Sacred 3 Heart of Ancaria

Dopo l’esperienza raccontata da un hands on molto promettente, siamo finalmente giunti al rilascio della versione definitiva di Sacred 3 Heart of Ancaria che lo scorso 1 agosto ha raggiunto gli scaffali di tutti i negozi delle regioni PAL. Dopo una non altezzosa prima occhiata, e aver completato l’intera narrazione principale – e secondaria – vogliamo raccontarvi la storia di questo Heart of Ancaria, analizzandone i suoi pregi e difetti.

Sono passati diversi secoli dall’Ancaria descritta nelle vicende del primo Sacred, e i Serafini hanno deciso di mantenere la pace e di proteggere l’intera sua popolazione a ogni costo. Per impedire un ritorno delle forze del male, dovettero nascondere in un luogo segreto la maggiore fonte di potere che gli ancariani conoscevano: il cuore di Ancaria. Eppure, nonostante il loro grande impegno, il crudele imperatore Zane è riuscito a ottenerlo con l’intenzione di utilizzare tutto il suo potere per mutare in divinità. A causa dei demoni chiamati in suo aiuto, una nuova guerra incombe su queste terre maledette. La Resistenza ormai è spacciata, e solo un gruppo di quattro eroi ha la possibilità di eradicarla definitivamente, ponendo fine alle malefatte dell’imperatore e riportando il cuore al suo splendore naturale.

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Dal momento che parliamo di una saga ormai molto famosa, gli aspetti da dover tenere in considerazione sono veramente molti, così come lo sono anche gli innegabili confronti che bisogna doverosamente compiere. Infatti un qualsiasi utente che ha avuto l’enorme piacere di muoversi nelle vaste aree di Sacred, resta un po’ disorientato dalla forte linearità che le mappe descrivono. Questo perché quell’open world onirico, ormai datato, permetteva di governare completamente le azioni lasciando al giocatore il come e il quando portarle a termine. Le mappe di Sacred 3, che comunque racchiudono al loro interno un’atmosfera tipicamente ruolistica e affascinante, sono fin troppo concentrate alla guida elementare del player, che non deve utilizzare in alcun caso l’astuzia, perché sarà il terreno a comandargli l’azione.

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Sacred 3 è appunto un hack n’slash completamente incentrato sull’azione, e con un’ossatura di ruolo (anche se speravamo in qualcosa di più ndr) molto abbreviata. Il suo principale difetto è la mancanza del loot, che è praticamente alla base di qualsiasi gioco di ruolo. Soprattutto perché senza il loot si rende impossibile la personalizzazione dell’eroe, che già di per sé non è modificabile in alcun modo. L’unico loot lasciato dai nemici comuni riguarda il denaro, l’esperienza e i globi di energia/salute. Quelli un po’ più grossi rilasceranno oggetti curativi e non, che potranno essere utilizzati dall’inventario, mentre alcuni boss permetteranno di sbloccare delle ulteriori armi oltre a quella di base. Alla fine, comunque, ogni personaggio ne possederà al massimo un paio in più. Non sarà neanche possibile modificare la corazza, che resterà con lo stesso outfit sempre e salirà di livello grazie all’esperienza accumulata dall’eroe.

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Essendo disponibili all’inizio solo quattro eroi (due da attacco ravvicinato, e due dalla distanza), la personalizzazione rimane collegata alle abilità e alle scelte degli spiriti dell’arma da poter utilizzare. Infatti dopo alcuni scontri riceveremo dei frammenti che sbloccheranno alcuni spiriti che potranno essere affidati alle armi. Anch’essi salgono di livello grazie all’esperienza del personaggio, e si adattano al nostro stile di gioco, dandoci la possibilità di spaziare tra diversi tipi di approcci, da quello offensivo a quello magari più difensivo. Le arti di combattimento (o abilità) non sono poi così tante, ma sono ben diversificate tra le varie classi. Vi sono abilità di due tipi: quelle leggere e quelle pesanti. L’utilizzo di entrambe ruberà energia al nostro personaggio, ma potrà essere ricaricata tramite gli appositi oggetti o semplicemente subendo/infliggendo danni. A parte queste due classi di abilità, avremo la possibilità di utilizzare la nuova abilità Schianto, che permette di rompere le difese dei nemici, portando in buona vista eventuali punti deboli; infine abbiamo la possibilità di schivare gli attacchi o di bloccarli.

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Ogni abilità può essere potenziata, così come le armi e la corazza, utilizzando il denaro ottenuto dagli scontri con i nemici. Al massimo si potranno compiere sei potenziamenti, e per tale motivo l’attività ruolistica di Sacred 3 risulta troppo inadeguata. Anche perché i potenziamenti sono praticamente quasi copiati e incollati tra i diversi eroi, e nonostante questo possa sembrare un punto a vantaggio dell’equilibrio tra le classi, fa seriamente storcere il naso.

