Shin Megami Tensei: Devil Summoner 2: Raidou Kuzunoha vs. King Abaddon – Recensione Shin Megami Tensei: Devil Summoner 2: Raidou Kuzunoha vs. King Abaddon

Nel 2006 la Atlus rilasciò sul mercato un’ennesima sotto-saga del suo marchio più prestigioso, Shin Megami Tensei. Devil Summoner vedeva l’avventura del giovane Raidou Kuzunoha (nome ereditato come ‘titolo’ di evocatore di demoni) alle prese con vari casi di genere supernaturale. Il gioco in sé non fu affatto male, ma soffriva di vari difetti che incisero sulla sua qualità generale.
Devil Summoner 2 è un sequel diretto che la casa di produzione ha creato ascoltando le critiche e tentando di sviluppare a costi limitati (il gioco costa appena 40$ negli USA) e si propone di rimediare agli errori compiuti. Andiamo a vedere se l’intento è stato raggiunto.

Anni ‘20

Il gioco è ambientato ancora una volta a Tokyo durante l’era Taisho, grosso modo attorno al 1920. L’avventura riprende poco tempo dopo la fine del primo Devil Summoner. Raidou e Nerumi, il detective presso cui il protagonista lavora sotto copertura, notano che in molti sono influenzati dal concetto di “fortuna”, nel bene e nel male. Alcuni si fregiano di avere una buona sorte ad assisterli e rendere felici le loro vite, mentre altri si disperano per avere solo sfortuna.
Un giorno giunge una giovane donna all’agenzia di Nerumi, affidandogli il compito di ritrovare un uomo di nome Dahn. Oltre alla sua foto, però, non intende dare spiegazioni sul perché voglia rintracciarlo. Malgrado le poche informazioni Nerumi accetta il caso e voi sarete ovviamente coinvolti nell’impresa.
Inizialmente il compito non sembrerà niente di più di un ritrovamento di persona, ma non passerà molto tempo che la ricerca diventerà qualcosa di immensamente più grande, coinvolgendo una catena di eventi sorprendente.

La trama risulta essere sorprendentemente solida e ben narrata al livello di script. Ancora una volta ci troviamo di fronte ad atmosfere occulte e misteriose, ma questa volta la storia è persino più ‘dark’ del precedente capitolo. I temi principali ruotano attorno a quello della Fortuna e il titolo mostra, in molteplici modi, come le persone reagiscono di fronte ai suoi influssi.
La storyline riesce a costruire man mano il suo intreccio, tenendovi interessati fino alla fine. Anche con i personaggi si è compiuto un buon lavoro, caratterizzandoli in modo tale da non lasciarli cadere nel baratro della bidimensionalità che troppe volte vediamo. Difficilmente, analizzandone uno, si potrà etichettarlo come ‘malvagio’ o ‘giusto’, e questo è qualcosa che solo pochi giochi hanno saputo fare come si deve.
Con scelte di dialogo che potrete fare durante il gioco determinerete il finale. I tre epiloghi presenti sono ispirati ai classici allineamenti della serie Shin Megami Tensei: caotico, neutrale o legale. A seconda del finale ottenuto avrete un demone esclusivo da comandare. Ci sono dunque buoni elementi in ballo per scegliere di intraprendere più volte l’avventura.


Ancora una volta dovrete ascoltare i cittadini per carpire informazioni

Incrociamo le dita!

Anche questa volta dovrete destreggiarvi tra sessioni di investigazione e dungeon-crawling. Durante le prime dovrete raccogliere indizi per proseguire; potrete ancora fare affidamento alle abilità speciali dei vostri demoni (ad esempio potrete leggere nella mente delle persone con Lilim).
Questa volta la struttura del gioco è focalizzata sul singolo caso principale, ma potrete integrare l’esperienza di gioco con le sub-quest presenti.
Purtroppo spesso il titolo tende a darvi un obiettivo senza darvi sufficienti indizi da dove cominciare, e questo alla lunga diventa snervante perché ci si ritrova a vagare in ogni luogo alla ricerca di indizi. E’ vero che un vero detective spesso non ha idea di dove cominciare con le indagini, ma vagare quasi senza meta per parecchio tempo può diventare noioso.
Per fortuna gli incontri casuali sono stati tolti dalle strade cittadine, anche se nei dungeon sono ancora molto frequenti.

