SSX – Recensione SSX

Ci sono giochi che hanno fatto la storia di una console o di un genere, giochi che si sono imposti con forza sopra gli altri conquistando il cuore degli appassionati. L’originale SSX fu uno di questi, raggiungendo il picco massimo con il suo successore SSX Tricky, un vero tripudio di follia e ottimo gameplay. Dopo questo “periodo dell’oro” la serie finì però col perdersi un poco e nemmeno i tentativi di rinnovamento quasi drastico riuscirono a riportare la serie ai fasti di un tempo; certo, nessun gioco della serie SSX è mai sceso sotto la sufficienza, ma nessuno è mai nemmeno stato in grado di tornare a quei livelli.

It’s tricky!

Che questo nuovo capitolo della serie sia stato chiamato semplicemente SSX è stato forse profetico, un ritorno alle origini che indica la voglia degli sviluppatori di fare qualcosa di simile a ciò che era agli inizi. 
Impossibile però ignorare i cambiamenti avvenuti in questi anni e il ritorno alle radici è infatti da cercare più nella filosofia di fondo che negli aspetti tecnici. Rimane infatti dov’è l’impostazione della montagna da scendere, compresa la discutibile idea di far finire alcune piste con lo stesso tratto, ma il tutto è stato circondato da un’aria frizzante di divertimento. Le piste sono tornate ad essere impregnate di quella fantastica inventiva che le rendeva rigiocabili per diverse discese prima di poter dire di conoscerle a fondo, scoprendo ogni volta passaggi nuovi magari nemmeno notati precedentemente. La voglia di uscire fuori dal percorso stabilito per cercare scorciatoie o salti avvincenti è ben viva nel giocatore, che è portato a volte ad ignorare la gara in corso pur di fare quel tratto che sembra promettere salti mozzafiato e paesaggi spettacolari. La giocabilità non viene intaccata dall’uso di binari eccessivamente restrittivi, al giocatore viene data la possibilità di spaziare e di affrontare una pista in molti modi diversi.




Ciò che rende veramente notevole questo titolo è la follia che è stata infusa in esso, accantonati i flebili tentativi di pseudo-realismo dei titoli precedenti si è tornati a ricercare il divertimento puro a completo discapito della fisica. Saltare mentre il sole dà alla pista un caldo aspetto rosato e atterrare cento metri più in là dopo aver eseguito un’acrobazia assolutamente folle e impossibile, già impegnati a cercare di capire come evitare la voragine che si apre poco dopo chiedendosi se non sia il caso di caderci dentro alla ricerca di un passaggio segreto è esattamente quello che ha fatto grande la serie di SSX. 
Non che nei titoli precedenti questo non fosse presente, ma il tutto era come castrato, tenuto a freno da un design delle piste che non brillava e da una certa carenza di idee. In questo titolo invece la fantasia degli sviluppatori si è scatenata ed ha prodotto non solo delle ottime piste, ma anche delle novità interessanti.
Interessante la scelta di ridurre al minimo i menù di gioco, proiettando il giocatore subito nell’azione. Gli sviluppatori hanno capito quello che i giocatori vogliono realmente: scendere sulle piste.

La novità principali presente nel gioco è l’attrezzatura, indispensabile per completare alcune piste: rampini, tute riscaldate, tutte alate ed altro ancora riescono ad inserirsi come un elemento di grande divertimento e sfida, soprattutto nel caso della tuta alata, che dà una dimensione totalmente nuova alla pista. Ci piacerebbe vedere il ritorno della possibilità di planare portati dai venti nel prossimo, inevitabile, titolo della serie, e ci è dispiaciuto molto che il tutto fosse limitato a solo qualche pista.
Altra nuova aggiunta promossa a pieni voti è la modalità sopravvivenza: piste in cui lo scopo è arrivare in fondo senza rimanere uccisi nel tentativo, e se credete che la cosa sia semplice vi sbagliate. Anche se dopo un paio di discese un giocatore medio sarà perfettamente in grado di arrivare in fondo, all’inizio queste piste rappresentano una vera sfida. È qui che i designer hanno dato maggior sfogo alla propria fantasia, creando magnifiche piste e modalità di gioco interessantissime come la modalità valanga. In queste piste infatti la visuale è fissa ed è posta frontalmente e a volo d’uccello, rendendo il vostro snowboarder quasi un puntino da far scendere tra improvvisi crepacci e valanghe assassine; la spettacolarità ne guadagna molto e il divertimento è assicurato.

I comandi di gioco fanno il loro compito ottimamente, sia nella impostazione "classica" che in quella "nuova", la reattività è perfetta e non capita mai di trovarsi in difficoltà mentre si esegue qualche trick a causa dei comandi. La scelta della successione dei tasti per eseguire i trick più avanzati è stata effettuata con criterio, e questo permette di muoversi agilmente da un’acrobazia all’altra. Il boarder scivola sulla neve in maniera credibile costringendo il giocatore a calcolare il modo in cui affrontare una curva in maniera più realistica, anche se è possibile riscontrare un certo retrogusto arcade nei comandi.

