Super Mario All-Stars / Super Mario World – Recensione Super Mario All-Stars / Super Mario World

Mario in tutte le salse
 
Fin dal primo storico capitolo, la serie di Super Mario Bros. è stata un enorme successo. Ad oggi, è uno dei franchise di maggiore successo del pianeta.  Nintendo, all’epoca Snes, decise di fare un primo bundle comprendente la raccolta dei vecchi capitoli di Super Mario Bros. (con l’aggiunta di The Lost  Levels, inedito da noi). Successivamente, aggiunse il capolavoro che risponde al nome di Super Mario World.
 

Un goloso pacchetto
 
Va detto, che tale pacchetto non è una mera riproposizione in toto dei vecchi episodi. Bensì, c’è stato un ulteriore restyling, in particolar modo dal punto  di vista grafico, per adattarli al nuovo hardware a 16 bit.
Raggiunto il menù iniziale, nel quale possiamo osservare le immagini dei giochi originali, possiamo selezionare il gioco con cui intendiamo cimentarci.
Il buon vecchio Super Mario Bros, il primo capitolo, appare adesso pieno zeppo di colori, ed è possibile ammirare i simpatici sfondi o il nostro baffuto eroe nella sua nuova salopette. Questa recensione, vuole osservare il gioco nella sua interezza in quanto raccolta, pertanto mi soffermerò semplicemente sul  design in generale dei singoli giochi, sulla loro importanza storica e sulle novità strutturali che introdussero all’epoca.

Come ben saprete, in questo capitolo è necessario superare 8 mondi per salvare la nostra amata principessa. I suoi elementi strutturali si possono  sommariamente riassumere così:
– il gioco ha una struttura a scorrimento laterale
– al comando di Mario o Luigi è possibile correre o camminare, saltare, e sparare delle palle di fuoco tramite un power up;
– correndo o camminando varia l’ampiezza dei nostri salti, così come è possibile spostarsi in aria;
– compaiono i famosi power up (il fungo, il fiore, etc), che permettono a Mario di non morire al primo colpo subito;
– sono presenti dei "burroni", che eliminano la protezione dei power up, andando ad incidere sulle vite, e delle piattaforme su cui salire;
– sono presenti alcune scorciatoie (warp zone) alla fine dei livelli o nascosti in essi (le piante);
– è presente un punteggio, proporzionale al tempo impiegato, alimentato anche dalle monete;
– per sconfiggere i nemici è necessario saltargli in testa (eccezion fatta per il fiore di fuoco). In alcuni casi, tale operazione amplifica il salto;
Tali meccanismi furono in parte ripresi e riadattati in maniera nettamente più funzionale da Pac-Land, gioco che ispirò Miyamoto per la sua struttura.
Il secondo capitolo, è in realtà The Lost Levels.
Tale gioco, non è mai arrivato in occidente, chi dice per motivi di marketing, chi per la sua nuova natura di gioco, chi per via del complesso sistema del famicom disk sopra a cui era stato scritto.
Viene qui riproposto, anch’esso con una splendida veste grafica (i livelli di notte sono splendidi).
The Lost Levels, si differenzia in maniera abbastanza sostanziale dal suo precedente capitolo, in quanto il giocatore è chiamato a pensare molto di più e non a basarsi solamente sui riflessi.
In effetti, il gioco è sì un platform a scorrimento, ma contiene alcuni elementi tipici dei rompicapo.
Potremmo dire, che la principale novità di questo gioco, è appunto il nuovo modo in cui è stato concepito. Il giocatore va stupito, imbrogliato, raggirato, ed è chiamato a pensare e riflettere, più che basarsi solamente sui propri riflessi. Un warp che probabilmente poteva farci saltare un mucchio di livelli, ora ci manda allegramente all’inizio. Va detto, comunque, che anche la difficoltà generale del gioco è sicuramente superiore (ed ecco perché fu semplificato il sistema del continue).
Altre novità, riguardano gli oggetti di gioco (il malefico fungo viola), i nemici, nonché, appunto, la struttura di alcuni livelli, come quelli dei castelli.
Insomma, non si tratta nemmeno solo di stupire il giocatore, ma quasi di voler porre elementi fuori dal loro contesto naturale. (Ehi, c’è un calamaro che vola!)


