Peter Jackson’s King Kong: The Official Game of the Movie – Recensione Peter Jackson’s King Kong: The Official Game of the Movie

Recensione a cura di : Kaelhi

Una storia dal passato…

Era il 1933 quando uno scimmione peloso e non troppo intelligente, reso esageratamente grande dagli effetti cinematografici, approdò per la prima volta sul grande schermo. Il film, diretto da Merian C. Cooper ed Ernest B. Schoedsack, si ispirava all’omonimo romanzo di Edgard Wallace e narrava le avventure dell’enorme bipede King Kong che, catturato sull’Isola del Teschio (il nome dice tutto), viene portato a New York dove si innamora della giovane e bella attrice Ann e tale sentimento lo porta ad una lotta interiore; da un lato la nostalgia di casa, dall’altro l’attrazione per la donna.
A quei tempi, che potremmo definire la “gioventù” del cinema, diversi film avventura/fantascienza, i cui soggetti erano per lo più mostri di vario genere e dimensione, presero piede e approdarono su pellicola. A differenza però di molti suoi contemporanei, il primo film di King Kong proponeva un personaggio diverso, non più la solita bestia sovrumana guidata solo dall’istinto di distruggere, bensì un essere antropomorfo, un antenato dei moderni homo sapiens sapiens, dotato quindi di una personalità più evoluta e peculiare. Oltretutto il tema dell’amore donava al film un’atmosfera più “adulta” e coinvolgente rispetto ad altre pellicole ed unito ad una ambientazione di stampo pseudofantasy rendeva King Kong una delle migliori scelte per gli appassionati del grande schermo.
L’avventura del gorilla troppo cresciuto divenne così famosa che nel tempo furono fatti vari remake, alcuni più validi di altri, atti ad usare tecniche grafiche sempre più avanzate per migliorare la resa del film. In mezzo a tutti quei titoli cinematografici di indubbio valore, spunta Peter Jackson, regista già apprezzato per aver diretto la trilogia de “Il Signore degli Anelli”, e da vita alla pellicola, che porta il suo nome, ispirata alla per certi versi commovente storia di King Kong.
Il gioco di cui parleremo altro non è che la trasposizione videoludica del suddetto film, adattata alla console tascabile della Sony, speranzosa di regalarci indimenticabili momenti insieme all’affezionato scimmione.

Scimmione formato tascabile

L’avventura che ci aspetta sulla PSP è davvero in formato mini, e non solo per le dimensioni del disco. Molte parti della storia sono state tagliate e manca quasi totalmente un background iniziale che spieghi il retroscena; vi troverete semplicemente catapultati sulla barca (la stessa del film) con destinazione Isola del Teschio e con l’obbiettivo di girare un film d’avventura. La primissima parte del gioco sarà dedicata ad un breve quanto scarno tutorial, sufficiente tuttavia a darvi qualche ragguaglio delle meccaniche di gioco. All’inizio risulterà scomoda l’impostazione della pulsantiera, che vi permetterà di muovermi usando i tasti di solito adibiti all’azione mentre la levetta analogica servirà a ruotare la visuale. Attraverserete tutta la prima parte della storia rivivendo le avventure del film, seppur con qualche “pezzo” mancante, fino ad arrivare all’incontro con l’enorme King Kong; da lì in poi alternerete l’uso dell’eroe umano a quello del grosso gorilla e vi farete strada in mezzo a mostro immensi e voraci.
Sostanzialmente la trama è rimasta invariata, ma si nota comunque molto la mancanza di qualche
narrazione o spiegazione durante la storia, che appare in questo capitolo per PSP bolsa e scarnificata.

Duelli da giganti

Come già accennato, in KK potremo usare l’omonimo scimmione e tempestare di colpi degli enormi bestioni come tirannosauri, pipistrelloni e mostri vari. Le combo sono abbastanza limitate e accessibili attraverso la pressione dei tasti azione e movimento; l’energia vitale della bestia non sarà visibile ma un inquietante lampeggio rosso ci avviserà della nostra imminente fine.
I combattimenti sono abbastanza divertenti, soprattutto quelli contro i nemici più grossi, ma alla lunga monotoni e ripetitivi; l’unico obbiettivo consisterà infatti nel pestare il nemico e, giunto quest’ultimo al limite dell’energia, eseguire una presa mortale di vario tipo.
Il discorso cambia per quanto riguarda l’eroe umano che, a differenza di King Kong, viene usato in prima persona; i combattimenti con esso sono perciò più simili a quelli di un FPS (First Person Shooter).
L’alternanza delle due diverse tipologie di battaglia dona sicuramente un pizzico di divertimento in più al gioco, sebbene i duelli siano poco coinvolgenti e poveri di varietà. Sicuramente il vantaggio di questo sistema di combattimento è la semplicità, che rende fluida l’azione senza “scleri” derivanti da un’ennesima sconfitta.

Poligoni e musiche

Graficamente KK appare ben realizzato e sfrutta con successo l’hardware della piccola console Sony, offrendo una resa grafica più che sufficiente a bearci un pò gli occhi durante il gioco; i difetti non mancano ed alcune cose si potevano realizzare meglio però tutto sommato la fluidità dell’avventura e gli effetti grafici appaiono decisamente buoni.
Lo stesso si può dire per le musiche e gli effetti sonori, anch’essi ben trasportati dal film. Tali componenti rendono sicuramente l’avventura coinvolgente, soprattutto se si pensa alla console su cui gira. La sensazione di vivere in prima persona la storia è forte, soprattutto se si è già visto il film, ed un merito che sicuramente va riconosciuto a quelli della Ubisoft è quello di aver trasportato forse non tutto, ma sicuramente una buona parte, l’effetto cinematografico della pellicola.
Stupiscono soprattutto gli effetti sonori relativi a bestioni come tirannosauri, millepiedi o lo stesso King Kong che sono ancora in grado di farti provare un piccolo brivido lungo la schiena.

In breve…

Peter Jackon’s King Kong è un gioco ben confezionato, arrivato al momento giusto dopo il successo del film e approdato su PS2, DS, e anche Xbox360. Una mossa commerciale senz’altro fatta bene, e che ha fruttato probabilmente un mucchio di soldi; ma ai videogiocatori il guadagno delle case produttrici non importa, almeno non quanto la bellezza e giocabilità del titolo. In KK per PSP non troviamo quello che poteva esserci, quel che ci si poteva aspettare; sarà per l’hardware della consolle, sarà per la fretta di realizzarlo, fatto sta che KK è un titolo consigliato solo agli appassioanti del genere, e relegato ad una nicchia videoludica piuttosto ristretta.
Un vero peccato, soprattutto per il fatto che l’Ubisoft è una buona software-house e un piccolo sforzo in più poteva farlo.

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