 

La qualità visiva è, sulle piste, di ottimo livello presentandoci una neve molto credibile che risponde perfettamente ai cambiamenti di luce, e un ambiente generale che regge bene l’impatto visivo. Gli effetti climatici vengono gestiti dal motore grafico senza incertezze e con un discreto realismo. Parlando di paesaggi non si può poi non lodare la qualità visiva di molte piste, veri e propri capolavori fatti di rocce, picchi, colpi di luce, morbidezza della neve e maestose montagne all’orizzonte. Ambientazioni così belle che quando si corre su una pista con ambientazione chiusa o industriale si finisce quasi per soffrirne, rimpiangendo gli ampi spazi precedenti. Stranamente tuttavia lo stesso non si può dire dei brevissimi segmenti in elicottero che precedono l’inizio delle piste: le texture utilizzate per l’interno dell’elicottero lasciano a desiderare, appaiono di qualità decisamente inferiore rispetto a quelle utilizzate per il resto del gioco.

La gestione della fisica del gioco riprende quella via di mezzo tra realismo e arcade che caratterizza il tutto, i personaggi compiono infatti salti e cadute che ben poco hanno a che fare con le leggi che governano il moto salvo poi rispettarle quando si tratta di planare portati dai venti.
Il motore grafico riesce a muovere il tutto senza incertezze, mantenendo un buon framerate, anche se il sospetto è che riesca a fare ciò grazie all’utilizzo di texture meno curate nei punti dove il giocatore non può soffermarsi a lungo ad osservare.

È quasi un peccato che la scelta della colonna sonora non sia delle più felici, presentando una selezione che non riesce sempre ad associarsi correttamente con la parte visiva, a volte risultando persino fuori luogo. La colonna sonora vorrebbe vivere di vita propria, ma in un gioco di questo tipo essa deve servire ad esaltare le immagini.

La grande varietà di elementi inseriti nelle piste, unita ad un design molto fantasioso, permettono di poter rigiocare molte discese diverse volte percorrendo sempre una strada diversa o concentrandosi su cose particolari, come i trick o la raccolta dei "fiocchi di neve" bonus. Questo permette al gioco di alzare sensibilmente la propria longevità, SSX è infatti un titolo che non presenta un alto livello di sfida, e un giocatore esperto può completare tutte le piste in un tempo abbastanza breve. La buona rigiocabilità di molte di esse permettono di aggiungere qualche ora al tutto, facendo raggiungere al titolo una longevità discreta per un titolo sportivo.

Basta non cadere

La prima nota dolente arriva con il sistema di acquisto delle versioni migliorate dell’attrezzatura. Spesso infatti quelle che sono presentate come migliorie non lo sono affatto, o sono così flebili da risultare inutili. Raramente si trova da comprare qualcosa che veramente faccia la differenza in pista, tolta l’attrezzatura specifica per la sopravvivenza. È la stessa idea di store a divenire così inutile e non sappiamo quanti giocatori siano interessati alle modifiche semplicemente estetiche.

 

La seconda, e più importante, nota dolente è sita nella struttura eccessivamente ripetitiva e rigida delle sfide. Ogni zona che vi troverete ad affrontare è divisa allo stesso modo: una paio di corse, un paio di gare di trick e una o due gare finali di sopravvivenza o contro il "fantasma" del vostro rivale. Questa struttura viene presto a noia e ha la colpa grave di finire per scontentate un po’ tutti, chi infatti preferisce gareggiare non può farlo quanto vorrebbe per dare spazio ai trick e viceversa.
Non si capisce poi perché il numero di partecipanti ad una gara sia stato limitato a pochi elementi, creando così spesso la spiacevole sensazione di essere soli e togliendo una parte della sfida. Non crediamo che siano pochi i giocatori che come noi si divertivano molto a rimontare posizioni dopo essere finiti al fondo della classifica a causa di una brutta caduta, intavolando piccole sfide ogni volta che si incontrava il corridore che ci precedeva.
Anche la possibilità di riavvolgere il tempo non funziona come dovrebbe, in quanto il fatto che il tempo per gli altri giocatori non si fermi la rende quasi inutile. Ovviamente c’era bisogno di un contrappeso, ma visto che in questo modo quasi ogni volta chi la si utilizza si finisce per perdere moltissimi secondi il tutto diventa praticamente inutile. Possibile che in fase di test nessuno abbia fatto presente l’eccessiva durezza della cosa?

Una nota a parte merita la strana scelta fatta in fase di localizzazione: il titolo sembra infatti essere stato tradotto in italiano solo per metà. I testi sono in italiano, così come la voce dello speaker nei filmati introduttivi, ma tutto il resto è rimasto in inglese. I testi dei mini fumetti che presentano i personaggi sono in inglese, così come sono in Inglese le voci durante le discese. E a volte non si tratta di semplice chiacchiericcio di sottofondo, in quanto ci è capitato di ricevere utilissimi consigli dal nostro "navigatore" che ci seguiva dall’elicottero. Perché non tradurre queste cose, se sono a tutti gli effetti parte del gioco?

Conclusioni

SSX è un punto di rinascita, è un ottimo gioco che ha però al suo interno delle pecche che gli impediscono di aspirare all’eccellenza piena. Ed è un vero peccato perché le possibilità le avrebbe avute veramente tutte. Quando probabilmente arriverà il prossimo titolo speriamo che gli sviluppatori utilizzino questo gioco come base per crearne uno nuovo che elimini i punti negativi, aggiunga più follia, e conservi le ottime idee qui presenti. A quel punto il titolo potrebbe veramente raggiungere le vette più elevate.

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