PES 2015 – Hands On

Non si può non definire PES 2015 la novità di questo quarto di anno videoludico. Dinanzi all’indecisione di Fifa 15, che con il suo gameplay ha complicato le meccaniche e le procedure di gioco, il titolo di Konami riesce a rivalutarsi, con una giocabilità che diverte, con delle novità che sicuramente spingono a ribadire quella che è una dicotomia che torna per fare esclusivamente del bene al mercato videoludico.

Partiamo col dire che PES 2015 ha ancora qualche contorno che va necessariamente rivisto: tra questi indubbiamente la poca propensione alla precisione e al dettaglio dedicato al volto dei giocatori, che non rispecchiano assolutamente quelli noti. A parte il lavoro effettuato su alcuni di essi, che riescono anche a superare Fifa 15 – vedere Arjen Robben – gli altri sono troppo distanti dalla normalità: nella nostra prova con la Sampdoria abbiamo notato che i giocatori viaggiano tra una media eccessivamente bassa per i dettagli, come se PES 2015 non conoscesse le mezze misure. Indubbiamente il tentativo è stato effettuato con una squadra non tra le top d’Europa, soprattutto per i titoli calcistici che cercano il grande palcoscenico piuttosto che quello di nicchia, ma dobbiamo pur sempre denotare tale mancanza. Storia diversa con il Manchester United e con il Milan: la prima, per di più, aveva una riproduzione fedelissima dello sponsor sul maglia oltre che un dettaglio dei giocatori comunque alto, per entrambe le squadre.

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Veniamo poi al gameplay. Molto più fluido di Fifa, che nel suo voler essere eccessivamente reale va troppo oltre, PES 2015 evita di scadere in alcuni momenti di pausa e di noia: non vi sono tempi di recupero palla dopo una rimessa laterale, non c’è il posizionamento della palla sul dischetto per battere un calcio di rigore. Tutto è dedito alla velocità e alla rapidità d’esecuzione, perché un gioco di simulazione calcistica per quanto debba emulare perfettamente l’attività del gioco del calcio, deve anche permettere una rapidità esecutiva che invogli l’utenza a iniziare immediatamente una partita dopo averne conclusa un’altra. In questo PES 2015 riesce a essere migliore di Fifa 15, perché nella ripresa del gioco è sempre immediato, persino quando emula la finta del portiere che rilancia la palla con le mani, senza realmente lasciarla andare. Inoltre è la rinnovata fisicità che aiuta moltissimo l’utente, perché è in linea con la frenesia ma allo stesso tempo alla solidità del Fox Engine: se Stefano Okaka, giocatore di peso, si lancerà in velocità potrà riguadagnare terreno su un difensore molto più rapido di lui giocando sulla sua fisicità, così da colmare il gap. Una realtà tangibile che soddisfa. La fisicità permette anche allo stesso pallone di godere di deviazioni e simili, perché segnare con qualche deviazione, senza che i portieri possano intervenire come accade in Fifa 15, può essere all’ordine del giorno.

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Passiamo alle animazioni, che hanno ricevuto una grande innovazione: oltre ai classici stop e ripartenza, al controllo di palla, PES 2015 offre anche una varietà che si accosta alle capacità dei giocatori veri, offrendo anche molta vastità di animazioni, senza ripetizioni durante la partita. Gli stessi dribbling vedono le gambe muoversi in maniera rapida, senza difficoltà e anche l’intelligenza artificiale ne beneficia con tali movimenti: creare un’azione con qualche inserimento, con sovrapposizioni è molto più semplice, come se i giocatori realmente sapessero dove vorreste che fossero. In più occasioni il passaggio filtrante, che sia alto o basso, troverà il vostro compagno abilmente smarcato e pronto a ricevere la palla: una soddisfazione importantissima per PES 2015, che permette di creare non poche strategie e contropiedi per andare a segno. Anche le stesse squadre riescono a offrire un parco emulativo degno della controparte reale e un esempio può essere la grinta messa in campo dalla Sampdoria, testata in un primo momento, o la poca dimestichezza difensiva di altre squadre minori, come quelle del campionato di Serie B.

Abbiamo dato, infine, uno sguardo rapido alle altre modalità al di fuori dell’esibizione: il My Club prova a essere un’emulazione completa dell’Ultimate Team di Fifa, ma propende per un’attività più manageriale che altro. Le gare d’esibizione, poi, sono sempre condite dalla grafica della Champions League, oramai nota al pubblico Konami, con inno iniziale e con tutte le formazioni, le statistiche di fine primo tempo, di fine partita e annesse pregne del layout offerto dalla massima competizione europea calcistica. Dal punto di vista del commento tecnico abbiamo apprezzato la parte affidata a Luca Marchegiani, un po’ meno a Fabio Caressa, che probabilmente non ha ancora terminato la registrazione di molte frasi che verranno inserite nel campionario prima dell’uscita di PES 2015.

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Ricordando che l’uscita del titolo Konami è prevista per l’11 novembre, le prime impressioni offerte da questa build testata negli studi di Halifax ci ha permesso di capire che effettivamente quest’anno Pro Evolution Soccer 2015 può andare a insidiare il predominio di Fifa, del franchise di Electronic Arts. Finalmente la nuova generazione è arrivata anche in Giappone, per la simulazione calcistica, e l’ottimismo che ci pervade, e che ci ha pervaso durante l’hands on, ci permette di attendere con ansia l’arrivo della versione finale per ritrovare quel divertimento che l’ultima versione di Fifa, desiderosa di strafare e di andare troppo oltre il videogioco, ci ha tolto.

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