entrambe crudelissime, per mutilare, decapitare, squartare il malcapitato di turno, per la gioia degli amanti della violenza e l’indignazione dei perbenisti dei videogames. A ciò farà eccezione il solito Shang Tsung, per il quale la scelta della fatality non sarà ridotta a due varianti ma a tre, con tanto di trasformazione nell’orribile Kintaro. Ma se ancora non vi bastano le nuove fatality, sappiate che il titolo vi mette a disposizione anche delle arene speciali, che, esattamente come nel primo capitolo (ma in questo MK II ve ne saranno di più), saranno in grado di offrire al giocatore una fatality a tema con l’arena: potrete procurare all’avversario un non troppo piacevole bagno nell’acido, oppure farlo precipitare da un altissimo ponte o, ancora, infilzarlo a delle punte che adornano il soffitto di una stanza.
Oltre alle mosse che hanno reso plurifamosa la saga, la Midway regala agli appassionati altri due tipi di mosse finali, ma meno violente: Babality e Friendship. Le prime vedranno lo sconfitto esser trasformato in un neonato, ovviamente vestito con il suo costume da combattimento, mentre le seconde non saranno altro che dei comportamenti strani e scherzosi da parte dell’esecutore.
Per quanto riguarda il resto, ovvero la meccanica dei combattimenti, la Midway ha deciso di lasciare invariato ciò che aveva già sperimentato in Mortal Kombat: anche qui, ad eccezione dei due boss Kintaro e Shao Kahn, tutti i personaggi avranno le stesse proporzioni, oltre alla stessa velocità e potenza; inoltre, anche tutte le mosse base, come i vari tipi di pugno o di calcio presenti, saranno eseguite nel medesimo modo da ogni combattente; insomma, ciò che varierà da lottatore a lottatore sarà solamente aspetto e colore del costume, oltre che ovviamente il numero e l’esecuzione di mosse speciali e finali. Questo, mentre per i fan accaniti della serie è una cosa non solo trascurabile ma anche apprezzata, è invece uno dei principali bersagli per i suoi detrattori.
I tasti per i vari colpi rimangono uguali, così come quello adibito alla parata, risultando anche in questo episodio  5: 2 adibiti ai pugni, 2 ai calci e uno al blocco degli attacchi. Nei combattimenti invece si può notare sin da subito una maggior velocità rispetto alle meccaniche del primo capitolo, cosa che metterà a dura prova anche i player un po’ più pratici, rendendo il “monte dei combattimenti” abbastanza difficile da scalare senza consumare troppi gettoni.


Due statue di ghiaccio in un vascone colmo d’acido…. chi ci cadrà prima dentro?

Quando uccidere è una gioia per gli occhi…

Una delle altre cose per cui questo titolo si differenzia dal suo predecessore è sicuramente la grafica. Una nuova scheda hardware permette infatti ai programmatori di migliorare notevolmente quella vista in MK: tutto, dagli effetti speciali dei colpi ai personaggi, dalle arene agli schizzi di sangue, appare di qualità notevolmente migliore. Mortal Kombat II sotto questo punto di vista è indubbiamente superiore agli altri giochi che utilizzano lo stesso stile, lanciato per la prima volta dallo semisconosciuto capostipite Pit Fighter. Le arene risultano molto ispirate (oltre che ben animate), tutte dai contorni cupi e dalle ambientazioni crude come si addice ad un gioco del genere, e farci combattere sopra i nuovi modelli dei personaggi, ed eseguire con loro le coreografiche e spettacolari mosse finali, è una goduria per gli occhi.
Anche il sonoro cambia, risultando per certi tratti più comprensibile per quel che riguarda sia le voci dei vari personaggi sia la voce fuori campo che annuncia Fatality, Finish Him e compagnia bella. E’ più apprezzabile per i suoni che contraddistinguono colpi normali e mosse speciali; variano anche le musiche che accompagnano i vari combattimenti, ma come nel primo MK queste sono senza infamia né lode: non disturbano e si fanno ascoltare, ma appena smesso di giocare sarà difficile che vi mettiate a canticchiarne qualcuna.
MK II quindi risulta essere un grande classico del passato, capace di regalare divertimento ancora oggi ai suo vecchi fan o ai nuovi arrivati che si apprestano a giocarlo ancora una volta: assolutamente da provare se malauguratamente non ci avete mai messo mano.

