Portal Knights – Provato

Con qualche giorno di anticipo rispetto all’arrivo della demo, siamo stati ospitati negli studi di Digital Bros per tastare con mano l’avanzamento dei lavori con Portal Knights e soprattutto per provare la modalità cooperativa a quattro giocatori. Dopo questo nuovo test, siamo ancora più convinti che ridurre l’opera di Keen Games ad un mero clone di Minecraft sarebbe quanto mai sbagliato, perché Portal Knights è soprattutto un’evoluzione della fortunata formula ideata da Mojang che, accanto alle basi “creative”, accosta elementi presi direttamente dal mondo dei GDR, proponendo inoltre un combattimento che non sia un mero complemento.

Portal Knights

Prima di raccontarvi come si presenta Portal Knights giocato a quattro mani, facciamo un breve recap delle principali caratteristiche del gioco, analizzate in modo più approfondito in questo precedente provato. Come detto, il gioco sviluppato da Keen Knights propone la formula sandbox che tante fortune ha portato a Minecraft, con mondi generati proceduralmente quasi interamente distruttibili, da cui ricavare le numerose risorse messe a disposizione del giocatore.

Queste ultime sono le fondamenta del crafting, sicuramente una delle principali anime di Portal Knights dove, attraverso numerosi menù e in un inventario forse non troppo comodo da navigare, vengono elencati le infinite possibilità che ha il giocatore nel creare nuove armi, armature, pozioni e finanche delle vere e proprie basi. In Portal Knights sembra insomma che l’unico limite posto sia proprio la fantasia del giocatore.

Portal Knights

Il primo elemento che differenzia Portal Knights dal suo ingombrante parente è ravvisabile nella trama, perché il team di sviluppo ha inserito un filo conduttore che prende per mano il giocatore nella scoperta dei mondi andati in frantumi: non aspettatevi colpi di scena, tradimenti o dialoghi e scene alla The Witcher, ma parlando con i vari NPC sparsi per i quattro angoli della mappa verranno date varie quest e indizi, sempre tenendo a mente che lo scopo ultimo del gioco resta la raccolta dei cubi blu, indispensabili per aprire i portali e avanzare nel mondo successivo.

Il secondo elemento di rottura è certamente la componente ruolistica anche se, come in precedenza per la trama, non aspettatevi un’estrema profondità o schemi in grado di rivoluzionare il genere.

Portal Knights

Quello che c’è funziona bene:  a partire dalla creazione del personaggio, con la scelta delle tre classi messe a disposizione – guerriero, mago e ranger – ma soprattutto negli elementi estetici, che da subito caratterizzano Portal Knights come un gioco dai toni leggeri e scanzonati, ma non crediate che per questo affrontare i mostri che pullulano nei mondi sia sempre un’impresa facile.

I loro pattern di attacco sono sì semplici, ma fidatevi che bastano un paio di colpi ben assestati da parte di una tartaruga o di uno scheletro infuriato a mandare giù il proprio PG, soprattutto se si finisce in un’area con un livello non ancora adeguato.

Portal Knights

L’aggancio è presto dato per parlare sia del combat system che del sistema di livellamento. Il primo consiste in un attacco da vicino o dalla distanza – sotto forma di frecce o magie varie – mentre è possibile evitare gli attacchi dei nemici con una schivata attivabile in tutte le direzioni. Immancabile poi il lock dei nemici, un prezioso alleato quando ci si trova in una situazione di 1 vs 1, ma che abbiamo trovato forse un po’ macchinoso nel momento in cui a schermo apparivano più avversari, con la telecamera non sempre al posto giusto.

All’apparenza nulla di complesso nel combat system di Port Knights anche se, esplorando le fasi più avanzate del gioco, abbiamo appreso come esista un sistema basato sugli elementi della natura in grado di determinare l’efficacia dei vari attacchi. Un po’ di profondità non guasta mai.

Per aggiungere ulteriore pepe ci sono poi le boss fight e forse esageriamo a confrontarle con quanto visto nei vari Souls, ma fidatevi quando vi diciamo che, quando abbiamo affrontato uno dei boss finale del gioco in quattro, abbiamo dovuto sudare le proverbiali sette camicie prima di avere la meglio e superare le varie fasi di cui era composto lo scontro.

Portal Knights

Tornando invece alle meccaniche mutuate dai giochi di ruolo, sottolineiamo innanzitutto l’elevato numero di armi, armature, elmi e scudi che è possibile creare e di cui dotare il proprio personaggio, tutti elementi che non si fermano a meri abbellimenti estetici, ma che al contrario influenzano sia le statistiche primarie del personaggio, sia i suoi vari status.

A questo vanno poi aggiunti i numerosi slot dell’inventario messi a disposizione, attraverso i quali è possibile richiamare al volo gli oggetti più preziosi, come le indispensabili pozioni. Come detto in vari punti, Portal Knights cerca la perfetta fusione tra profondità delle meccaniche di gioco e immediatezza, e in questo senso il lavoro svolto sulla componente RPG pare funzionare ottimamente.

Portal Knights

Arriviamo finalmente al cuore del nostro provato, vale a dire la cooperativa fino a quattro giocatori che, precisiamo, sarà anche accompagnata dalla possibilità di giocare assieme ad un amico condividendo il proprio divano, dato che Portal Knights supporta anche lo split screen in locale. Una piacevole e gradita sorpresa, e non neghiamo che l’opera di Keen Games assuma tutto un altro fascino se giocata in compagnia: affrontare e scavare nei mondi in solitaria, così come sconfiggere i variopinti nemici senza l’ausilio di alleati, dopo un po’, rischia di procurare una sensazione di ripetitività, nonostante la presenza di quest e obiettivi.

Al contrario, quando ci si trova in quattro, la situazione muta completamente, ma soprattutto Portal Knights fa di tutto per creare sinergie e collaborazione fra i giocatori, visto che le risorse, i piani da lavoro e tutti gli oggetti craftati possono essere tranquillamente condivisi con la propria squadra.

Anche l’accumulo di esperienza funziona in modo del tutto simile, e i punti ottenuti eliminando i nemici vengono infatti condivisi fra i giocatori che si trovano nella medesima area. Se proprio dovessimo sollevare un dubbio attorno a questa modalità, è che in alcune situazioni la confusione su schermo appare davvero essere tanta, tale da rendere i combattimenti alle volte un po’ troppo caotici. Fortunatamente, nelle aree aperte ciò non avviene, ma nel momento in cui ci siamo gettati a capofitto in qualche dungeon alla ricerca di ricchi bottini, le anguste stanze, sommate ai nemici, fendenti e magie che venivano lanciate da ogni dove, diventavano dei veri e propri quadri dadaisti.

Portal Knights


Portal Knights non è il classico sandbox e, più che a Minecraft, forse andrebbe paragonato a tutti quei giochi che stanno cercando di evolvere tale formula, uno su tutti Dragon Quest Builders, sia per l’aspetto grafico meno “cubettoso”, sia per l’introduzione di meccaniche di gioco tipiche degli RPG, assieme a un combat system decisamente più raffinato.

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