Anche le meccaniche di combattimento sono state riprese dal capitolo precedente e implementate. Ancora una volta Raidou potrà muoversi all’interno dell’arena di battaglia ed eseguire azioni in tempo reale.
Oltre ai comandi originali, attaccare con la spada, con la pistola e difendersi, ora si potrà eseguire una mossa elusiva rotolando per terra: utile per avvicinarsi velocemente e schivare gli attacchi. Oltre a quelli normali con le armi, ora è possibile dar vita a combo vere e proprie, inoltre il protagonista potrà usare anche lance e asce. I proiettili per la pistola sono ora infiniti, ma si potrà sparare solo sei volte prima di dover ricaricare. Le munizioni elementali non sono più presenti, ma dovrete usare le abilità dei demoni per dare energia ai vostri colpi.
Altra novità è la possibilità di evocare due demoni contemporaneamente, invece di uno solo. Questo ovviamente aumenterà la gamma di abilità che potrete gestire con conseguente valorizzazione dell’aspetto strategico.
Raidou e le sue creature condivideranno una barra di energia chiamata Magnetite (MAG) alla quale attingeranno per le loro skill. L’unico modo per ricaricarla (a parte oggetti rarissimi), sarà sfruttare le debolezze degli avversari per stordirli e dunque attaccarli in questo stato di debolezza; per sopravvivere dunque sarà fondamentale focalizzarsi sui punti deboli dei nemici.
Le battaglie sono sempre molto movimentate e animate; un problema che sussiste però è quello della gestione della telecamera, a causa della quale spesso dovrete affidarvi al vostro istinto per colpire adeguatamente i mostri.

 


Le battaglie saranno ancora tante, ma questa volta potrete evocare due demoni in battaglia!

Particolare importanza avrà ora accumulare Loyalty Point (Punti Lealtà). Una volta portato il grado di un demone al massimo, questo otterrà un’abilità passiva e vi darà degli oggetti ogni volta che salirà di livello. A seconda del tipo di demone sviluppato, otterrete dei ‘titoli’ che vi permetteranno di ottenerne altri e sbloccare sub-quest.
Anche il reclutamento di questi è cambiato. Non dovrete più indebolirli e catturarli nelle vostre capsule, ma verrà utilizzato il famoso sistema di negoziazione tipico di Shin Megami Tensei. Potrete dunque parlare con quelli che incontrerete e, per portarli dalla vostra parte, dovrete rispondere correttamente alle frasi che vi indirizzeranno. Spesso dovrete soddisfare determinate condizioni, come dare loro degli oggetti o altro. I dialoghi spesso sono occasione per divertenti intermezzi che potranno strapparvi più di un sorriso.
Fondamentale, per il vostro viaggio, sarà l’apporto dello psicolabile scienziato Victor. Nel suo Gouma-den potrete fondere demoni per ricavarne di nuovi nonché registrarli nel Compendium (dal quale potrete prelevarli a piacimento pagando una somma di denaro). Grazie al suo aiuto, potrete fondere determinate gemme trovate nel vostro viaggio per unirle ad armi che verranno così potenziate.
C’è da segnalare una componente nuova introdotta in questo seguito: la fortuna. A seconda del vostro grado di questa, all’inizio di un combattimento potrete avere dei bonus (attacchi più potenti, raddoppiamento di punti esperienza, denaro o Loyalty Points, ecc…) o delle penalità (nemici più forti, precisione diminuita…).
Potrete accrescere la vostra fortuna catturando le cosiddette Luck Locusts (Locuste della Fortuna), ma se un nemico ottiene un attacco a sorpresa durante un incontro casuale, il vostro livello diminuirà. Fortunatamente potrete ripristinarla in un Tempio.
La fortuna sarà cruciale per evitare scontri contro particolari boss chiamati Fiends. Questi avversari sono straordinariamente potenti e potrete imbattervici senza volerlo in qualsiasi momento. A meno che non siate ad un livello sufficiente per affrontarli, una volta incontrati saranno dure le condizioni che dovrete sostenere per lasciarvi andare.

