Night Warriors: Darkstalkers’ Revenge – Recensione Night Warriors: Darkstalker’s Revenge

NightWarriors: DarkStalker’s Revenge, conosciuto nel Sol Levante come Vampire Hunter: Darkstalker’s Revenge, è il seguito rilasciato dalla Capcom nel 1995 di Darkstalker: The Night Warriors, picchiaduro uscito un anno prima. In realtà questo capitolo non è propriamente un sequel, ma bensì una riedizione del primo episodio riveduta e arricchita in determinati punti, che introduce inoltre profondi cambiamenti nel gameplay.

12 mostri per la salvezza della Terra!

Paradossalmente, la trama della fortunata serie Capcom è questa: i Darkstalker’s, ovvero creature mostruose prese da vari miti mondiali, in ogni episodio della serie dovranno darsele di santa ragione per salvare la terra dal mostro di turno. In questo episodio questa parte sarà ricoperta dallo stesso Boss del primo capitolo: Pyron l’extraterrestre. Questo infatti, dopo esser stato sconfitto dagli “anti-eroi”, fa ritorno sulla Terra con l’obiettivo di conquistarla. Stavolta però ad impedirglielo non ci saranno solo i Darkstalkers, esseri mostruosi e nemmeno tanto buoni d’animo, ma anche due Vampire Hunter, che approfitteranno dell’occasione offerta anche per cacciare i Darkstalkers.
 


In questo nuovo capitolo saranno selezionabili 14 lottatori, tra cui i due boss finali


4 nuovi personaggi e due modalità di gioco

Una volta inserito il gettone nel cabinato e premuto Start dovremo, come nel primo capitolo, selezionare la velocità del gioco. Questa volta però le opzioni disponibili saranno due anziché tre: Normal e Turbo. Inutile dire che, mentre giocando a velocità normale il gioco sarà abbordabile per tutti, la velocità Turbo porterà una gran difficoltà a completare i matches, specie negli stage finali.
Scelto a che velocità combattere, ci apparirà la schermata di selezione dei personaggi. Si noterà subito che questi sono passati dai 10 disponibili nel Nightwarriors a 14. Difatti, oltre ad esser stati resi giocabili i due Boss del primo e di questo episodio, Pyron e Huitzil, sono stati aggiunti anche due nuovi combattenti, i “cacciatori di vampiri” Donovan e Hsien-ko. Il primo è una sorta di monaco guerriero, mezzo demone a sua volta, che combatte con uno spadone dai poteri propri mosso da una sorta di telecinesi, e sempre accompagnato da una bambina che gioirà ad ogni sua vittoria o si dispererà per le sue sconfitte. Hsien-ko è invece uno zombie cinese, di aspetto simile ad una ragazza normale tranne che per il colore della pelle, che lotta grazie a delle lame che fa fuoriuscire da tutto il corpo. Tutti i personaggi di base, inoltre, non avranno come colore di default quello con cui ci hanno abituati nel primo episodio, ma uno completamente diverso. Saranno infatti disponibili in 8 differenti colorazioni, di cui due “nascoste”, sbloccabili con una combinazione di tasti. Se comunque si è nostalgici del costume originario del primo Darkstalkers, è possibile ottenerlo selezionando il personaggio con il pulsante adibito al calcio forte.
Una volta scelto quindi a che velocità muoverci, chi utilizzare e con quale aspetto farlo combattere, ci ritroveremo di fronte un’ulteriore scelta, prima di iniziare i combattimenti. Il gioco infatti ci chiederà di optare tra due modalità di gioco differenti: normal mode e automatic mode. Mentre nella prima non ci saranno sostanziali differenze con il sistema di combattimento del primo capitolo, nella modalità “automatica” noteremo in basso allo schermo un contatore; per ogni match questo sarà impostato di default sul 10, e significherà che il computer ci terrà per 10 volte la guardia automatica ogni volta che ci colpiranno, indipendentemente dai tasti che pigieremo. Selezionando questa modalità, inoltre, il computer effettuerà automaticamente una chain-combo, tecnica che spiegheremo meglio dopo, ogni qual volta premeremo in rapida successione i tre pulsanti adibiti ai pugni o quelli per i calci. Questo vantaggio però ha il suo rovescio della medaglia: giocando in modalità automatica non sarà infatti possibile effettuare manualmente una chain combo.
 


