Sherlock Holmes: The Devil’s Daughter – Recensione

Sherlock Holmes: The Devil’s Daughter, la Figlia del Diavolo, è l’ottavo capitolo dell’avventura del famoso investigatore, creata da Frogwares. Crimes & Punishements aveva già impressionato molto positivamente due anni fa e quindi in molti si aspettavano un ottimo risultato anche in questo caso. Possiamo anticipare che le aspettative non sono state disattese in alcun modo. Il personaggio originale nato dalla penna di Arthur Conan Doyle in questo caso infatti, appare ancora più moderno e sfaccettato. Il ritratto psicologico del personaggio è molto ricco e dettagliato e ci presenta anche le fragilità del celebre detective.  Il gameplay è quello rodato e granitico di sempre. Vediamo di capirne di più.

Sherlock Holmes: The Devil's Daughter - Recensione

Katelyn, mia figlia

Il gioco comincia con Holmes che corre a perdifiato in una foresta molto intricata. Qualcuno gli sta sparando con un fucile da caccia. Si passa quindi a due giorni prima dove un padre di famiglia rispettabile sparisce inspiegabilmente nel nulla, dopo avere accettato uno speciale incarico da qualche sconosciuto. Le indagini di Sherlock coinvolgeranno anche  una vicina di casa molto misteriosa e Katelyn, figlia adottiva del grande detective. Le indagini proseguiranno serrate caso dopo caso, fino all’inaspettato epilogo della storia.

Sherlock Holmes: The Devil's Daughter - Recensione

Il problema maggiore è rappresentato forse dal fatto che i vari casi appaiano slegati tra loro e senza una coerenza precisa tanto che il finale appare un po’ confuso rispetto alle parti precedenti. Il filone principale di indagini è comunque molto serrato e senza sbavature e quindi la poca coerenza dei sotto-casi nella dinamica del gioco si sente a malapena.

Deduco quindi sono

Il gioco è tutto basato naturalmente sulle meccaniche di deduzione che porteranno il giocatore a riflettere sulle conseguenze dei propri gesti e conclusioni. Le situazioni possibili sono comunque di numero nettamente inferiore rispetto al passato, dato che gli sviluppatori hanno privilegiato la durata di ogni singola indagine per renderla più veritiera e realistica. Dovremo perciò soppesare a lungo l’alternativa nel dichiarare qualcuno colpevole, innocente oppure semplicemente insano di mente e quindi da scagionare parzialmente. Le alternative sono influenzate dai nodi cerebrali che vedranno la presenza anche di interrogatori e enigmi ambientali da risolvere. La difficoltà non è mai frustrante anche se vi impegnerà in maniera piacevole, potremo quindi sia compiere scelte corrette che errate ma questo non ci impedirà in nessun caso di giungere al termine della storia.

Sherlock Holmes: The Devil's Daughter - Recensione

L’Imagination Mode poi è utile per scoprire i tratti salienti di ogni personaggio e aiutarci quindi nelle indagini. Con il nostro spirito di osservazione ad esempio, in base all’abbigliamento o alle reazioni di un sospettato, potremo delineare un profilo preciso e accurato. Attraverso varie osservazioni potremo annotarci le nostre impressioni sul taccuino e consultarle in qualsiasi momento della nostra indagine. Nei dialoghi potremo sempre evidenziare le omissioni o le incongruenze degli interrogati e quindi giungere alla risoluzione anche in questo modo. Rispetto al passato però se faremo delle pronunce errate non dovremo ripeterle ma la storia andrà avanti.

Azione londinese

Il gioco prevede anche dei momenti action in cui potremo vestire i panni di Wiggins, un ragazzino che compie delicate azioni di pedinamento e sorveglianza per conto di Holmes. In questo senso c’è spazio anche per il suo cane Toby. Lo stesso Sherlock, soprattutto nelle fasi conclusive di un’indagine, dovrà sempre tenersi pronto per qualche fase movimentata.

Sherlock Holmes: The Devil's Daughter - Recensione

Il comparto tecnico è nettamente migliorato rispetto al passato, soprattutto per ciò che concerne la grafica della fisionomia dei personaggi e la cura dei dettagli delle ambientazioni. Tutto merito del Phisically Based Rendering associato all’Unreal Engine 3.  Evidente è il caso del fido Watson completamente trasfigurato in meglio rispetto ai precedenti capitoli. Nuovo set di doppiatori, anche se sempre in inglese con sottotitoli in italiano.

Un buon gioco, dalle parti investigative granitiche e forse le migliori sul mercato per questa tipologia di titoli. Tutto è più articolato e profondo e quindi maggiormente realistico. The Devil’s Daughter vi impegnerà per circa una quindicina di ore, più che sufficienti per una buona longevità. Se siete appassionati di avventure grafiche avrete pane per i vostri denti certamente.

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Pro

  • Miglioramenti grafici
  • Indagini più profonde che in passato

Contro

  • Fasi action da rivedere
  • Sotto-casi slegati dalla trama principale
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