R4: Ridge Racer Type 4 – Recensione R4: Ridge Racer Type 4

Atteso, bramato, praticamente il migliore

 

Prima di introdurre il discorso a Ridge Racer Type 4, vorrei fare una piccola considerazione, con molta probabilità la Namco, con la serie di Ridge Racer su Playstation, è riuscita a fare esattamente lo stesso che ha fatto il compianto Mike Bongiorno in "Lascia o raddoppia" con la TV italiana: riuscire a compattare le masse attorno a sè.  Forse questa affermazione può apparire esagerata, ma prima di valutarla erroneamente basta pensarci un attimo: alla nascita della scatola grigia di casa Sony, Namco era lì pronta ad attirare orde di appassionati videogiocatori  con le sue auto dai colori sgargianti, la giocabilità immediata seppur altamente inverosimile, le ragazze con i cartelloni in pista prima della partenza e la sua grafica (per i tempi) impressionante. Ora, dal primo capitolo è passato più di un decennio. In quel decennio la casa di Pac-Man non ha mai perso di vista l’obiettivo principale della saga, e i due titoli successivi (Ridge Racer Revolution e Rage Racer) servirono a preparare il terreno per il più ambizioso, curato e amato Ridge Racer Type 4. Citato più volte come il capitolo migliore della saga, vanta di una struttura di primo livello e una qualità complessiva ottimale, tanto che la stampa specializzata arrivò addirittura a definirlo "The Gran Turismo killer". Beh, forse su quello avevano esagerato, ma di certo non ci erano andati molto lontano. Perchè? Vediamolo subito.
 

Lo sapevate che Reiko Nagase di RRT4 è praticamente la sorella di Kei Nagase di Ace Combat 5?

 


Gouraud Shading

 

La parola d’ordine per la grafica di Type 4. La bellezza massiccia della grafica qui è portata ai massimi livelli: edifici, modelli delle auto, le classiche animazioni "deco-celebrative" come aerei ed elicotteri che volano, sono realizzati con un livello di dettaglio tale da far strabuzzare gli occhi al pilota virtuale, che già si immergeva nell’ambiente creato. Il Gouraud Shading è una tecnica di realizzazione grafica particolare, che restituisce su schermo una simulazione molto accurata dei riflessi e giochi di luce sui vari elementi presenti nel gioco. Per beneficiare di questo, gli sviluppatori hanno "ritagliato" una parte della capacità di calcolo del processore principale della Playstation destinandola proprio all’uso di questo. E funziona! Gli effetti del tramonto, dell’alba, della notte (con tanto di differenze di illuminazione sulle vetture a seconda dell’angolazione della sorgente di luce) e perfino i riflessi sulle vetture (per quanto non siano particolarmente realistici) non fanno altro che arricchire la qualità di questo titolo, tanto che il medesimo motore grafico verrà utilizzato in Ace Combat 3. Unico difetto, se così si può chiamare, è che la sensazione di velocità che avevamo in Rage Racer  pare come svanita. Quel senso di rapidità che dovrebbero offrire i bolidi del gioco non fa il suo dovere nel modo giusto ed è come se andassimo ai 150 con la sensazione di andare ai 60. E’ un ammanco perdonabile, dato che probabilmente è una contromisura per alleggerire la parte di processore che si occupa della già complessa e ottima veste grafica.
 

Un piccolo assaggio della complessità grafica del gioco: mica male eh?

 


Grip o Drift?

 

La giocabilità di Ridge Racer si è evoluta ulteriormente in questo capitolo, pur senza snaturare l’indole arcade del gioco (quindi niente collisioni e niente danni alle vetture). Il cambiamento più importante riguarda la gestione delle derapate. Non ci troveremo più a sgommare seguendo una traiettoria "a binario", ma sarà completamente libera, senza escludere i possibili urti dell’auto contro le barriere o distruggendo lo scenario. Sono presenti anche delle auto che si concentrano sulla tenuta (pensate dunque per i giocatori che non hanno confidenza con la serie) e che quindi, affrontano le curve senza bisogno di derapare. Ci troviamo dunque di fronte a un titolo che non punta solo ed esclusivamente sulla spettacolarità, ma strizza anche l’occhio a favore di coloro che vogliono la sfida di un gioco che sia "simulativo", ma senza perdere la sua natura arcade. In più gode anche di un supporto di force feedback, se si usa il controller appositamente progettato JogCon. Questa periferica ha un piccolo volante di plastica al centro, che esercita una forza di ritorno ad ogni sterzata. Una buona alternativa, per chi non può permettersi un volante o semplicemente vuole provare qualcosa di nuovo, e, credetemi, è una vera sfida, soprattutto se aggiungiamo l’IA degli avversari ben calibrata, a seconda della difficoltà.

