NBA 2K18 – Recensione

Recensito su Xbox One

Non esistono tante certezze nella vita di un videogiocatore, ma tra queste i fan di pallacanestro sanno che da più di dieci anni possono affidarsi senza troppi pensieri a Visual Concepts e 2K Sports per godere di una trasposizione virtuale di qualità del loro sport preferito: la serie di NBA  2K. In questo gruppo figura anche chi scrive, imperterrito tifoso del team californiano almeno sin dai tempi di Shaq ai Miami Heat in copertina. Anno di grazia 2017: NBA 2K18 va in stampa con un atleta di copertina che crede la Terra sia piatta e reduce da un sorprendente cambio di squadra. Tanto sorprendente e inaspettato che le prime copie del gioco, quelle che trovate nei negozi ora, avranno il buon Kyrie Irving con la sua vecchia casacca dei Cavaliers addosso; se siete fan sfegatati dei Celtics vi consigliamo la versione digitale o di aspettare qualche settimana per vedere la versione aggiornata arrivare nei negozi.

Lasciando perdere la copertina, questo capitolo della serie porta una serie di novità importanti, raggiunge la quasi perfezione da un punto di vista del gameplay, ma viene rovinato da una serie di avide scelte di business che anno dopo anno non ci possiamo permettere di ignorare.

NBA 2K18

 

Il tuo amichevole cestista di quartiere

Partiamo dalle cose buone, dalle novità che si vanno ad aggiungere a un corposo, corposissimo set di modalità e opzioni. NBA 2K18 è uno dei giochi più completi mai apparsi sugli scaffali, con production value e una qualità e cura media da far impallidire qualsiasi altro software in circolazione.

Se molto di quello che troviamo è ormai una consuetudine, di certo non lo è The Neighborhood, il nuovo hub della rinnovata My Career. Abbandonati i non troppo esuberanti esperimenti narrativi con Spike Lee e compagnia cantante, Visual Concepts mantiene le cutscene, la storia e le feature di un anno fa, ma con una veste differente: il Quartiere. Dopo aver scelto la propria squadra ed essere entrati – abbastanza improbabilmente – nell’NBA dopo un torneo di street basket, il vostro giocatore personalizzato potrà liberamente esplorare una porzione di città a stelle e strisce, dotata ovviamente di palestra e campo da gioco, ma anche di negozi di abbigliamento, barbieri, sale giochi e un tatuatore. Senza dimenticare i campetti per misurarsi con altri giocatori online, sempre presenti sulla mappa come in un MMO. Nonostante la storia sia ancora un po’ cliché e a tratti imbarazzante, il team di sviluppo ha trovato la formula giusta: Il Quartiere è semplicemente troppo divertente da esplorare tra una partita e l’altra, alternando attimi modaioli ad altri più competitivi.

NBA 2K18

Anche MyGM ha subito un trattamento di ricostruzione “cinematografica” parziale: alla modalità gestionale super dettagliata è stata infatti aggiunta una sorta di trama, con tanto di cutscene (non a livello di quelle della Carriera e non doppiate) e un passato travagliato per il nostro alter ego digitale. Niente di troppo eccitante, ma un tocco simpatico.

Infine, per i più nostalgici, NBA 2K abbandona l’esperimento delle squadre di Eurolega (gestite troppo male e fuori contesto) per introdurre molte più squadre Classiche della storia della lega e, udite udite, 30 fenomenali squadre All-Time, in pratica delle selezioni dei migliori giocatori di sempre di ogni franchigia. Siete pronti a rivedere il Derrick Rose MVP in squadra con Michael Jordan? O Tim Hardaway fare coppia nel backcourt con Dwyane Wade? Certo, possiamo essere un po’ delusi dall’assenza ormai storica di campioni come Reggie Miller e Charles Barkley per motivi di diritti o da alcune scelte nelle top 12 (Ben Wallace dove sei?, NdR), ma resta un’aggiunta imperdibile per gli appassionati, una vera e propria enciclopedia cestistica a portata di joypad.

NBA 2K18

Non sono le modalità che fanno il monaco

Venendo all’analisi della giocabilità, la modifica più evidente è l’introduzione di un nuovo indicatore per il tempismo del tiro, apparentemente di non difficile lettura ma dal funzionamento altalenante. È davvero complesso riuscire a scoccare una serie di tiri dal giudizio “Eccellente” – considerando anche le diverse meccaniche dei diversi giocatori – essendo la “finestra” di tolleranza minuscola. Assurdamente però – non prendeteci in parola, è una sensazione – sembra più facile realizzare conclusioni sbagliando il tempismo (“Leggermente in ritardo” o “Leggermente in anticipo”) piuttosto che con il più complesso “Buono”. Strano, no? Siamo sicuri che ci servirà ancora un po’ di tempo per familiarizzare con la nostra squadra per “prenderci la mano”. I problemi si manifestano soprattutto online, dove un net-code ancora imperfetto tende a causare arrabbiature per tiri sbagliati dovuti a un piccolo stutter al momento decisivo. O, ancora peggio, quando almeno una volta a partita la connessione blocca tutto, spedendoci invariabilmente fuori dal campo, cosa che – quando si perdono due partite di fila di due punti, come noi – non risulta divertente.

