Steal Princess – Recensione Steal Princess

Ispirazioni e vecchie glorie

Riproporre vecchi schemi di gioco non è sempre sinonimo di mancanza di fantasia. Quanti videogiochi, anche modernissimi, mettono radici in generi e situazioni riviste e straviste? La risposta è, banalmente, moltissimi. Non c’è nulla di male in tutto ciò, poichè uno sguardo al passato con gli occhi del presente può risultare fresco e divertente. E’ questo il caso di Steal Princess, titolo DS prodotto dalla Atlus (la casa di Shin Megami Tensei e Trauma Center, mica un nome come tanti) e sviluppato dai ragazzi della Climax Entertainment. Il gioco in questione, che ripropone lo stile action-puzzle di vecchie glorie a 8bit e presente esclusivamente su Nintendo DS, saprà unire vecchio e moderno in maniera intelligente, oppure risulterà uno scadente prodotto antidiluviano? Per saperlo non resta che immergerci assieme nel mondo di Steal Princess.

 

 

Mani di ladro, cuore di eroe

Il gioco prende il via con un breve filmato introduttivo, creato e gestito dal motore grafico del titolo, che ci introduce al nostro personaggio, Arise, una bionda e avvenente ladra con una benda sull’occhio. La nostra ladra, che stava cercando di mettere le mani su un prezioso presente nella segrete del Demon Palace, finirà però nel fiume del palazzo per poi esserne catapultata fuori. Appena svegliata, in un luogo che si scoprirà essere la dimora della famiglia reale di Albyon, le verrà affibbiato il ruolo di eroina delle leggende, proprio dalla fatina che era riuscita a salvarla della acque del Demon Palace, Kukri. Da qui, ecco che la nostra dovrà scendere in campo e gettarsi nell’avventura, sconfiggere il terribile signore dei demoni e liberare così il principe regnante dalle grinfie del malvagio sire.
Questa, in fin dei conti, la poco ispirata trama del titolo che a forza di brevi ma onnipresenti cut scene fatte di puri dialoghi, ci illuminerà sui progressi di gioco. In fin dei conti, comunque, la trama di Steal Princess non è altro che un riempitivo, un mero pretesto per gettarci nelle mappe di gioco, vero fulcro di tutto il titolo.


Immunità cromatica

In Steal Princess non troverete mappe aperte o livelli di gioco da solcare in totale libertà, ma solo schemi piccoli e ripetitivi dove, nel nome della buona e vecchia routine, si dovrà trovare la chiave, aprire il forziere e passare per la porta che ci condurrà allo schema successivo. A rendere un pò più gravoso il compito, ecco che si intrometterà un timer che, a seconda del tempo impiegato a completare il livello, ci premierà con una serie di medaglie dal bronzo all’oro, e che ci permetteranno di sbloccare ulteriori livelli nascosti. Oltre a questa sfida contro il tempo, nei vari livelli saranno presenti anche tesori nascosti che a discapito del timer, potremo trovare per sbloccare ulteriori potenziamenti.
A rendere il tutto ancor più ostico, saranno presenti una certa varietà di nemici e ostacoli nel level design. I nemici, prima di tutto, andranno distrutti in puro stile hack’n’slash anche se, è doveroso dirlo, gestito con meccaniche del tutto inappropriate. Molti nemici, infatti, saranno contornati da un certo colore, così che per essere distrutti dovremo scovare la strada dello stesso colore, unico modo per ferirli. La cosa che lascia perplessi è la possibilità di portare con se un solo oggetto per volta. Se la cosa può risultare passabile all’inizio, a lungo termine si rivelerà davvero fastidiosa. Ogni volta si dovrà uccidere il nemico, tornare indietro, cambiare spada (i comandi poco morbidi e difficili non aiutano di certo) e tornare per porre fine alla vita di un altro avversario.
Oltre ai nemici non mancheranno comunque ostacoli da superare saltando, attivando qualche leva o arrampicandoci con la fida frusta della protagonista. Peccato che anche qui, meccaniche del tutto inappropriate e semplicistiche, e non ultima la visuale isometrica (che rende i salti davvero difficili), renderanno la routine noiosa, frustrante e poco soddisfacente.
A poco serve la longevità abbastanza ampia del titolo, capace con i suoi 170 e più schemi di incollare a lungo, complice anche la possibilità di creare la propria mappa di gioco e condividerla con gli amici tramite Wi-Fi. Tutto questo passa in secondo piano per via di un sistema assolutamente poco divertente e macchinoso, riducendo il titolo a una copia mal riuscita di antiche glorie passate come "The Adventure of Lolo".

Tanti pixel, poco 3D

Dal punto di vista visivo, il titolo non riesce a rattoppare i buchi del gameplay. Tra schemi quasi del tutto simili tra loro, e privi di qualsivoglia elemento distintivo, nonchè di qualche abbellimento (appariranno sempre molto spogli), si intrometterà una visuale isometrica del tutto fuori luogo in un gioco di questo genere. Anche i personaggi e i vari nemici appariranno bruttini e come se non bastasse, animati in maniera pessima, praticamente a scatti (per via di pochissimi frame di animazione) o, in molti casi, perfettamente immobili, in una squallida parvenza di manichini in un centro commerciale. Sorte migliore non meritano nemmeno i vari ambienti in tre dimensioni, piattissimi e assolutamente brutti a vedersi. Dal punto di vista grafico si salvano solo i busti dei personaggi che, provvisti di varie espressioni, renderanno piacevoli i vari dialoghi.
Scendendo nei meriti del sonoro, non ci si trova davanti nulla di eccezionale, ma a differenza di tutto l’armamentario sopra descritto, saprà almeno farsi piacere e sottolineare bene i vari momenti di gioco.

In conclusione

Se è vero che anche case videoludiche blasonate abbiano le loro pecore nere, allora quella della Atlus è da ricercare in questo pessimo Steal Princess. Noioso, frustrante, ripetitivo e assolutamente imperfetto a vedersi, questo titolo non ha nulla a che spartire con i capolavori made in Atlus del calibro di Shin Megami Tensei. Peccato, però, perchè si poteva portare su schermo portatile un’avventura almeno divertente.
Sconsigliato praticamente a tutti e, a meno che non siate super appassionati del genere, lasciate pure questo Steal Princess sullo scaffale al vostro negoziante di fiducia.

 

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