Shinobido Homura: Soul of the Ninja – Recensione Shinobido: Tales of the Ninja

Storie di ninja

Sulla scia del fortunato predecessore, i ninja Asuka approdano anche su PSP con un capitolo ben riprodotto e che racconta le vicende successive a Way of the ninja. Proseguendo dal finale nascosto del titolo per PS2, i tre sopravvissuti del nobile clan ninja riassumono il loro antico compito di difendere la provincia di Utakata al servizio del signore Nobuteru Ichijo. Stavolta dovranno attenersi ad un preciso percorso, ma il destino della regione dipenderà comunque da loro.

La difesa di Utakata

Dopo aver riacquistato completamente la memoria e aver sconfitto Gamuran, il Corvo Goh ha riunito i suoi compagni, e adesso protegge fedelmente la spada leggendaria degli Asuka. Il suo compito è quello di servire, insieme a Kinu e Zaji, i signori del luogo: nobili ninja, dunque, ma pur sempre “mercenari”. Ecco che inizia quindi la lunga serie di missioni che gli Asuka dovranno affrontare per poter mantenere la pace ad Utakata. Per quanto questo capitolo sia teoricamente il sequel dell’omonimo per PS2, torneranno avversari storici che ci avevano lasciati o che ne avevano dato l’impressione: troveremo nuovamente Hebitonbo ed Uzumushi, mentre stranamente mancherà Ageha, a suo tempo schiacciata dal grassone Kenobi sopra citato. Maggiore sorpresa sarà rivedere la cara Sadame (nel capitolo precedente a sopravvivere doveva essere un solo signore, ed Ichijo è vivo e vegeto) e, anche se non compare direttamente, il vecchio Akame, per il quale di tanto in tanto dovrete far fuori un generale o rubare documenti. Le missioni sono parecchie (oltre sessanta), ma completarle non è un grande problema se si gioca a livelli inferiori al difficile: ad ogni modo, ad aiutarvi non ci sarà solamente Kinu (come nel precedente capitolo), ma altri trentaquattro personaggi, sbloccabili nel corso del gioco attraverso missioni speciali. Stavolta però non si tratterà semplicemente di affrontare le missioni nei panni dei vostri nemici, ma di una vera e propria sostituzione: selezionando Hebitonbo, controllerete proprio il capo dei Kenobi, con la specialità del suo braccio metallico e le sue abilità ninja; scegliendo invece i soldati (di Ichijo, Akame o Sadame) non potrete assolutamente eseguire attacchi furtivi, ma solo sfruttare le loro abilità di spada o di arco, e così via, passando per Yojimbo, l’orso o addirittura Gamuran. Ognuno avrà il proprio livello e la propria esperienza, e sarete dunque costretti a scegliere fra potenziare un singolo personaggio per renderlo invincibile o utilizzare una turnazione e mantenere agli stessi livelli tutti i personaggi disponibili. Le tipologie di missioni sono molteplici e diverse tra loro: sarete chiamati ad eliminare tutti i nemici di una determinata zona, ad assassinare il loro capo, a raccogliere o a rubare cibo per il vostro signore, ad attaccare o proteggere un carro di trasporti. Ma l’essenziale differenza, che non fa certo bene a questo capitolo, è la mancanza della scelta che era presente nel predecessore. Sarà ancora possibile scegliere tra un determinato numero di missioni per ogni punto del gioco, ma esse non influiranno assolutamente sugli eventi: che uccidiate un generale o venti in una missione, questo non significherà una perdita di forza per il nemico colpito (così come accadeva invece nel titolo per PS2). Il vostro compito si limita solamente all’eseguire le missioni, nel modo migliore e completo possibile, sino al 100% di percentuale di completamento. Si perde dunque la vera anima di Shinobido, intrigante proprio per questa esclusiva possibilità di condizionare pesantemente gli eventi: il titolo conserva comunque un’ottima giocabilità e un caratteristico sistema di gioco, guadagna la squisita particolarità dell’utilizzo di diversi personaggi (trentasei in tutto), ma abbandona la vera innovazione che lo aveva reso speciale e diverso da altri titoli simili. Tuttavia, si tratta pur sempre di un’esperienza diversa e, a conti fatti, per nulla spiacevole: questo capitolo di Shinobido diverte, cattura e appassiona. Inoltre, il sistema di crescita “gdristico” accresce la longevità e va ad eliminare la fastidiosa, anche se realistica, inferiorità in combattimento che si subiva con Goh e Kinu, pessimi con le armi. Adesso invece, ai livelli più alti, saranno in grado di far fronte anche a diversi Yojimbo o generali, senza tuttavia rischiare eccessivamente.