Questa topica a parte, tuttavia, non si può chiedere nulla di più a NBA 2K18 come simulatore di pallacanestro, è semplicemente magnifico. Le animazioni sono state rinnovate, elemento che viene rimarcato dai developer quasi ogni anno, ma che finalmente sembra aver trovato un’effettiva traduzione nelle partite: la danza della pallacanestro non è mai stata così bella, da vedere e da giocare. Trovare l’uomo libero, eseguire quello schema, vedere la retina che si muove: NBA 2K18 è l’apice di anni di lavoro e studio di questo magnifico sport. Non vorreste mai smettere, soprattutto nelle modalità 5v5, dove l’evoluzione si nota di più rispetto a My Career.

NBA 2K18

La microtransazione nell’uovo

Finora, solo (o quasi) lodi sperticate, meritatissime: non vediamo l’ora di passare la stagione seguendo l’evoluzione del prossimo campionato NBA, simulando le partite più importanti con NBA Today, alternando questo magnifico NBA 2K18 con lo sparatutto, RPG o adventure di turno. Tuttavia, non avevamo fatto i conti con la moneta del gioco, la Virtual Currency.

O VC, per gli amici.

Ammesso che ne abbia.

In NBA 2K18 la VC serve ovunque, spesso anche in ingentissime quantità. La otterrete portando a termine le partite, in qualsiasi modalità. Il suo utilizzo? Indispensabile per per acquistare potenziamenti per le statistiche del vostro giocatore o oggetti dai negozi del quartiere in My Career o in tantissime altre situazioni dove dovreste sbloccare qualcosa. L’idea di voler simulare la gestione del portafoglio nella carriera come nella vita reale è lodevole, ma un giocatore NBA anche al minimo salariale non pagherebbe certo lo stipendio di due partite per un paio di cuffie o per una maglietta o magari una nuova acconciatura dall’AMICO barbiere. Provo a mettermi nei panni del barbiere amico di un giocatore NBA che per tagliargli i capelli gli chiede qualcosa come 10.000€. E pensate che se voleste ri-mettervi in testa un look già avuto in passato, dovrete pagare di nuovo.

NBA 2k18

Mamma, mi compri il Gatorade?

E non parliamo solo di vestiti, statistiche e Gatorade (sì, anche quello) della carriera, anche MyGM è cosparso di azioni e mosse “speciali” legate alla Virtual Currency. Volete convincere un Free Agent appetibile come Chris Bosh (stranamente sano nel gioco) a firmare per la vostra squadra senza fare domande o alle condizioni che volete voi? Bene, con “soli” 1200 VC (pari a più di due partite giocate nella carriera), si unirà anche ai vostri derelitti Charlotte Bobcats di una volta. Comodo no? Basta aprire il portafoglio. O nel gioco, o nella vita reale. Perché la vera ragione dell’esistenza delle VC non è quella di regolare l’economia del gioco e spingerci a giocare di più; è quella di spingere i fan di vecchia data ad acquistare – con soldi reali – crediti a non finire per avanzare nel gioco.

NBA 2K18

Insomma, le ormai diffuse microtransazioni. Che non sono un problema di per sé, magari se legate a elementi estetici e cosmetici come in un Overwatch qualunque, ma che in NBA 2K18 sono eccessivamente preponderanti, invasive, onnipresenti e francamente esagerate, tendendo al pay to win in gran parte delle situazioni, nascondendosi (come l’esempio di prima di MyGM) dietro opzioni normali in un videogioco, ora trincerate dietro un paywall per farci sentire sempre più il bisogno di investire. Non è possibile entrare in una lobby di My Career al day one e trovare già giocatori dalle statistiche altrimenti raggiungibili in settimane di sforzi con la naturale progressione del gioco, pronti a distruggere ogni velleità da street basket del nostro novello #10 degli Spurs, una guardia atipica con un amore particolare per i passaggi spettacolari.

Perché, poi, il grande problema di questo sistema è quello di alienare chi non dedica la sua vita a un unico gioco, chi magari vorrebbe “fare una partita ogni tanto” e crescere il suo giocatore a una velocità accettabile, potendosi difendere in Pro-AM o nei campetti. Il che, a parere di chi scrive, è davvero ingiusto e toglie certamente almeno 10 punti a quello che altrimenti non avremmo avuto paura a definire un capolavoro di sport virtuale. Se sarete capaci di “chiudere un occhio” e dedicarvici con anima e cuore, o se vorrete sfruttare le scappatoie, che siano legate a bug o scorciatoie o direttamente investire in Virtual Currency, non possiamo altro che consigliarvi NBA 2K18; noi, almeno quest’anno, non ci siamo riusciti del tutto.

NBA 2K18

NBA 2K18 è il miglior gioco di basket mai creato: divertente, completo e tattico. Allo stesso tempo, però, è uno dei giochi più “avidi” mai visti e il sistema preponderante della Virtual Currency punisce eccessivamente il giocatore occasionale.

8.2

Pro

  • Estremamente realistico e divertente
  • Profondo, forse uno dei più completi di sempre
  • La Mia Carriera ha finalmente la formula giusta

Contro

  • L’economia del gioco è draconiana a dir poco
  • Online non è perfetto
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