Super Mario Bros 2

Super Mario Bros. 2, è invece un gioco nettamente, fuori contesto. Per chi non lo sapesse, esso è infatti una riedizione di Doki Doki Panic, gioco mai visto  da noi, sempre di matrice Nintendo. A tale gioco sono stati cambiati i personaggi, che fanno ora parte del mondo Mariesco (e ci sono anche Toad e Peach). Questa volta, ognuno di loro è veramente differenziato nelle sue proprietà. (Chi è più veloce, chi salta meglio, etc). Ma quello che stupisce, è che il gioco  in sé è invece proprio Doki Doki Panic. Ecco, infatti, che ci troviamo a correre tra livelli zeppi di nemici totalmente, e dico totalmente, inediti e in  mondi che poco sembrano avere a che fare con il Mushroom Kingdom. Ma non solo: le proprietà strutturali del gioco, sono totalmente diverse. E’ sì possibile salire sui nemici, ma una volta sopra possiamo perfino farci trasportare, o sollevarli. Una volta sollevati, è possibile lanciarli contro altri. In generale, in effetti, il gioco è basato sul "raccogliere". Nei vari livelli, infatti, troviamo dei cuffi d’erba che spuntano dal suolo, e, tirandoli fuori, ci forniscono diversi oggetti (principalmente, rape da tirare).
Altra differenza, è l’inserimento di alcune porte, nel vero senso della parola, che ci consentono di passare da una parte di livello all’altra.
Tutto questo contesto viene "giustificato" dal fatto che Mario e soci si trovano nel Mondo dei Sogni, mondo che, alla fine, è in effetti un sogno.
Graficamente, il titolo è stato anch’esso rivisto e nettamente migliorato, e i suoi colori appaiono generalmente più freddi e spenti dei precedenti capitoli.
Insomma, Super Mario Bros 2, è in effetti un altro gioco, ma questo non è altro che un bene, dato che ci troviamo di fronte a qualcosa di totalmente diverso, ma comunque assolutamente valido.
 

Super Mario Bros. 3

Super Mario Bros. 3 è invece più simile all’originale capitolo. Torna Bowser e, soprattutto, tornano i classici elementi strutturali (salto in testa, etc).  Ma, ancora una volta, non ci ritroviamo affatto di fronte ad un clone. Va precisato, prima di parlare del gioco in sé, che grazie ad un nuovo chip, gli  sviluppatori ebbero molta più memoria a disposizione per il gioco.
Il design dei livelli è radicalmente cambiato, così come il mondo stesso in cui si svolge tutta la storia. Una prima aggiunta, è la mappa di gioco. Appena  avviata l’avventura, infatti, ci troveremo su una sorta di "tabellone". Qui, possiamo spostare Mario attraverso alcune vie, e selezionare il livello che vogliamo affrontare. Non è, comunque, possibile evitare tutti i livelli. Nella mappa, inoltre, interagiscono alcuni nemici o edifici che ci elargiscono bonus. A proposito dei bonus, è importante dire che è adesso possibile accumularli in una barra che possiamo visualizzare proprio nella mappa.
Tali bonus, inoltre, oltre ad essersi a dir poco moltiplicati, hanno uno stretto collegamento, a livello di gameplay, proprio con la mappa di gioco. Alcuni,  infatti, sono necessari per proseguire e vanno utilizzati proprio all’interno di essa. Altri oggetti, invece, sono nuovissimi e introducono nuove abilità per Mario. Il più classico, associato a Super Mario Bros 3, è sicuramente il costume da procione. Esso, anche grazie alla nuova dinamica dell’accelerazione a tacche, che permette di aumentare la velocità di corsa fino ad un massimo, segnalato da un ripetitivo effetto sonoro, che ci permette persino di spiccare il  volo. Va detto, che alcuni di questi strani costumi sono estremamente rari all’interno del gioco e dunque da utilizzare con cura.
Altra novità, è una maggiore interazione per due giocatori. Se i livelli sono sempre affrontabili singolarmente, è adesso possibile "competere" con l’altro giocatore in alcune vere e proprie sessioni dell’originale Mario Bros. (quello multiplayer con i nemici che scendono in continuazione). Entrambi i giocatori, inoltre, si spostano sulla stessa mappa di gioco.
Inutile dire, infine, che anche la grafica è ancora una volta ritoccata e migliorata e che sono presenti diversi "temi" all’interno dei mondi di gioco (deserto, etc).