Prendi una scorta in più

Perfettamente in linea con il sistema del gioco, ma non per questo meno fastidiosa, è l’assenza della gestione oggetti. In Way of the Ninja le scorte di pozioni curative potevano essere la vera salvezza, mentre le fiamme ninja l’unico mezzo per avere la meglio in una mischia: con Tales of Ninja dobbiamo dimenticare tutto questo e sottostare alle scelte del gioco, rinunciando a molta libertà e nei casi peggiori al proprio stile di combattimento. Alcune missioni senza rampino, altre senza pozioni della guarigione, altre ancora con oggetti assolutamente inutili: un fastidio non irrilevante, soprattutto per chi magari, giocando al titolo precedente, aveva elaborato uno stile di gioco particolare. In questo modo diventa inutile raccogliere gli oggetti, e Acquire lo rende infatti impossibile, eliminandoli dagli scenari; insieme ad essi, scompare necessariamente anche la simpatica opzione di alchimia, che se per alcuni è rimasta un’opzione mai approfondita, per altri si è trasformata in una vera fonte di potenza. Questo è forse l’unico aspetto che Acquire non è riuscita a controbilanciare, perdendo di fatto un altro dei suoi elementi più amati e originali.

Così come ce la ricordavamo

E’ chiaro che, per quanto potente, la PSP offre delle potenzialità in ogni caso inferiori a quelle della PS2. Tuttavia, non sempre quelle che ci sono riescono ad essere sfruttate, mentre Shinobido lo fa in maniera egregia e bisogna sottolinearlo. Le immagini sono più grezze, meno definite o colorate più generalmente, ma le ambientazioni, l’aspetto dei nemici, delle armi e tutto il resto viene riproposto senza alcuna modifica. Che si sia trattato di una “comodità”, una scelta dovuta alla volontà di non riprogrammare la grafica, oppure di una sfida alle potenzialità della PSP, rimane da dire che sul piano estetico Shinobido Tales Of Ninja non delude affatto, mostrando, come unica differenza con il capitolo PS2, solo una definizione appena inferiore. Ogni tanto si notano dei piccoli errori, come pareti che scompaiono o oggetti sospesi nel vuoto, ma tali elementi diventano fastidiosi solo nelle situazioni in cui sono fondamentali per le sorti delle missioni. E’ questo l’ultimo difetto di Tales Of Ninja, meno diffuso ma decisamente più irritante: alcune missioni finiranno per diventare davvero impossibili in quanto bisognerà, per raggiungere il proprio obiettivo, saltare nel vuoto e lanciare il rampino affidandosi alla sorte (e alla CPU), o peggio ancora costruirsi un passaggio lanciando una cassa grande quanto il personaggio sopra 10 cm di filo spinato, sperando che rimanga sospesa, per poi ritentare la fortuna gettando una seconda cassa nel vuoto e pregando che rimanga misteriosamente impigliata ad un metro dal terreno, sospesa nell’aria. Questo è decisamente troppo per qualsiasi giocatore, costretto a inventarsi l’impossibile per completare la missione o trovare il nemico: errori fastidiosi, che dovevano necessariamente essere evitati. Non è dunque ai livelli del suo predecessore, ma bisogna anche dire che non ne è una copia conforme, e questa originalità non fa che rendere Tales Of Ninja interessante almeno quasi quanto Way of the Ninja. Non ci saranno una enorme possibilità di scelta, tanti oggetti da trovare o creare e nemmeno l’eccellenza estetica e tecnica del primo Shinobido, ma questo capitolo si presenta, nonostante ciò, con ottime credenziali e tanta voglia di appassionare ancora i fan del genere, come solo Shinobido è riuscito a fare a colpi shuriken, bombe ninja e attacchi furtivi.

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