Prince of Persia – Recensione Prince of Persia

Prince of Persia?

Nessun principe, luogo indefinito. Ci si chiede perché il nuovo titolo di Ubisoft (software house che ha la sede principale a Montreal), non sia coerente con ciò che narra. I ragazzi di Montreal azzerano tutto e ricominciano da capo, conservando solo l’inconfondibile stile della saga sul principe persiano tanto conosciuta, ma dimenticando ciò che veramente dava il nome a questo gioco: un principe, in Persia. Adesso (forse per la prima volta) Prince of Persia perde le sue classiche ambientazioni e il carattere nobile del protagonista, senza tuttavia uscire dall’atmosfera caratteristica di questa “serie”. Il filo conduttore tra i vari titoli sembra essere unicamente quello delle acrobazie; spettacolari, senza dubbio, ma un po’ di perplessità rimane: questo nuovo Prince of Persia quanto possiede dei suoi predecessori? Ha i requisiti adatti per sostenere il nome che porta?


Restyling

Prendete Prince of Persia: le Sabbie del Tempo, togliete il luogo vero e proprio (la Persia), la nobiltà del principe, i nemici a non finire e lo straordinario spirito di innovazione che ne decretò il successo; a questo punto vi resteranno incredibili acrobazie, combattimenti spettacolari e la possibilità di proseguire nel gioco rimediando ai propri errori senza dover ricominciare dall’ultimo Checkpoint: questa è la base dalla quale è partito il nuovo Prince of Persia. Il cambiamento più notevole è senza dubbio quello grafico, che adesso propone un particolare Cel Shading tridimensionale, il quale dà libero sfogo agli artisti di Ubisoft e permette loro di mettere finalmente in pratica gli splendidi art work sinora ammirati negli extra dei Prince of Persia per console di seconda generazione. Anche se non raggiunge mai livelli di grande realismo o altissima definizione, questo sistema si adatta perfettamente allo stile che gli sviluppatori hanno voluto imprimere a questo titolo: tutta la grafica è costituita da una sovrapposizione di sfondi e disegni che danno vita a un miscuglio di luci e colori davvero ammirabile e indubbiamente originale. Il passaggio da zone chiare a zone più scure, l’intensità delle luci e il loro contrasto con le altre superfici, i “flash” in bianco e nero, le schegge incandescenti, i movimenti speciali della protagonista, i dettagli dei nemici e le ambientazioni stesse finiscono col dare vita ad appassionanti ed elettrizzanti giochi estetici davvero suggestivi. Il reparto grafico quindi è capace di dare grandi soddisfazioni sia per originalità che per stile, peccato però che i ragazzi di Montreal non siano riusciti a concederci qualcosa di più sulla definizione, ma il gioco non ne risente granché e si apprezza comunque al meglio.
Per quanto riguarda il motore fisico, questo rappresenta uno dei punti di forza indiscussi del gioco. I movimenti del “principe” sono spettacolari e realistici con un equilibrio perfetto: durante i combattimenti, nei salti più comuni, nelle espressioni e nello spostamento in generale le movenze vantano un realismo davvero ben curato, mentre le azioni più spericolate e disumane mantengono comunque un dettaglio e una credibilità dei movimenti godibili al massimo. Su questo piano, per quanto le mosse del protagonista abbiano spesso dell’impossibile, Ubisoft ha sicuramente fatto ottimi progressi ed è riuscita a rendere Prince of Persia un gioco “bello da vedere”, sotto ogni aspetto. Ciò che rimane, adesso, è scoprire se è anche bello da giocare.