La new entry Donovan potrà invocare degli spiriti elementali per danneggiare il nemico

Movelist ampliata e EX special

Catapultati nel pieno del gioco ci ritroveremo ad affrontare 10 combattimenti, tutti con due round da vincere per passare di livello. In ogni round avremo a disposizione 99 secondi per sconfiggere il nostro avversario, ed una volta vinto riceveremo un tot di punti variabile a seconda del tempo rimanente, di quanta vita ci sarà rimasta e con che mossa avremo battuto il nemico.
Il sistema di pulsanti non è variato con questo seguito, e ricalca sempre lo stile di Street Fighter con cui la Capcom ci ha abituato:  6 tasti disponibili, 3 per i pugni e 3 per i calci, differenti tra loro per velocità e potenza del colpo. Per pararsi dai colpi nemici, invece, dovremo semplicemente muovere lo stick all’indietro, come nella maggior parte dei beat’em up.
Una delle tante novità di questo seguito è invece la barra delle special: se nel primo DS questa era posizionata nel basso e caricabile solamente una volta, dopodichè si avevano pochi secondi per lanciare la super mossa prima che la barra velocemente si svuotasse, in questo nuovo Darkstalker’s il suo funzionamento è completamente differente. Innanzitutto è posizionata non in basso allo schermo ma sotto la barra dell’energia; inoltre è possibile riempirla più volte, in modo da avere varie barre una sopra l’altra, ed il gioco ci terrà il conto di queste con un contatore affianco ad essa e colorandola ogni volta con un colore differente. Sono state poi aggiunte varie nuove special a personaggio, ed ora ognuno di questi ha a disposizione almeno due super mosse oltre a quella che già aveva nel primo episodio, e come in questo potrà inoltre eseguire delle mosse normali più potenti del solito: ognuna di queste richiederà il consumo di una barra “special”. Inoltre, sono state implementate le cosiddette “EX Moves”, mosse finali coreografiche e molto potenti che richiederanno il consumo di due barre special per essere lanciate.
Oltre alle nuove super mosse e alla Ex moves, noteremo che anche il parco mosse base di ogni personaggio è stato leggermente ampliato, dotando ogni lottatore di qualche tecnica nuova rispetto a quelle eseguibili nel primo episodio. Inoltre, anche il metodo di esecuzione di alcune mosse è differente rispetto al passato, rendendo molto più accessibile l’uso di qualche lottatore ma creando un po’ di spaesamento per quelli abituati alle vecchie combinazioni di tasti.
Altra novità del gioco sono le “chain-combo”, ovvero delle combo eseguibili premendo in rapida successione i pulsanti base dei colpi. La loro esecuzione è un po’ complessa, ed è differente dalle combo normali: si eseguono con gli attacchi base, ovvero con i pugni e calci normali, e per riuscire a farle bisogna premere velocemente il tasto del colpo base che si vuole “concatenare” nello stesso istante in cui il precedente colpo base va a segno (nota: ovviamente il colpo successivo dovrà essere differente da quello che lo precede). Utilizzando la Normal Mode è possibile variare nell’esecuzione di queste combo, concatenando fino a sei colpi di seguito, mentre nell’Automatic Mode queste saranno limitate a sole catene di pugni o calci ed è possibile eseguire solamente fino a 3 colpi concatenati.
 


Rikuo si appresta ad annegare il malcapitato di turno con la sua mossa speciale

Nient’altro di nuovo

Purtroppo, dopo che la Capcom si è data da fare per migliorare il sistema di combattimento della serie, introducendo svariate novità, non si notano altrettanti cambiamenti nel resto del gioco. La grafica è del tutto simile al precedente episodio, con la sola aggiunta di due nuovi scenari in cui far combattere i due nuovi combattenti, ma per il resto cambia poco. Ogni lottatore ha la sua arena personale, perfettamente in tema con esso, e tutte risultano ben animate e qualche volta pure interagibili, presentando al loro interno qualche oggetto distruttibile. E’ del tutto nuovo il filmato iniziale del gioco, che fa vedere tutti i personaggi utilizzabili, come lo sono anche la schermata di selezione del personaggio e quella di attesa prima di un match; elementi comunque trascurabili di fronte a tutti i cambiamenti nel Gameplay. Il sonoro rimane lo stesso del primo capitolo, e sentiremo gli stessi effetti e le medesime musiche di stage che abbiamo imparato ad apprezzare col primo Darkstalker.
Purtroppo, si è scelto di non variare nulla anche nei finali dei personaggi: basterà completare il gioco con il nostro personaggio per accorgersi che vedremo le stesse immagini del capitolo precedente, arricchite solamente con un artwork finale del guerriero con cui avremo completato il gioco. Ovviamente, questo discorso non è valido con i quattro lottatori nuovi, che in passato non erano presenti o non erano selezionabili e che in questo capitolo potranno disporre di scene finali completamente inedite, ma è la cosa che dà maggiormente la sensazione di non ritrovarsi di fronte ad un nuovo gioco ma solamente ad una sua versione aggiornata.
In finale, questo Vampire Hunter: Darkstalker’s Revenge, si presenta come un ottimo beat’em up, incredibilmente complesso nel gameplay rispetto alla maggior parte dei titoli dello stesso genere dell’epoca, ma purtroppo sotto certi aspetti incompleto, poco invogliante da giocare soprattuto se vi aspettavate di vedere un seguito alle vicende di Morrigan, Dimitri e gli altri. Per quello bisognerà attendere due anni, quando Capcom farà uscire il nuovo capitolo della serie.

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