MX vs. ATV Reflex – Recensione MX vs. ATV Reflex

Fango, belle donne, motori e distruzione: tutto ciò che un ragazzo possa desiderare. Un mix provocante e accattivante che rappresenta l’anima vivente in MX vs ATV Reflex, ennesimo capitolo di THQ per il suo reparto corse su sterrato, che rende come non mai l’emozione di fare a sportellate contro altri piloti su più di cinque categorie di veicoli diverse, una più aggressiva dell’altra. Titolo quasi di nicchia, o comunque con un target ben definito di utenza, il capitolo Reflex dell’ormai nota serie MX vs ATV rompe tutte le barriere e si propone con determinazione nell’ambito generale dei giochi da corsa: non più limitatamente all’area “corse sul fango con distruzione e gas a manetta”, ma con un occhio anche verso la competizione su pista e le sfide d’abilità. Ovviamente non si è di fronte al concorrente di Gran Turismo, ma adesso più che mai un titolo di puro svago a tratti anche sadico (povere le ossa del pilota), prova a rivelarsi impegnativo pure sul piano della guida.
Freestyle, sportellate, incidenti e corse all’ultimo giro: ma stavolta conterà di più saper usar il gas, che saper rimanere in piedi.


La posizione del proprio corpo è essenziale per affrontare la curva appena superata


Last Man Standing

Tutti i giochi di corse del ramo di MX vs ATV si basano, solitamente, sul principio del Last Man Standing, o meglio ancora su quello dell’“uomo che cade di meno”: gas a manetta, curva a tutta velocità e la speranza che un angelo tenga su la moto; così, mentre gli altri piloti si arrendono alle leggi della fisica, alla forza di gravità o alla sfortuna, il proprio personaggio taglia il traguardo per primo. Un atteggiamento spericolato, “scavezzacollo”, che limita fortemente gli orizzonti del gioco che lo ospita: una meccanica molto arcade che favorisce i principianti, ma si inceppa quando si vuole una sfida più avvincente.

Tutto questo, che in misura maggiore o minore ha sempre accompagnato i giochi di corsa su sterrato, si mette da parte in MX vs ATV Reflex e lascia la scena alla competizione pura; per quanto in alcuni casi si ripresentino situazioni “vecchio stile”, in tutto il resto del gioco domina una meccanica che si allontana sempre più dall’arcade, ostica e accattivante, per la quale il giocatore è obbligato a prendere le cose sul serio.
Distruzione, fango, ossa rotte e super incidenti continuano ad essere protagonisti, ma tanto quanto l’abilità del pilota che è chiamato a fare del suo meglio: il terreno, nella maggior parte dei casi sconnesso e irregolare, mette a dura prova la stabilità dei mezzi a due ruote e può rivelarsi ancora più fatale con quelli a quattro, sia nella forma del terreno che nella sua consistenza. Così si trovano superfici dure, medie, morbide o addirittura allagate, senza contare ostacoli come alberi, rocce, cartelli o protezioni, che rendono la vita più complicata.

Per quanto riguarda il modo di affrontare il percorso, bisogna addirittura trasformarsi in meccanici e mettere a punto la propria moto, acquistando i kit di miglioramento e regolando il tutto di conseguenza. Ovviamente non si può andare troppo nel dettaglio, ma cambiare l’assetto per le superfici morbide dà senza dubbio un notevole vantaggio su quel terreno e non pochi problemi su tutto il resto.
Per quanto riguarda gli ostacoli, invece, ma soprattutto per l’abilità di guida in generale, bisogna saper muovere al meglio il proprio corpo: nulla di malizioso, semplicemente il totale controllo della stabilità della propria moto è affidato al peso del pilota, che spostandosi maggiormente da una parte all’altra del veicolo favorisce l’ingresso in curva o gestisce al meglio la lunghezza del salto, compresa la sua inclinazione. Ovviamente il grosso della giocabilità si esprime sulle categorie MX, ma anche sugli ATV, mentre gli altri mezzi a quattro ruote devono rinunciare a questo particolare controllo del corpo.


Freestyle!!

Motorshow

A proposito di veicoli, in MX vs ATV Reflex si apprezza una buona varietà di categorie di automezzi, a discapito di quella dei modelli, che si presentano tutti simili e con caratteristiche identiche o quasi. Le uniche due classi a due ruote sono la MX Lite e la MX, mentre il resto cresce sempre più di potenza e dimensioni, ma sempre poggiando su quattro ruote, dagli ATV (i cosiddetti Quad) fino ai Sports Truck (pickup corazzati e potenziati), passando per gli UTV, le Dune Buggy e altre categorie simili. All’interno di ciascuna classe la disponibilità dei modelli si limita sostanzialmente a due, in quanto tutti gli altri presentano caratteristiche identiche, ma con un design diverso: tuttavia, spesso lo stesso tracciato si può affrontare con vetture differenti ed è questo che riesce a differenziare l’esperienza di gioco. Per quanto l’MX si presenti più maneggevole e scattante, una Sports Buggy regge meglio il terreno fortemente accidentato e gli sbalzi da superfici dure a morbide, con evidenti ripercussioni nello stile di guida. Il divertimento, in ogni caso, è assicurato in entrambi i casi.