La Corruzione

1000 anni fa i due fratelli Ahriman e Ormazd, rispettivamente dio delle tenebre e dio della luce, mantenevano il mondo in perfetto equilibrio. Poi, un giorno, Ahriman decise di prendere tutto per sé, e le conseguenze furono catastrofiche: il dio delle tenebre gettò il mondo nell’oscurità e iniziò a reclutare soldati per il suo esercito, gente malvagia che per non morire decideva di vendere la propria anima e diventare totale schiava del signore oscuro; oltre ad essi, Ahriman reclutò anche quattro umani, che vendettero la loro anima in cambio di favori: chi desiderava il potere, chi la salvezza del proprio popolo, chi la possibilità di svelare i segreti della vita. Seppur profondamente contaminati dal dio delle tenebre, questi quattro Corrotti riuscirono a conservare parte della loro coscienza e volontà, rimanendo comunque al servizio del loro signore. Arrivò però il momento in cui Ormazd, dio della luce, riuscì a contrastare il fratello e ad imprigionarlo con i suoi seguaci all’interno del “Tempio”, alimentato dall’Albero della Vita sul quale sorgeva, che con la sua energia tenne a freno la potenza di Ahriman.
1000 anni dopo, mentre il nostro caro protagonista sta cercando la sua asina smarrita, Farah, una serie di eventi porta alla rottura del sigillo del Tempio e Ahriman può così diffondere nuovamente l’oscurità: tuttavia egli è ancora imprigionato, e solo Elika e il “nuovo principe” potranno fermare il suo piano e rinchiuderlo nuovamente nella sua prigione.
Tra le terre contaminate e le grinfie dei Corrotti i due protagonisti dovranno risanare i suoli fertili e ridare così energia al tempio. Ci riusciranno? Sarà tutto lì? O magari ci sarà qualcosa sotto?


A caccia di luce

L’obiettivo del gioco è fermare Ahriman sottraendogli le energie che assorbe dai Suoli Fertili, ormai contaminati. Questi, generati dagli Ahura (la popolazione che ha custodito il Tempio in questi 1000 anni), servivano proprio a dare forza al Tempio per mantenere imprigionato Ahriman, ma la popolazione ha ormai abbandonato il regno e i suoli fertili si stavano indebolendo rapidamente. Adesso, contaminati dalla sostanza di Ahriman, forniscono energia al signore oscuro e ne favoriscono la definitiva liberazione, la quale porterebbe l’intero mondo nella corruzione totale. Risanando tutti i suoli fertili Elika e il principe toglieranno le forze al dio delle tenebre e riusciranno così a rinchiuderlo, o almeno è quello che i due sperano.
Oltre a risanare i suoli, i due protagonisti dovranno andare a caccia di semi di luce per poter via via acquisire i poteri di Ormazd ed accedere così a tutte le zone del regno per liberarne i territori. In ciascuno di essi dovranno affrontare un Corrotto e pochissimi altri nemici, a differenza di quanto invece accadeva nei vecchi Prince of Persia dove i combattimenti individuali erano più che rari. Il principale ostacolo del principe sarà come sempre l’ambiente, ricco di insidie e di ostacoli da superare nei modi più spettacolari e impensabili che si siano mai visti. Tutti i percorsi sono perfettamente percorribili sia in avanti che a ritroso, la libertà di movimento è totale e solo grazie all’aiuto di Elika si riesce ad orientarsi tra le numerose vie: l’ambiente adesso è padrone della scena e l’elevatissimo numero di acrobazie e movimenti eseguibili difficilmente lascia posto alla monotonia, senza contare che gli spostamenti sono finalmente rapidi e non permettono mai che l’interazione con l’ambiente diventi noiosa e lenta. Il giocatore viene immerso in un frenetico vortice di azioni rapide ed eseguite senza esitazione che lo fa divertire davvero: rallentando il ritmo si perde molta spettacolarità ma rimane comunque apprezzabile come le acrobazie, anche se dopo un po’ si sono già viste tutte, trasmettano realmente quel senso di velocità ed eccitazione che Ubisoft ha sempre cercato di far ricevere ai giocatori.
I combattimenti, che per la prima volta in un Prince of Persia vedranno i protagonisti in superiorità numerica (2 contro 1), sono senza dubbio spettacolari e vari anche nella loro “ripetitività”: infatti, in qualsiasi zona lo incontriate, lo scontro con quel preciso Corrotto si riproporrà senza grandi variazioni, ma ancora una volta la vasta gamma di azioni (vostre e dell’avversario), le combo, la sua intelligenza artificiale (stavolta starete combattendo davvero, e prima che riusciate a diventare esperti Elika dovrà salvarvi diverse volte) e la spettacolarità dello scontro non vi faranno mai annoiare. Col proseguire del gioco poi i mostri inizieranno ad usare nuove tattiche e vi metteranno sempre più in difficoltà, ma a quel punto anche voi avrete preso familiarità con il sistema di combattimento e riuscirete ad avere la meglio: guanto, spada, acrobazia e la magia di Elika saranno sempre al servizio del principe contro ogni nemico.

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