 


Shao Kahn vi attende sulla sommità del monte… riuscirete a raggiungerlo in una sola partita?

Mortal Kombat II oggi

La saga di Mortal Kombat con il passare degli anni e l’evolversi della tecnologia videoludica, forte del successo riscosso in passato, com’era prevedibile è andata avanti con nuovi episodi. Superano infatti la decina, ormai, i titoli con questo marchio che hanno imperversato negli anni e nelle varie console, ultimo tra quali il nuovo Mortal Kombat Vs DC per Xbox 360 e PS3.
Non tutti sono però riuscitissimi, ma anzi si può dire che, grafica a parte, il successo e il parere della critica riscontrato dal secondo episodio sia ancora imbattuto. Questo ha subito svariate conversioni da quel lontano giorno in cui il suo nero cabinato comparve nelle sale giochi di ogni angolo del globo, passando su parecchie console, cambiando per l’occasione anche per piccoli particolari, tra cui SNES, GameBoy, Saturn, PlayOne e, per ultimo, la nuova perla di casa Sony: PS3.
Già, perché il titolo della Midway, alla modica cifra di 2,99 Euro, è disponibile sul PlayStation Network per la gioia dello zoccolo duro dei fans e per tutti gli amanti del retrogaming.
Una conversione che, purtroppo, non è esente però da difetti e che ha fatto storcere qualche naso all’insegna del “si poteva fare di più”. La versione PSN infatti mantiene la stessa identica grafica, non ci sono stati miglioramenti né passaggi ad una versione in HD com’è accaduto ad esempio per Street Fighter 2 su XBLA, risultando quindi una conversione praticamente perfetta della versione arcade. Il che non sarebbe affatto male, in quanto la grafica risulta godibile ancor oggi, ma purtroppo questo porting ha qualche lacuna che nella precedente versione non si trovava. Difatti è paradossalmente migliore la vecchia versione arcade, in quanto quella del PSN non è esente da difetti quali ombre gestite male che spariscono o che addirittura risultano direttamente assenti in taluni stage e vari problemi relativi al sonoro, che non sempre scorre liscio. Ma il problema grave del gioco si riscontra nella parte online, che dovrebbe rappresentare il boccone più prelibato per chi si appresta a scaricare il gioco. Le opzioni disponibili sono pochine: “Incontro Pubblico”, in cui potremo creare una partita visibile a tutti in attesa del collegamento di un avversario, “Incontro Privato”, simile a quello pubblico ma con entrata su invito, “Cerca ed Unisciti”, ovvero una ricerca di partite aperte da altri utenti e “Accetta invito”, che ci permetterà di partecipare ad una partita fatta da un amico. Una volta iniziata la partita potremo decidere se sfidare il nostro avversario oppure addirittura guardarlo giocare in single player, in modo da poter studiare i suoi punti di forza e quelli deboli. La cosa brutta però è che, una volta iniziata una partita con un altro giocatore, questa non potrà terminare fino a che uno dei due non si disconnette, una cosa che potrà risultare frustante nel qual caso incontreremo un player eccessivamente forte o troppo debole. Inoltre, lo stesso sistema di gestione del punteggio risulta poco chiaro, e di certo una classifica generale che non è aggiornata in tempo reale non aiuta a capirlo. Per ultimo il mancato supporto all’headset, che costringerà i player di tutto il mondo a scriver per comunicare tra loro.
In ogni caso, questi difetti non hanno certo impedito a MK II di dire la sua anche nella nuova generazione, dimostrandosi capace di accaparrarsi ancor oggi, a 16 anni dalla sua uscita, una buona fetta di pubblico, risultando tuttora uno dei giochi disponibili nello Store più giocati online.

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