Phoenix Wright: Ace Attorney Trials and Tribulations – Recensione Phoenix Wright: Ace Attorney Trials and Tribulations

Phoenix Wright Trials and Tribulation

Potevamo fare a meno di un terzo capitolo dedicato all’avvocato più amato di sempre? OBJECTION! Assolutamente no! Capcom ci ha accontentati con un capitolo che sembra essere pieno di interessanti novità, ma anche di graditissimi ritorni… Allora, pronti ad entare di nuovo in aula?

Passato e presente: tra una tribolazione e l’altra…

E’ ormai passato un anno dagli avvenimenti narrati in Justice for All e il gioco riprende da ciò che avevamo lasciato. Infatti, l’ormai ventiseienne Phoenix, continua la sua brillante carriera da avvocato in compagnia delle sue fidatissime collaboratrici, la giovane sensitiva Maya Fey e la piccola Pearl Fey, cuginetta di quest’ultima, con poteri capaci di svelare ciò che si cela nei cuori della gente. Tanto tempo è passato, tante cose sono accadute, la mente del nostro avvocato vaga nei ricordi fino ricordare lei… Mia, lei che l’ha iniziato alla carriera, lei che l’ha salvato sin da principio. Il nostro gioco inizia proprio da qui: entreremo nei ricordi del nostro celebre avvocato, diverremo partecipi degli avvenimenti che lo portarono ad incontrare Mia, e infine impersoneremo Mia stessa. Proprio questa è una delle importanti novità introdotte in questo terzo capitolo: la possibilità di vestire i panni non più solo di Phoenix, ma anche Mia. L’incipit del gioco è sin da subito chiaro: fornire tutte le risposte a tutte le domande, o agli avvenimenti, rimaste in sospeso nei primi due capitoli. Quasi a voler chiudere un cerchio, questo capitolo non perde, ma anzi arricchisce, la "verve" narrativa presente nei primi due capitoli della serie. Nel corso dell’avventura si farà l’incontro di vecchie e nuove conoscenze che, oltre le sopracitate protagoniste femminili, spaziano dal Detective Gumshoe a Larry Butz, da Franziska von Karma al nostro acerrimo nemico/amico Miles Edgeworth, sostituito al banco del procuratore dal misterioso Godot, carismatico ed inquietante personaggio che non mancherà di rivelarsi connesso al passato di Phoenix in qualche modo. Col proseguire dell’avventura lungo i cinque lunghi casi che la compongono, ci renderemo conto di come vicende e situazioni lontane nel tempo siano inestricabilmente legate, e di come tra i personaggi si possano creare legami e rapporti inaspettati che non mancheranno di sorprenderci a commuoverci man mano che i misteri verranno svelati ai nostri occhi.

Signor giudice! Non occorre il martello! Basta la stilo…

Per rimanere in ambito pseudo tecnico-criminalistico, il "Modus Giocandi" del capolavoro Capcom rimane il medesimo rispetto i precedenti capitoli. La struttura di gioco si divide in due fasi fondamentali: quella esplorativo-investigativa, dove raccoglieremo prove ed interrogheremo testimoni e quella processuale, dove tutto quanto "immagazzinato" nella precedente sessione verrà sfruttato con lo scopo di ottenere l’assoluzione del nostro assistito. Non mancheranno gli Psyche-Locks (in italiano Lucchetti Psichici), scoperti grazie alla pratica insegnataci dalla piccola Pearl. Infatti, grazie al Magatama, monile "magico" donatoci dalla piccola sensitiva, potremo scoprire se le persone da noi interrogate celano segreti utili alle nostre indagini. L’uso del touch-screen non è interessato da particolari innovazioni : esso infatti si limita ad essere utilizzato in fase esplorativa per l’esame delle prove e per far scorrere le parti dialogate che, come da tradizione, costituiscono la "summa" del gioco Capcom. Il microfono del Ds rimane relegato alla sua originale funzione…ma volete mettere la soddisfazione di urlare ancora una volta "Objection!".

Ma che bello rivedervi tutti! 

Come si dice: "Buon sangue non mente". Infatti, questo episodio, come i precedenti, è realizzato con il medesimo stile grafico. La matrice anime, che in precedenza era da giudicarsi ottima, in questo episodio supera senza esagerare l’eccellenza. Ad ogni personaggio sono riservate decine di animazioni coloratissime e divertenti ( se non a tratti esilaranti) rappresentative di ogni stato d’animo.
A volte si nota un leggero contrasto tra i nuovi personaggi, leggermente più eccentrici e curati nei dettagli, ed i veterani della serie, per i quali i programmatori Capcom hanno mantenuto sostanzialmente gli stessi sprites dei primi due capitoli. Nota di eccellenza anche per la traduzione. Colui che che sta recensendo ha giocato alla versione americana, che, a differenza di quella edita nel "Bel paese", è piena dei giochi di parole e di doppi sensi che la lingua inglese agevola molto. Non sapete l’inglese? Non disperate! Anche la traduzione italiana è di ottima fattura, sebbene alcune battute si "perdano per strada" perchè intraducibili in italiano.
Il sonoro è come sempre adeguato alla narrazione: avremo il piacere di canticchiare motivetti a noi familiari e di stupirci come il suono di alcuni temi completi in modo così preciso le figure ad essi accostati. Gli enigmi proposti nel corso dei cinque casi sono tutt’altro che semplici. Infatti, la risoluzione di quest’ultimi vi terrà ore e ore attaccati agli schermi della console portatile Nintendo. 
Non sarete appagati fino a che non vedrete la fine di ogni caso. Ancora un ottimo lavoro del Team Capcom che riconfermando il proverbio "Squadra che vince non si cambia!" ha dato vita ad un altro eccellente episodio dedicato all’amatisimo Phoenix Wright. Il nostro avvocato ci offrirà ore e ore di puro divertimento e concluderà la sua "corsa" spianando la strada alla nostra attesa delle avventure che vedranno come protagonista il suo giovane protetto, Apollo, a cui metaforicamente auguriamo "Buona Fortuna", perchè se l’avrà sarà anche la nostra.

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