Per quanto riguarda le modalità di gioco, ne esistono tre: arcade, ovvero una gara semplice su un tracciato a scelta, la motocarriera e il multigiocatore.
La motocarriera, attorno alla quale ruota tutta la giocabilità in singolo, presenta circa 19 eventi organizzati per un totale di oltre 80 gare, sfide e altre manifestazioni (come i freestyle). Anche se per alcuni potrebbe sembrare nulla di esagerato, più di 80 di queste gare si traducono in una longevità non indifferente, che aumenta esponenzialmente nel caso si desiderino tutti gli ori o addirittura i trofei/obiettivi. Oltre alle classiche gare all’aperto, immerse nella natura in perfetto stile Parigi-Dakar, e a quelle nei circuiti da cross, animano l’azione anche sfide come “Sorpasso”, che fa partire per ultimo il proprio pilota per lanciarlo in una velocissima rimonta, “Rivale”, che mette a confronto due classi di veicoli simili fra loro, “Eliminazione”, competizione a più giri dove alla fine di ognuno viene eliminato chi occupa l’ultima posizione, e Freestyle, evento dove ogni contendente deve eseguire le acrobazie più difficili nel minor tempo possibile, conquistando la giuria. Ciascuna di queste gare appartiene ad un evento in particolare, che si contraddistingue dagli altri per categoria: così le Waypoint Series raccolgono maggiormente gare nei paesaggi naturali, mentre le National Series si concentrano sui circuiti, a loro volta, le Supercross Series presentano gare su pista nelle arene, gli eventi Champion Sports sono riservati alle auto, gli eventi Freestyle alle acrobazie, gli Omnicross lasciano sfidare le classi miste contemporaneamente e infine i Free Ride concedono al pilota la libertà di affrontare alcune competizioni su un territorio aperto. Riguardo quest’ultimo evento, mentre tutti gli altri si distendono in tre appuntamenti lungo tutta la motocarriera, le Free Ride Series si presentano un’unica volta con quattro diverse zone esplorabili liberamente dal pilota con qualsiasi mezzo: disseminate per tutto il paesaggio, poi, si trovano tre sfide diverse (solitamente corsa a tempo, scalata e tiro al bersaglio) accompagnate dalla ricerca in tutta la zona di tre bandiere, che vanno ad assegnare il quarto oro di ciascuna zona.
Tirando le somme, la motocarriera rappresenta la modalità principale del gioco e anche l’unica in singolo (considerando che l’arcade è pressoché inutile), ma nonostante ciò, varietà e longevità, unite ad una giocabilità divertente ma anche impegnativa, riescono a renderla valida e senza difetti degni di nota. Dopo un bel po’ di ore di gioco il tutto potrebbe sembrare ciclico e forse un po’ monotono, ma basta riprendere dopo due giorni di stop per riassaporare tutto il divertimento di una modalità che riesce ad unire svago e sfida.

Qualche parola merita anche il multigiocatore, che subito dopo la motocarriera riveste il ruolo più importante: tuttavia non esistono particolari sfide accessibili in una qualche modalità versus, semplicemente si tratta di un’opzione per condividere con un amico la lotta per il podio in una gara; la divisione dello schermo è accettabile, non ci sono rallentamenti e i giocatori (quando possibile) possono scegliere anche veicoli totalmente diversi, per modello e categoria. Il modo perfetto per gustarsi l’onore della vittoria (o subire l’onere della sconfitta) contro un compagno/avversario.


Classica bagarre nel bel mezzo di una curva

Da casa è molto più facile

Una cosa che risulta molto ovvia, purtroppo, è che ci si trova molto, molto lontani dalla realtà. Non solo Reflex, ma in assoluto tutto questo genere di videogiochi non è ancora riuscito ad ottenere un po’ di buon realismo nel settore: tracciati, sonoro, poligoni dei veicoli magari sono molto curati, ma la fisica di gioco, la guida, gli effetti non riescono ancora a trasportare la realtà nel mondo video ludico. Nonostante sia divertente, controllare una moto da cross in-game condivide poco o nulla della guida reale, soprattutto nelle dinamiche degli incidenti, dei salti e della stabilità. Nella realtà sbagliare una traiettoria può significare rovinare a terra o perdere molti secondi, così come prendere una curva nel fango a tutta velocità e di traverso può in alcuni casi essere impensabile: nel gioco invece non mancano piccole assurdità del genere, ma soprattutto si notano conseguenze poco realistiche nei balzi e nelle collisioni, con i primi che, presi di traverso, si concludono in perfetto equilibrio (nonostante si sia atterrati girati di 90° rispetto all’elevazione), mentre i secondi che accadono a causa di piccoli urti mentre talvolta tutto prosegue anche scontrandosi a centinaia di chilometri orari.

Piccolo fastidio sempre legato agli impatti è dovuto alla differenza di trattamento giocatore-computer: negli eventi Omnicross (ma non solo) può capitare di trovarsi in una situazione dove uno dei due coinvolti nel tamponamento disponga di un mezzo molto più pesante e stabile; purtroppo si verifica che se è il computer ad avere un fuoristrada, il giocatore con l’MX finisce rovinosamente a terra anche al minimo contatto, mentre nella situazione inversa si arriva addirittura alla perdita del controllo da parte del giocatore (con il fuoristrada), mentre l’MX del computer continua imperterrita senza alcun danno.

Un inconveniente non di gran conto ma che può rivelarsi irritante negli attimi finali di una sfida; il resto, importante o meno, rimane un dato di fatto esteso a tutto lo standard video ludico, per il quale, forse, c’è ancora poco da fare. Nell’attesa di qualcosa che possa un giorno ricalcare ancora più fedelmente le corse su sterrato, pur mantenendo questo stile “sadico” e divertente che piace tanto, ci si può tranquillamente godere un MX vs ATV Reflex che non sarà ricordato come un capolavoro ma che, soprattutto per gli appassionati di moto e corse (cross o meno), varrebbe la pena possedere o quantomeno provare.

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