Super Mario World

Super Mario World è, per alcuni, il miglior platform game (almeno 2D), della storia. In effetti, è abbastanza difficile biasimarli. Questo è l’unico gioco  che uscì proprio per Super Nintendo e venne incluso nel pacchetto successivamente.
Direttamente da Super Mario Bros. 3, ma in una nuova forma, fa il suo ritorno la mappa di gioco. Ancora una volta, torna quella pseudo-linearità che già si  intravedeva in Super Mario Bros. 3. E’ possibile riaffrontare i precedenti livelli di gioco, ed è inoltre utile per via della possibilità di accedere attraverso altre uscite, ad altri mondi, come quello segreto (e difficilissimo) della Star Road. Questa volta, Miyamoto opera per una contestualizzazione generale dell’opera, collegando, a livello di testo narrativo, in modo più efficace i mondi di gioco. Inoltre, rafforza i power up in quanto strumenti utili nei livelli stessi, che più volte forniscono alcune "possibilità" raggiungibili solo con i suddetti bonus. Premio, per esempio, la possibilità di raggiungere alcuni luoghi reconditi, volando con la mantellina (tipico cliché dei super eroi come Superman, etc). Sparisce, la possibilità di conservarli  nella mappa, così come spariscono completamente alcuni degli strani costumi del gioco precedente. Ma il "bonus" più importante è, sicuramente, Yoshi. E’ infatti qui, che fa la sua comparsa il dinosaurino Nintendo. Esso funge da supporto per Mario, impedendogli ancora una volta di morire al primo colpo, e dando inoltre la possibilità all’abile giocatore di recuperarlo mentre fugge impaurito. Ma non solo: Yoshi è un vero e proprio "personaggio", integrante del  gioco. Anche lui infatti ha delle proprietà strutturali proprie, seppur non totalmente differenti da quelle di Mario (il salto, serve ancora ad uccidere i  nemici). Per esempio è in grado di divorare alcuni nemici e trasformarli in palle di fuoco che andranno a danneggiare a loro volta altri nemici.  Inoltre, è in grado di volare all’infinito, ingoiando uno speciale (e raro), guscio. E’ importante sottolineare la funzione di Yoshi, anche per via del fatto  che esso ci segue nei vari livelli, finché non lo perderemo. E una volta perso, volendo, è sufficiente recuperarlo in uno dei livelli dove appare, per  poterlo riutilizzare in altri mondi. 
I livelli di gioco, hanno subito un miglioramento nel design. Non solo sono infatti più ricchi di elementi, grazie anche alla potenza dello Snes, ma ci troveremo di fronte a vere e proprie novità strutturali: piattaforme che ruotano, pulsanti che trasformano monete in blocchi, etc. In Super Mario World, Miyamoto ritorna ad una maggiore coerenza e semplicità dei livelli, eliminando complicati rompicapo alla Lost Levels. Si riserva,  però, alcune chicche come i passaggi delle Ghost House, in cui al giocatore viene limitata la pressione dei nemici, ma è necessario operare le giuste scelte per proseguire.

Per concludere, un ultimo appunto va anche alle straordinare capacità compositive di Koji Kondo. Egli, infatti, realizza la colonna sonora, tramite un  ventaglio di musiche, principalmente temi con variazione, capaci di enfatizzare molto bene le situazioni di gioco e di inserirsi allo stesso tempo nella testa dei giocatori, che non tarderanno a fischiettarne i motivetti.
Non posso far altro che elogiare questa straordinaria raccolta di capolavori, sia per il loro significato storico, che per il buon lavoro svolto da Nintendo  nel "restaurarli".

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