Oh… Sir! The Insult Simulator – Recensione

Sono passati quasi vent’anni da quando Guybrush Threepwood, il celebre protagonista della serie Monkey Island, usava insulti rimati e colpi di spada per conquistare il bottino delle navi pirate nemiche. Probabilmente i lettori più giovani neanche riconoscono questa perla dell’era d’oro delle avventure punta e clicca, ma il concept era semplice quanto divertente: sostituire il sistema di combattimento in una competizione a insulti, dove il giocatore è chiamato a rispondere a tono (e in rima) per sconfiggere il suo avversario.

Due decadi dopo e chissà quanti pixel, durante il Global Game Jam 2015 (competizione che vede team indie sfidarsi per creare il miglior gioco in pochissime ore) memori forse di quelle scene, Vile Monarch produce Oh… Sir! The Insult Simulator, arricchendola di nuovi elementi fino a un nuovo genere: il picchiaduro di insulti. Lanciata come applicazione gratuita, nel 2016 Oh… Sir! è stato riassemblato e lucidato con nuovi contenuti ed è adesso in vendita su Steam per 1.99€.

Oh... Sir! The Insult Simulator 2

That’s what she said

L’idea di base su cui si fonda Oh… Sir! è quella di rimescolare il genere picchiaduro, sostituendo calci e pugni con degli insulti. Per ferire il nostro avversario infatti non dobbiamo premere una combinazione precisa di tasti, bensì assemblare un’insulto con i dovuti soggetti e i verbi. A turno i giocatori devono scegliere una parola da un tabellone comune, cercando di costruire il loro insulto, nonché provando a impedire all’avversario di completare il suo. Finite le parole sul tabellone o quando ci si riterrà soddisfatti, il turno finisce e si passa all’assagnazione dei danni. Come in un vero picchiaduro, più saranno di senso compiuto le nostre frasi, più danni infliggeranno al nostro avversario. Se poi, da abili parolieri, riusciremo a concatenare insulti utilizzando lo stesso soggetto, potremo dar vita a delle combo pressocché letali. In caso di pericolo, se le parole a nostra disposizione dovessero mancare, si potrà ovviare a ciò sorseggiando del thé: interagendo con la tazzina in basso allo schermo,  ci verranno date due nuove parole da poter utilizzare all’interno dell’insulto. Non potendo, per ovvie ragioni, utilizzare questa feature sempre, sarebbe preferibile berlo con cautela, per non dover aspettare la fine del turno e restare senza parole.

Oh... Sir! The Insult Simulator 3

Il sistema con cui vengono creati gli insulti risulta molto divertente e dinamico, in un continuo sforzo intellettuale per cercare di sottrarre all’avversario la possibilità di completare la propria frase, mentre si tenta di arricchire la propria. Oh… Sir! The Insult Simulator diversifica i vari incontri, muovendo lo scenario tra cinque arene diverse, che portano con sé insulti a tema. Inoltre i sette personaggi giocabili avranno dei punti di forza e di debolezza, che potranno essere usati per rafforzare le combo descritte sopra. Insultare la nonnina inglese sulla propria età, ad esempio, o insinuare che il cappello del gentelman puzzi come un cane, porterà a un interessante colpo critico, che infliggerà enormi danni.

Your mother look like a dog !

Oh…sir! si presenta con una grafica in pixel art semplice e colorata, accompagnata da musiche di orchestra a tono. Anche se la grafica non spicca di certo per bellezza, recupera il tutto in originalità e nella caretterizzazione con cui i personaggi vanno a rileggere i loro insulti. Nel complesso è possibile assemblare delle derisioni ben diverse tra loro, prendendo spunto dal normale british humour, quello black, fino ad arrivare all’evidente nonsense. Certamente riuscire a non ridere sarà davvero difficile.

Nonostante il suo prezzo contenutissimo e i continui aggiornamenti, a causa della sola localizzazione in lingua inglese pensiamo che possa rimanere un titolo di nicchia, a meno di avviare qualche partita in multiplayer locale. Detto ciò, vi consigliamo di dargli una possibilità, non ve ne pentirete.

7

Pro

  • Prezzo stracciato
  • Originale e divertente
  • Modalità multiplayer online e in locale

Contro

  • Poco longevo
  • Manca una localizzazione italiana
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