Il menù di selezione rapida degli oggetti invece è molto pratico e immediato, e permette di utilizzare cure ad area o personali, di evocare un piccolo famiglio che attaccherà in nemici con noi per breve tempo, o di scatenare esplosioni tramite le bombe intelligenti. Per fortuna vi sono dei limiti agli oggetti che possiamo portare con noi, che si aumentano completando le missioni. E sottolineiamo per fortuna, perché altrimenti l’esperienza sarebbe stata davvero troppo semplificata nel caso in cui avessimo potuto portare in saccoccia centinaia di cure e/o difese.

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Sacred 3 non è un titolo dove esiste una vera e propria modalità cooperativa, ma ogni partita è aperta: stimola il pensiero di gruppo e lo rende indispensabile, soprattutto nelle difficoltà più alte. Giocando in modalità online, qualsiasi giocatore potrà aggiungersi alla nostra partita, fino a un massimo di quattro giocatori per volta. Il menù della lobby permette di aggiungersi al match online immediatamente, e di selezionare i compagni in base al proprio livello e alla difficoltà che hanno selezionato. Nel caso in cui non sarà possibile un collegamento alla rete, il nostro comodo divano potrà venire in soccorso, perché vi è la possibilità di una partita locale fino a quattro giocatori. Una scelta molto apprezzata. Nel caso in cui uno dei nostri compagni sia in fin di vita, abbiamo la possibilità di rianimarlo tramite la pressione del tasto azione vicino al suo corpo. Durante le partite con più giocatori, sarà possibile distinguere un player dall’altro solo grazie al colorato numerino che gli si muoverà accanto, questo a causa della mancata personalizzazione.

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Il giorno della release, abbiamo avuto la possibilità di provare anche i primi contenuti aggiuntivi di Sacred 3, e ci siamo divertiti molto durante le missioni secondarie negli Inferi e a vestire i panni del quinto eroe, il Malakhim, che ha portato una ricca ventata d’aria fresca all’intera esperienza con i suoi attacchi molto violenti. Questi primi rilasci ci fanno ben pensare che le possibilità aperte dai ragazzi di Keen Games durante lo sviluppo sono davvero tante, e che in futuro saranno rilasciati tanti nuovi personaggi e/o abilità che permetteranno una maggiore personalizzazione. Anche perché l’idea dietro questo Heart of Ancaria non è per niente nociva, anzi: abbiamo a che fare con una moltitudine magnifica di nemici, il cui numero aumenta in base alla difficoltà; vi sono tantissime missioni secondarie (anche se alcune di esse sono davvero scabrose perché completabili in meno di cinque minuti); e poi la modalità Divinità che si sblocca alla fine del gioco dà seriamente filo da torcere anche ai migliori giocatori.

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Dal punto di vista grafico Sacred 3 non ha nulla da invidiare agli altri titoli del genere. La sua telecamera si muove in perfetta sincronia con le azioni di gioco e non è mai ballerina; lo stesso si può dire del motore grafico, che anche nei momenti più concitati riesce a gestire egregiamente ogni singolo frame, motivo per cui si ha sempre il controllo dell’eroe. Le mappe sono tutte magnificamente ridefinite, e ben colorate: la varietà paesaggistica è ampia, e varia da un momento all’altro, senza sbavature di alcun tipo. Bella la resa delle texture, quindi, ma soprattutto splendide le animazioni. Il sonoro per certi versi è assente, non vi è una colonna sonora ben definita che accompagna l’avventuriero per le terre di Ancaria: diciamo che il vero accompagnamento musicale è dato dagli effetti sonori, quelli delle abilità e dei colpi con le armi, che sono godibili e non stancano l’udito. Eccellente il doppiaggio, disponibile sono in inglese (sottotitoli in italiano, insieme a tutta l’interfaccia), che manifesta a regola d’arte la simpatia di ogni singolo personaggio della storia.

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[signoff icon=”quote-circled”]Questa recensione è ben diversa dall’esperienza che vi avevamo raccontato durante la nostra anteprima di Sacred 3. Magari perché le aspettative erano molto alte. In fin dei conti tutta la meraviglia dei primi livelli della preview, non è riuscita a protrarsi troppo oltre in questo Heart of Ancaria, a causa anche della sua forte linearità lontana dai canoni ruolistici. Siamo sempre impegnati nelle medesime azioni: gira la ruota per sei volte, trova la chiave, raccogli il denaro, ecc. L’intero peso di questo gameplay grezzo, viene retto sulle spalle di una trama ben canzonata e molto divertente. Così tanto che a volte vi fermerete a pensare a quanto sia sciocco quel personaggio o spirito che nel bel mezzo dell’azione vi chiederà di uscire a cena fuori. E forse solo questi innumerevoli sorrisi strappati riescono a colmare il vuoto provocato dalla mancanza di certe caratteristiche proprie dei giochi di ruolo. Sacred 3 sembrava aver raggiunto un nuovo e moderno stile, ma nonostante la sua alta rigiocabilità, va ancora raffinato. Altrimenti non riuscirà a farsi strada in un panorama videoludico hack n’ slash dove Torchlight e Diablo dettano legge.[/signoff]

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