 


4 costruttori, 4 squadre, un solo Gran Premio

 

Ridge Racer Type 4 ci dà la possibilità di gareggiare in svariate modalità fra cui la classica Time Attack e, per la prima volta nella sua storia, una modalità VS a schermo condiviso. E’ una manna dal cielo, se pensiamo che è stato possibile giocare in due in titoli solo usando il Link cable in Ridge Racer Revolution. Questa volta invece sarà possibile affrontare un nostro amico sulla stessa console, senza nessun problema. Ma ci vogliono macchine. E per ottenerle ci vogliono sangue, sudore e lacrime per vincere. E quale posto migliore per vincere se non la modalità Grand Prix? Affronterete infatti il Real Racing Roots ’99, un campionato composto di 8 gare divise in tre round, tentando di piazzarvi nella miglior posizione possibile. Sarete chiamato a prendere parte a una delle 4 scuderie disponibili e a scegliere uno dei 4 costruttori che prendono parte all’evento. Per ogni team esiste una curva di difficoltà, un proprio manager e addirittura una trama! Fra una gara e l’altra ci troveremo davanti a finestre di dialogo in stile RPG dove ci troveremo a parlare, oltre della nostra valutazione come pilota, anche di risvolti interessanti che si allontanano dal gran premio. La cosa non fa altro che aggiungere profondità al gioco, portandolo a un livello semplicemente ottimo. In più da menzionare il numero delle macchine con cui avremo a che fare: ben 320 vetture diverse. E per sbloccarle tutte dovremo ottenere una determinata posizione in ogni competizione, e sarà necessario affrontare il GP con ogni scuderia e ogni costruttore per ottenerle tutte, si potrà cambiare il colore e applicarci perfino una decalcomania personalizzata, nella modalità Garage. Per quanto non sia un simulatore blasonato, c’è da dire che Ridge Racer Type 4 in profondità è difficilmente superabile.
 

"Ancora quinto? Lo sorpassi quel buono a nulla del tuo compagno di squadra sì o no?!"

 


Una compilation di tutto rispetto

 

Il sonoro è un altro dei punti forti di Ridge Racer Type 4. Ci troveremo di fronte a una compilation di 14 brani di qualità eccellente, che fa da sottofondo alle nostre scorribande: passando dalla disco-house di Your Vibe, passando per il morbido drum’n’base di Silhouette Dance e l’elettronica di Motor Species. Non sarà difficile trovare la musica che rispecchia meglio il nostro stile di guida. Il bello è che il sonoro di questo gioco ha avuto un tale successo che la Namco ne ha addirittura pubblicato una versione CD Audio! Di ottima qualità sono particolarmente i due brani che aprono e chiudono il gioco nelle sequenze FMV (sublimi e che introducono per la prima volta in maniera ufficiale la racing-queen Reiko Nagase), con delle parti vocali affidate alla cantante statunitense Kimara Lovelace. Per il suono dei motori, la Namco ha utilizzato lo stesso sistema di Rage Racer: rombi sintetizzati e innaturali, con una differenza. In alcune auto sarà addirittura possibile sentire il fischio del turbo o sentire dei rombi di diverse sfumature. Certo il risultato lascia ancora a desiderare, ma l’impegno va comunque premiato.

 


"The Irreal Driving Simulator"? Forse…

 

Ridge Racer partì originariamente come titolo arcade in stile sala giochi. Ridge Racer Type 4 ne rappresenta, a questo stadio, il capolavoro assoluto della serie. Attenzione però a definirlo un "Gran Turismo killer". Per quanto la profondità e la sua qualità complessiva siano sopra la media, è comunque un titolo arcade e non gode di certo di una realizzazione strutturale come quella del mastodonte di casa Sony. Attenzione, perchè la magia di questa serie, in questo gioco, sembra moltiplicarsi all’ennesima potenza e infestare ogni aspetto del titolo: dalla grafica alla giocabilità, al sonoro e alla sua longevità. Di certo con una modalità Gran Prix così entusiasmante, la bellezza di 320 macchine da sbloccare e personalizzare, staccherete le mani dal joypad solo dopo un bel po’, quando sarete riusciti a spulciare ogni angolo del mondo di RRT4. Credetemi, non è per niente facile. Fra l’altro potrete anche beneficiare di un bonus molto simpatico: trattasi di un disco aggiuntivo contenente una versione del primo Ridge Racer, realizzata con lo stesso motore grafico di Ridge Racer Type 4 e che gira alla bellezza di 60 frame al secondo. Un po’ come sbloccare la modalità Hi-Fi in Gran Turismo. Ma questo non è un real driving simulator… E’ un "irreal driving simulator", da gustare miglio per miglio, fino all’ultima curva.

Ti è piaciuto quello che hai letto? Vuoi mettere le mani su giochi in anteprima, partecipare a eventi esclusivi e scrivere su quello che ti appassiona? Unisciti al nostro staff! Clicca qui per venire a far parte della nostra squadra!

Potrebbe interessarti anche

Lascia un commento