Shin Megami Tensei: Digital Devil Saga 2 – Recensione Shin Megami Tensei: Digital Devil Saga 2

L’universo Megaten ha partorito nel corso degli anni un gran numero di capitoli e spin-off legati da elementi come il bestiario, le ambientazioni apocalittiche e la presenza di buone dosi di occultismo ed esoterismo.
Uno dei più riusciti è sicuramente Digital Devil Saga, un JRPG dall’ambientazione malinconica e dalle tinte cupe, che ben mescolava elementi sci-fi e mistici dando vita ad un’ambientazione e ad un intreccio assolutamente originali.
Digital Devil Saga 2 costituisce il secondo tempo della vicenda e va a chiudere i punti rimasti in sospeso nel primo capitolo, svelando retroscena e mostrando il destino degli Embryon e della loro ascesa al Nirvana.

Paradiso o Inferno?

Gli eventi riprendono dove lasciati in sospeso dal primo capitolo, ovvero dalla distruzione del Junkyard in seguito al tentativo di raggiungere il Nirvana da parte degli Embryon.
Quello raggiunto dai protagonisti non è però il tanto agognato Nirvana, emergono nel mondo reale con corpi fisici, scoprendo la natura virtuale del Junkyard. Nel mondo reale il sole è divenuto nero come in una perenne eclissi, e pare essere il responsabile della "Cuvier Syndrome", causa della pietrificazione delle persone esposte direttamente ai suoi raggi. La popolazione si rifugia nel sottosuolo e nelle cupole protettive della Karma Society, un’organizzazione che ha a che fare con il virus che trasforma in demone, e che pare essere direttamente collegata con il passato dei protagonisti e allo stato attuale della stella rossa che ci dà luce. Questa società fornisce ai suoi soldati il Demon Virus in modo che possano nutrirsi di umani vista la desertificazione del mondo e la rarità delle piante, ma le persone non resteranno a  guardare mentre vengono allevati e divorati. Costituiranno un nucleo di resistenza chiamato Lokapala al quale presto si uniranno gli Embryon per combattere la K.S. e scoprire le verità su di essa e sui legami con il sole nero, con le origini degli Embryon legate al misterioso progetto Asura e con Sera, mettendo a confronto una totalitaria società Karma e i ribelli.

 

Alcune scene sono altamente coreografiche

Durante l’avventura non mancherà una gran quantità di fimati d’intermezzo realizzati con l’ottimo motore di gioco, ulteriormente spremuto rispetto al precedente capitolo e non mancheranno gli incontri con vecchie conoscenze e nuovi, temibili avversari.
La narrazione si mantiene su alti livelli e tiene incollato il giocatore allo schermo, grazie all’intervallarsi di momenti adrenalinici e drammatici dall’ottima sceneggiatura, chiarendo gradualmente le questioni lasciate in sospeso e presentando inaspettati colpi di scena.
Siete pronti ad immergervi ancora una volta in un mondo fantascientifico e distopico dove starà a voi cercare di sopravvivere scoprendo i retroscena di una trama articolata e affascinante?

Benvenuti a Karma City

Gran parte dell’avventura si svolgerà negli anfratti di Karma City, la città protetta dai raggi del sole grazie ad una serie di cupole, e nei suoi claustrofobici sotterranei.
Come nel precedente capitolo e nel "fratello maggiore" Lucifer’s Call, gran parte del gioco sarà costituito dall’intervallarsi di filmati, fasi esplorative negli intricati dungeon e combattimenti.
Avremo modo di vagare per labirinti cittadini, palazzi e sinistri laboratori, esplorando i numerosi dungeon, risolvendone i puzzle ai quali il primo capitolo ci ha abituati e combattendo grazie ai numerosi, fin troppo invadenti incontri casuali.
La parte dedicata alla lotta risulta nuovamente elaborata e curata nei minimi dettagli, rivisitando il battle system classico del precedente capitolo con qualche piccola aggiunta.
Il sistema basato sulle debolezze del nemico compie ancora una volta il suo dovere e rende ogni battaglia una sfida da non sottovalutare, in quanto un nemico qualsiasi può portarci al game over se i Mantra da noi equipaggiati saranno deboli ai suoi attacchi.
Colpendo il nemico con un tipo di attacco al quale è particolarmente vulnerabile  (ad esempio fuoco, ghiaccio, morte, e via dicendo) o effettuando un colpo critico, otterremo mosse extra come già visto in Lucifer’s Call, ovviamente anche il nemico potrà sfruttare questa caratteristica colpendo i nostri punti deboli.
 



