NBA Playgrounds – Recensione

Nel bel mezzo dei playoff NBA, il basket è lo sport del momento, almeno negli Stati Uniti, mentre in Europa ci chiediamo principalmente se la Juventus riuscirà finalmente a guarire dal suo mal di finale il prossimo 3 giugno a Cardiff. I ragazzi di Saber Interactive (Inversion, Quake Champions) hanno così scelto un ottimo momento per dare qualcosa ai tanti appassionati della palla al cesto e della principale lega professionistica americana, con l’uscita di NBA Playgrounds, ultimo esponente di un filone tanto delirante quanto divertente e amato: i giochi di basket arcade. Portata alla ribalta nel 1993 con NBA Jam (e relativi milioni di seguiti), pochi sanno che questa nicchia di videogiochi dedicati alla pallacanestro 2vs2, non tanto amanti della gravità e decisamente violenti, è nata qualche anno prima con Arch Rivals, una release Midway che vide la luce, tra le altre piattaforme, su NES e Game Gear.

Oggi NBA Playgrounds, dotato di tutte le licenze ufficiali del caso, ben 28 anni dopo ci riporta sui parquet a spintonare avversari e infuocare canestri, segnando anche l’esordio della palla a spicchi su Nintendo Switch, la console sulla quale abbiamo testato il codice fornitoci dagli sviluppatori.

NBA Playgrounds

Che fatica

Il loop di gameplay rimane lo stesso di NBA Jam: due cestisti contro due, all’interno di piccoli campetti con ambientazioni che spaziano dalla periferia di New York al centro di Parigi, si affrontano a suon di tiri impossibili, schiacciate in stile Space Jam e spintoni. Solo che il divertimento senza pensieri di NBA Jam sparisce dopo poco, a causa del convulso sistema di stamina e di tiro introdotto dal team di sviluppo, complicazioni che provano ad offrire profondità a un arcade, ma finiscono per toglierla, rovinando il prodotto finale.

Prendiamo ad esempio la stamina, ossia la resistenza del giocatore, che si dovrebbe consumare ad ogni azione sul campo, che sia la corsa o un crossover, facendoci riflettere su ogni pressione di pulsante o mossa. Abbiamo usato il condizionale, perché da questa equazione – la cui introduzione comunque non capiamo – sono esclusi i tentativi di rubare la palla, tra l’altro parecchio efficaci e importanti ai livelli più alti di difficoltà. Perciò, ogni match successivo ai primissimi si ridurrà – in difesa – a uno spam costante del pulsante dedito alla rubata.

Dang.

Tieni il tempo

Il secondo punto è quello delle meccaniche di tiro, le quali sono inspiegabilmente legate al tempismo del giocatore, in una maniera oltretutto poco intuitiva e imperscrutabile. Per segnare con più facilità (e addirittura prendere un punto aggiuntivo) bisognerà rilasciare il pulsante nel momento più alto del tiro. Fin qui tutto bene, ma le differenti animazioni tra cestisti diversi e un’imprecisione di fondo rendono il tutto così difficile a noi e così facile invece per la CPU, decisamente OP nei tornei più complessi. Se la situazione è deludente per i tiri in sospensione, si fa terribile nella gestione di appoggi al canestro a schiacciate: come possiamo identificare il momento clou di una mossa con avvitamenti carpiati che vedrebbe Newton rivoltarsi nella tomba? Con questo, quindi, i match si riducono a un continuo ripetersi di tentativi di rubare la palla e tiri da 3;davvero tedioso.

NBA Playgrounds

E tutto cioò, inoltre, senza necessariamente porre troppa attenzione sull’inquadratura, che rende difficile concepire la profondità, risultando in alcuni errori clamorosi specialmente a rimbalzo, nonché sui potenziamenti sbilanciati sbloccabili nella seconda metà del gioco.

Mamma, mi compri le figurine?

NBA Jam: On Fire Edition rimane, per mille motivi, ancora oggi una scelta molto più convincente e divertente, sebbene NBA Playgrounds non sia del tutto da buttare. Innanzitutto, ci sono davvero tanti giocatori tra cui scegliere: più di 200 tra cestisti attuali come Paul Millsap e Kevin Durant e leggende del passato come Robinson e Dell Curry. Ovviamente, in questi casi si può sempre discutere di chi manca (dov’è Marco Belinelli?!?, NdR), ma si tratta comunque di un roster di tutto rispetto. Inoltre, ogni giocatore è parecchio curato in quanto a realizzazione tecnica e animazioni, le quali spesso ricalcano le sue movenze particolari sul campo, con tanto di mosse speciali per leggende come Magic Johnson.

NBA Playgrounds

L’aspetto in cui Saber Interactive ha dimostrato di avere una conoscenza forse approssimativa del basket NBA è costituito dai rating dei giocatori, ossia le caratteristiche come Tiro da 3, Schiacciate, Velocità e quant’altro. Moltissime sono infatti evidentemente assurde. Certo, non ci aspettavamo realismo da un videogame in cui si vola per metri e si rimbalza sul canestro schiacciando, ma essere sommersi di triple da Shaquille O’Neal e DeMarcus Cousins è fastidioso.

Invece il metodo con cui si sbloccano nuovi cestisti è a dir poco geniale: dopo ogni passaggio di livello o vittoria di un torneo dovremo aprire delle vere e proprie bustine di carte luccicose; il tutto senza l’ombra di microtransazioni.

Do the Switch?

Infine, impossibile non analizzare i problemi specifici della versione Nintendo Switch di NBA Playgrounds, di certo non la più curata del lotto. Innanzitutto, la resa grafica non è proprio delle migliori, soprattutto a bocce ferme: ogni giocatore, infatti, sembra aver appena guardato la cassetta di The Ring, mostrando un’insalubre sfocatura e ombre non dinamiche. Anche le arene sono state decisamente ridimensionate rispetto alle versioni PS4 e One e si notano cali di frame-rate abbastanza frequenti.

Se a ciò aggiungiamo che la versione Switch al momento – è prevista una patch – è ancora sprovvista di gioco online, ha l’HD Rumble calibrato malissimo (la prima volta prenderete un colpo!) e caricamenti davvero molto lunghi, è difficile consigliarla, se non per la portabilità ovviamente.

NBA Playgrounds

NBA Playgrounds è un gioco che non fa od offre nulla di veramente sbagliato, anzi, a un primo sguardo (o partita) potrebbe anche piacervi, e tanto. Tuttavia, un’analisi più approfondita, ai livelli di difficoltà superiori, dimostra come Saber Interactive abbia creato un prodotto solo sufficiente a causa della sua scarsa profondità.

6.1

Pro

  • Licenze ufficiali
  • Gameplay decente…

Contro

  • … ma con tanti problemucci
  • Versione Switch non all’altezza
  • Ruba-tira da 3-ruba-tira da 3
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