Insomma come potete notare il gameplay del gioco è stato implementato in ogni suo aspetto, raffinandolo e migliorandolo sensibilmente. Gli elementi che lo caratterizzano danno alle battaglie e alla struttura generale un pizzico di varietà in più. Purtroppo, a lungo andare, la ripetitività si farà comunque sentire; non tanto nelle fasi iniziali del gioco quanto in quelle finali, quando persino le negoziazioni dei demoni cominceranno ad essere tutte uguali tra di loro e quando i continui scontri cominceranno a ledere la vostra sopportazione. Per chi è abituato a grandi quantità di scontri potrebbe non essere un problema, ma per altri potrebbe essere davvero un peso.
 


Portare la lealtà dei vostri demoni al massimo sarà fondamentale

Aspetto classico

La grafica del gioco è uno degli elementi più deboli. Anche considerando che il titolo riprende il plot dopo gli avvenimenti del capitolo precedente, è senz’altro deludente constatare che molti elementi siano stati riciclati da esso. Certo alcuni ambienti sono gli stessi, ma non è un buon motivo per riproporli con un livello di un gioco del 2006. Ci sono delle aree nuove e gli scenari di battaglia ora sono completamente in 3D, il livello grafico è tutto sommato più che accettabile, ma è inevitabile chiedersi come ma non si sia cercato di aggiornare un po’ questo aspetto, soprattutto considerati gli standard raggiunti dagli ultimi lavori per PS2.
Al di là di questo il design dei personaggi e dei demoni è sicuramente buono, anche se i protagonisti soffrono di una certa inespressività facciale.
Insomma visivamente il gioco è più che sufficiente, solo non al passo con i tempi.

L’aspetto sonoro condivide solo in parte la cura data alla grafica. Molte tracce della colonna sonora del precedente capitolo sono state riprese; in sé e per sé non sono male, ma risentirle di nuovo per la durata di un secondo gioco può risultare molto ripetitivo. C’è comunque una buona dose di nuove melodie, ancora una volta composte da Shoji Meguro, in linea con l’atmosfera: per lo più di genere jazz e con più di un’impronta rock.
Si tratta in generale di un buon lavoro, anche se non si tratta di qualcosa di memorabile.
Peccato solo che il gioco sia sprovvisto completamente di doppiaggio che, anche se non essenziale, avrebbe sicuramente esaltato la narrazione.
 


La grafica non è male, ma non è al livello dell’ultima generazione per PS2

Il cammino di un evocatore

L’avventura principale dura circa 40 ore, ma se vorrete imbarcarvi in tutte le sub-quest e gli obiettivi secondari possono anche arrivare a 60 e oltre.
Malgrado altri capitoli della saga Shin Megami Tensei siano nettamente più longevi, si tratta comunque di una durata soddisfacente. Intraprendere le missioni secondarie poi sarà abbastanza naturale, soprattutto per variare dal filone portante e proseguire preparati.

Conclusione

Sicuramente la Atlus è riuscita a migliorare di molto il primo capitolo, implementando fortemente la formula originale e arricchendola di elementi nuovi e altri riconducenti al classico stile della saga principale, cosa che i fan apprezzeranno sicuramente.
La particolare atmosfera che pervade l’avventura e la solida storia che si dipanerà mano a mano, faranno la gioia sia degli amanti della saga, sia chi è in cerca di qualcosa di nuovo.
I difetti più incidenti sono la scarsità di indizi forniti al giocatore per proseguire con le investigazioni e la pesante monotonia che sopraggiunge nelle fasi avanzate di gioco. Se siete un pubblico non disposto a perdere un po’ di tempo con questi due aspetti, forse sarebbe meglio guardare altrove per i vostri acquisti.
Consigliato invece a chi non si fa sconfortare da qualche arrancamento strutturale e da un rate di incontri casuali alto, oltre ovviamente agli amanti della saga e a chi ha saputo apprezzare il capitolo precedente.

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