Karma City

Avremo inoltre la possibilità di usare delle combo equipaggiando diversi Mantra sui personaggi attivi nel party, combattere in forma umana utilizzando le armi da fuoco dei protagonisti e addirittura parzialmente trasformati (aumentando notevolmente la possibilità di fare e subire colpi critici) quando si presenterà la giusta fase solare.
Un’altra caratteristica ripresa direttamente da Lucifer’s Call è proprio l’utilizzo delle fasi solari che condizionano la nostra forza e quella dei nostri avversari, rendendo opportuno tenere d’occhio l’indicatore di fasi.
Il potenziamento dei personaggi si basa sull’esperienza ottenuta dai combattimenti e sui punti Atma ottenuti divorando i nemici, essenziali per ampliare il nostro parco abilità espandendoci su una Mantra Grill rivista e migliorata.
Utilizzando il denaro ottenuto durante l’avventura potremo comprare i vari Mantra, che andranno prima sbloccati comprando quelli adiacenti come in una scacchiera e che andranno poi padroneggiati riempiendo di Atma la barra del relativo Mantra. Tutto ciò si traduce nel dover scegliere con cura quali acquistare, sia per poter arrivare a quelli più potenti che per non sprecare denaro e punti, ottenibili in maggiori quantità se riusciamo ad annientare un nemico utilizzando abilità come Devour e Hunt, divorando letteralmente il nemico, ma delle quali non dovremo abusare. Pena, un fastidioso mal di stomaco.
Avremo completa libertà nello sviluppo della griglia di tutti i personaggi, mentre solo i parametri di Serph potranno essere potenziati a piacere con l’aumento del livello,  quelli dei compagni verranno modificati automaticamente e potremo influenzarli solo tramite i Karma Rings, equipaggiamenti che aumentano diverse statistiche e che troveremo nel corso del gioco.

Stile Bestiale

Ancora una volta la serie sfoggia uno stile visivo assolutamente d’effetto e molto gradevole, sia che si parli di futuristiche città, che del design dei personaggi (sia in forma umana che demoniaca). L’alchimia tra mistico e futuristico risulta azzeccata, proponendo un setting carismatico e unico, caratterizzato da un forte accento dark con particolari disturbanti quali il cannibalismo, i demoni e un sole ben poco amichevole.
Tutto è particolareggiato, anche se con qualche carenza su alcuni frangenti delle ambientazioni e picchi positivi sui modelli demoniaci dei protagonisti curati da Kazuma Kaneko (designer tra l’altro della forma demoniaca di Dante in DMC3) e il design è mantenuto sui livelli qualitativi ai quali siamo stati abituati dai precedenti capitoli, grazie anche al mantenimento dello stesso motore grafico.
L’uso de cel-shading già riscontrato nei precedenti capitoli riconferma la sua bontà ancora una volta, non sfigurando, anche se paragonato, davanti a prodotti più recenti e ricreando atmosfere suggestive e dai tocchi horror.
 

Il nuovo stato chiamato "Berserk"

Per quanto riguarda il comparto sonoro ritroveremo aggressivi brani rock con elementi elettronici, lenti e malinconici pezzi caratterizzati dal pianoforte e sonorità industrial ormai facenti parte dell’inconfondibile stile di Shoji Meguro, che riesce ancora una volta a creare una colonna sonora perfettamente aderente alle atmosfere del gioco e dall’estrema orecchiabilità.
L’enfasi sui numerosi filmati d’intermezzo verrà accentuata, oltre che dall’ottima colonna sonora, da un doppiaggio inglese di buona fattura che ripropone il cast del precedente titolo e che compie alla perfezione il suo dovere.
Doveroso segnalare la presenza di un’edizione speciale contenente un set di cartoline raffiguranti diversi personaggi e il disco della colonna sonora. Da non perdere per chiunque abbia amato la soundtrack del primo episodio.


Fine secondo tempo

Dopo una settantina di ore, circa 35-40 per capitolo, porterete finalmente al termine questo secondo e conclusivo capitolo, riponendo il disco nella confezione non potrete che ripensare alle ore trascorse davanti a Digital Devil Saga con un certo piacere.
Nonostante la mancanza di una localizzazione italiana, una certa ripetitività di fondo colmata parzialmente da un sapiente uso dei colpi di scena e da un numero a volte stressante di incontri casuali, DDS si conferma un signor jrpg (va preso come un capitolo unico in quanto i due episodi sono due metà della stessa trama, che risulterebbe interrotta bruscamente o incomprensibile se si decidesse di giocarne uno solo).
Una trama dall’ottima sceneggiatura con momenti drammatici e scene d’azione si conclude mantenendo l’alta qualità alla quale ci ha abituati, accompagnandola con una colonna sonora di tutto rispetto.
La caratterizzazione dei personaggi è senza dubbio atipica e molto curata, presentando un cast originale e interessante, affiancato da un’altrettanto atipica ambientazione dai forti toni cupi e fantascientifici. La violenza del mondo di gioco e le tematiche trattate lo rendono un jrpg rivolto ad un pubblico più maturo rispetto alla media dei jrpg attuali. Sopra ogni standard è anche la difficoltà della serie, che non mancherà di farvi sudare per battere l’ennesimo boss.
Unite il tutto ad un battle system classico, ma estremamente efficace e avrete un jrpg che saprà coinvolgervi e tenervi davanti allo schermo per diverse ore.

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