Ruiner – Recensione

Devolver Digital non è certamente l’ultimo arrivato per quanto riguarda la pubblicazione di videogiochi, basti pensare ai vari Serious Sam e Shadow Warrior o ai geniali Enter the Gungeon e Hatoful Boyfriend; diverso il discorso per Reikon Games, studio indipendente composto da professionisti impegnati in progetti come la serie dei The Witcher e Dying Light, ma il cui titolo di debutto è, appunto, Ruiner.

Ruiner

Dopo circa due anni e mezzo di sviluppo, Ruiner è stato rilasciato sul mercato in formato multi piattaforma; trattasi di uno shooter con visuale isometrica, estremamente frenetico, ma in grado di offrire un buona varietà di approcci in ciascuno scontro. Ambientato in un distopico 2091, lo stile di Ruiner è la quintessenza del cyberpunk alla Blade Runner: cupo, scuro, fumoso, dalle tinte neon rosse e giallastre e ambienti sporchi e decadenti, con il connubio tra uomo e macchina che ha portato alla deumanizzazione morale e a una generale perdita di rispetto per i corpi proprio e altrui.

Il protagonista di Ruiner è una figura silenziosa, il cui cervello è stato hackerato al fine di sfruttarlo per l’eliminazione di Boss, personaggio chiave della storia ma la cui vera identità sarà rivelata solo negli ultimi istanti della storia. Salvato in extremis da Her, la giovane e misteriosa hacker aiuterà giocatore e avatar nella ricerca del fratello scomparso di quest’ultimo, apparentemente rapito dai “cattivoni” dell’organizzazione Heaven per scopi poco chiari.

Ruiner

La trama di Ruiner è estremamente semplice e accompagnata da un character design ben realizzato, ma che non urla all’originalità. Nel complesso il risultato è del tutto soddisfacente, per quanto sia davvero difficile che i comprimari della storia risultino memorabili.

Il nucleo centrale del gioco è però, appunto, il gameplay. Ruiner combina immediatezza e varietà, permettendo di selezionare man mano abilità e relativi potenziamenti senza che però questi siano definitivi; è possibile passare da uno all’altro liberamente, a patto di possedere un numero sufficiente di punti abilità per attivarli. Questi si ottengono avanzando di livello e sconfiggendo nemici specifici e, una volta assegnati, possono davvero fare la differenza tra vittoria e sconfitta.

Ruiner

Il giocatore è libero di puntare alla massimizzazione dell’attacco o della difesa, aggiungendo barriere protettive e HP, o incrementando il numero di schivate possibili e la capacità offensiva del protagonista. Esiste anche un’abilità di hacking, per rendere temporaneamente i nemici nostri alleati, e la possibilità di richiedere armi e munizioni durante gli scontri tramite drone di supporto.

Non esiste “la strada giusta” per completare la partita, ma è innegabile che solo i più smaliziati potranno pensare di ignorare del tutto i power up difensivi, specialmente durante le battute finali di Ruiner, che traboccheranno di orde di nemici furiosi e raggi della morte. A parte questo però, il lavoro di bilanciamento delle varie skill è ottimo e si integra alla perfezione con il variegato arsenale a disposizione.

Ruiner

Anche tecnicamente il lavoro di Reikon Games è stato curato: la grafica non è delle migliori ed è presente qualche frame-drop di troppo – considerata anche la natura frenetica del titolo che rende ancor più fastidioso ogni rallentamento- ma anche nelle battaglie più concitate il giocatore riesce a mantenere chiara la propria posizione grazie a una presenza oculata di effetti a schermo, mai troppo invasivi. La povertà poligonale e di animazioni dei modelli in game viene compensata da ottime ambientazioni, certo non così varie in estetica, ma evidentemente curate in ogni dettaglio e accompagnate dal già discusso design di piacevole fattura.

La difficoltà del gioco è sicuramente sopra la media, con battaglie che richiedono concentrazione anche nella modalità più semplice. Fortunatamente l’approccio trial and error premia e non poco e memorizzando le varie ondate di nemici e gli attacchi dei boss di fine stage è fattibilissimo completare ciascun livello senza subire il minimo danno.

Ruiner

Sono presenti piccoli collezionabili per completare missioni secondarie, ma in linea di massima la componente chiave di Ruiner rimane il gameplay nudo e crudo e dunque l’adattabilità del giocatore a sfruttare in ogni situazione l’arma e l’abilità migliori: la rigiocabilità del titolo si limita al ripetere la storia con un livello di difficoltà superiore e vista la durata di circa 6 ore della campagna, gli interessati all’acquisto devono tener conto della ridotta quantità di contenuto presente, nel caso puntassero a un’esperienza “one shot”.

Menzione d’onore per il comparto audio, che anche se privo di doppiaggio presenta una OST in stile techno sempre azzeccatissima per la situazione e il mood e che risulta orecchiabile anche per i non patiti del genere.

Ruiner


Ruiner è un ottimo primo passo di Reikon Games all’interno del mercato videoludico: l’esperienza dello staff è evidente, così come la cura che è stata messa in un prodotto di certo non privo di difetti, ma che vale il suo prezzo per ogni appassionato del genere che cerca una nuova sfida.

8.2

Pro

  • Frenetico e tattico
  • Colonna sonora azzeccatissima
  • 100% cyberpunk

Contro

  • Qualche mini-freeze di troppo
  • Poca varietà di nemici
  • Troppe misteri irrisolti
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