Sonic and the Secret Rings – Recensione Sonic and the Secret Rings

Wii like hedgehogs!

In molti conoscono il famosissimo riccio blu che sfoggia il nome di Sonic, velocissimo porcospino che ha affascinato milioni di videogiocatori.
Pochi però possono vantarsi di averlo conosciuto alle sue gloriose origini sull’ormai vetusta console della Sega, il Sega Master System; molti di più lo avranno visto sulle console più moderne, in capitoli che, duole dirlo, potevano (e possono tutt’ora) essere definiti tutt’altro che onorevoli. E’ in questo periodo che nasce “Sonic e gli Anelli Segreti”, approdando sul rivoluzionario Wii: mentre sullo stesso Wii arriva, grazie alla Virtual Console, una versione scaricabile e giocabile del vecchio caro “Sonic the Hedgehog”, capitolo di esordio per Sonic, un altro Sonic inizia a correre sulla piattaforma marcata Nintendo: un Sonic tridimensionale, tuffato in una storia nuova rispetto agli standard anche se non originale in sé, sempre alla ricerca degli anelli dorati sparsi per il mondo, e stavolta anche di qualcos’altro.

Mille e un anelli

La storia di questo nuovo capitolo si distacca dalle precedenti apparizioni di Sonic sulle più disparate console: se vi eravate abituati alla solita storia degli smeraldi del caos, di viaggi per il mondo alla ricerca degli stessi, alle battaglie contro l’acerrimo nemico Dr. Robotnik (adesso più noto come Eggman) è ora di voltare pagina.
E’ di pagine che si parla appunto: la storia inizia infatti con Sonic alle prese del libro “Le Mille e una Notte”, comodamente seduto in poltrona a casa sua. Mentre è immerso nella lettura, causa la stanchezza, si addormenta, per venire risvegliato da nientemeno che un genio!
O per meglio dire una “genia”, uscita direttamente dal libro (e che invece di abitare in una lampada dimora, indovinate un po’? In un anello!), la quale, in cambio dei canonici desideri da esaudire, chiede che l’aiuti a salvare il suo mondo dall’oblio e dalla distruzione da parte del malvagio Erazor Djinn. Giunti nel mondo incantato ricevono però un benvenuto inaspettato: lo stesso Erazor Djinn si para davanti alla coppia e, per complicare il compito al riccio, lo maledice, costringendolo così a doversi sbrigare per portare a termine il suo compito. Inizia così un’avventura a tutta velocità, in un mondo permeato di fascino orientale, per salvare un regno dalla devastazione.

Magie d’oriente

Il comparto grafico di questo titolo è ottimo: completamente in 3D, i fondali sono ricchi di elementi decorativi e ottimamente rappresentati, con splendidi effetti grafici d’acqua e fuoco, e, seppur composti da strutture poligonali abbastanza semplicistiche, di grande impatto visivo: ad un primo impatto con il gioco può succedere di rimanere a fissare l’ambiente circostante, per esempio durante una corsa frenetica sulla riva di un lago, e spedire Sonic dritto contro un nemico senza accorgersene nemmeno, per poi ridestarsi quando il danno è stato fatto. Lo stile dei livelli passa per i generi più disparati, dalla polverosa città nel deserto alla giungla abitata da dinosauri, senza mai calare di qualità. Le corse attraverso i livelli sono rese ancora più frenetiche da acrobazie quali corse su muri, salti vertiginosi nel vuoto, intricati passaggi tra mille ostacoli.
Tutto questo viene accompagnato da un sonoro molto calzante, con musiche appropriate e frenetiche al punto giusto, e che saprà accompagnare l’azione senza soffocarla o sminuirla.

Shake, shake, shake

Il sistema di controllo di questo capitolo si adatta alle novità portate dal Wiimote: quest’ultimo dovrà essere tenuto in posizione orizzontale, come se fosse un joystick tradizionale, con la croce direzionale a sinistra e i pulsanti a destra.
Mentre nei menù il Wiimote andrà utilizzato come un banale controller senza arte né parte, durante il gioco scatenerà tutta la sua capacità: per curvare la traiettoria del riccio blu dovrete inclinare il controller nella direzione corrispondente, per indietreggiare andrà inclinato all’indietro; se per saltare dovrete premere un tasto, per attaccare in volo basterà far scattare il controller in avanti per spedire Sonic dritto al bersaglio. Per quanto riguarda la corsa, questa è completamente automatica: Sonic correrà in maniera totalmente autonoma, schizzando in avanti a velocità folli, mentre fermarsi o indietreggiare diventeranno degli “optionals”. Questo sistema rende il gioco ancora più frenetico, ma anche più complicato all’inizio del gioco, quando ancora dovremo prenderci la mano, e questo può rendere la parte iniziale della storia leggermente frustrante.

Platform o gdr?

Anche il genere di gioco ha subito dei cambiamenti: mentre in precedenza i giochi di Sonic erano tutti rigorosamente lineari (primo livello, secondo livello, terzo livello…) qui starà a noi scegliere quali missioni completare, anche se ovviamente entro certi limiti: una libertà d’azione completamente nuova rispetto ai precedenti, anche se viene bilanciata da una rigida linearità dei livelli stessi. La libertà di movimento di Sonic è infatti molto limitata: il gioco si svolgerà su lunghi “binari”, ovvero strade determinate, dalle quali non ci si può minimamente discostare, e che tolgono molta libertà di decisione.
Oltre alle missioni saltano fuori anche i livelli: più salirà il livello di Sonic più aumenteranno i punti che possono essere spesi da lui per attivare delle abilità utili durante il gioco, che gli permetteranno di far avvicinare i Ring più lontani, o di attaccare in modi diversi.
Anche se il sistema di missioni offre una maggiore libertà di decisione, a causa della frammentarietà delle missioni stesse può capitare di dover passare da missioni molto lunghe ad altre semplicemente difficili da portare a termine, ad altre ancora troppo brevi per essere godute.

Epilogo

Un gioco che risolleva il nome di Sonic dai recenti insuccessi sulle varie console, che sa divertire e intrattenere con novità piacevoli, anche se in alcuni casi non ottimamente strutturate. Prendendoci la mano diventa un gioco pregevole, che riporta alle origini un titolo inquinato da mere migliorie grafiche senza sostanza né passione.

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