The History Channel: Great Battles of Rome – Recensione The History Channel: Great Battles of Rome

Le grandi battaglie di Roma

 Great Battles of Rome (da adesso anche GBR) si presenta come una sorta di documentario interattivo dove il giocatore vive in prima persona le battaglie che hanno reso grande Roma: dalle lotte per il dominio sul Lazio alla nascita dell’impero, passando per le guerre puniche e gli scontri contro i Galli. Le battaglie più importanti e non solo, dato che non dovremo solamente sconfiggere Annibale o guidare Scipione alla conquista di Cartagine, ma anche avere la meglio nei piccoli scontri o nelle fasi diversive che hanno reso possibili le grandi vittorie di Roma. Piano piano, al comando di un’armata che faremo diventare sempre più forte e numerosa, saremo chiamati a fronteggiare talvolta eserciti forti e ben disposti, talvolta grandi armate di nemici ma disorganizzati e scarsamente equipaggiati. Ad ogni situazione o nemico corrisponderà un’adeguata strategia di attacco o di difesa: infatti non sempre l’obiettivo consisterà nell’eliminare gli avversari, così come non sempre Roma si è trovata in condizioni di sconfiggere i propri rivali; ecco dunque che sarete costretti a fare del vostro meglio per poter resistere all’ondata nemica o a ridurre il più possibile le vostre perdite finché non verrete raggiunti dai rinforzi. Altre volte invece sarà vitale sbaragliare l’esercito a voi ostile nel minor tempo possibile, conquistando una vittoria di forza che possa dunque intimorire gli avversari e convincerli alla resa. Ad ogni modo, il vostro compito sarà quello di eseguire senza obiezioni dei precisi comandi che il Senato (o chi al potere) vi consegnerà di battaglia in battaglia, per la salvezza e la vittoria di Roma.

Un addestramento fondamentale

 Per quanto le strategie possano essere determinanti in una battaglia, la strada da seguire si interromperà tragicamente presto, se non si addestrerà il proprio esercito al meglio. Senza un’adeguata forza militare, i sogni di Roma si sarebbero potuti infrangere di fronte al primo ostacolo: inoltre, questa volta non potrete contare sul coraggio e sul patriottismo dei primi abitanti della città. Diviene dunque fondamentale addestrare il proprio esercito e renderlo pronto a qualsiasi evenienza: battaglia dopo battaglia, le vostre truppe acquisiranno esperienza utile a guadagnare importanti potenziamenti, da una maggiore resistenza a dei nuovi schemi di attacco, senza escludere le specializzazioni nel combattimento contro le diverse truppe avversarie. La chiave del gioco sta proprio in questo addestramento, ma per interpretarlo al meglio è anche necessario conoscere le caratteristiche base di ogni milizia. Generalizzando, esistono tre grandi gruppi di combattenti: fanteria, cavalleria e tiratori. I primi due a loro volta si suddividono in leggera e pesante, con conseguenti abilità specifiche per ogni raggruppamento. I tiratori invece procedono su un’unica via, con particolari potenziamenti nel corso della storia. Proseguendo con gli anni, infatti, sarà possibile reclutare truppe con equipaggiamenti sempre migliori, ma bisognerà ricordare sempre che la forza del proprio esercito non dipenderà solo dalle sue armi, ma soprattutto dalla capacità di fronteggiare il nemico. Per riuscire in quest’ultimo obiettivo, sarà necessario munirsi di truppe varie e pronte ad ogni evenienza: Roma non combatté tutte le sue battaglie in enormi distese pianeggianti, ma si misurò con i nemici anche fra le montagne innevate o fra le impervie scogliere. Nei luoghi accidentati, le milizie pesanti non possono nulla e la cavalleria è bloccata, mentre la fanteria leggera e gli arcieri possono far valere la loro agilità e la capacità di colpire da un punto fermo e stabile, in lontananza. Per contro, però, queste truppe si trovano in netto svantaggio negli spazi aperti, dove le cavallerie riescono facilmente a schiacciarli e la fanteria pesante può lentamente, ma implacabilmente, sconfiggere le milizie dotate di equipaggiamenti leggeri. Tuttavia, esistono anche situazioni più difficili da analizzare e truppe contro le quali non basta la propria tattica o il miglior esercito messo sul campo: quando Roma si ritrovò infatti a fronteggiare gli elefanti di Pirro o di Annibale, nemmeno la migliore fanteria di allora riuscì ad avere la meglio. Per questo è necessario preparare e addestrare il proprio esercito contro ogni possibile avversario: che si tratti di cavalleria pesante in campo aperto, di fanteria leggera in zone impraticabili o di elefanti in qualsiasi luogo. Un difetto di GBR è proprio l’esiguo margine di errore concesso al giocatore nell’addestramento dell’esercito. La quantità di esperienza guadagnata in ogni battaglia permette a malapena un unico potenziamento, mentre la totale mancanza di informazioni sul prossimo combattimento impedisce al giocatore di prepararsi al meglio, o lo costringe a non potenziare l’esercito per poter successivamente rimediare parzialmente ad un’eventuale sconfitta (che di conseguenza diviene più probabile dovendo utilizzare delle truppe più deboli di quanto si potrebbe avere). Un circolo vizioso dunque, che espone chi gioca a serie difficoltà quando si combattono le battaglie più ardue. A questo punto, la strategia diviene l’unica possibilità di salvezza: riuscire a compensare l’inferiorità militare con la tattica rimane l’ultimo appiglio del vostro comandante, che dovrà sperare anche nella buona sorte. L’arma in più del giocatore è senza dubbio la possibilità di dirigere le proprie milizie nei punti desiderati, e farle muovere verso quel nemico o quell’altro. Tuttavia, lo spostamento è terribilmente lento, macchinoso e difficile da controllare; spesso inutile, specialmente nei campi di battaglia più ampi o accidentati, e riesce nei casi peggiori anche a determinare la propria sconfitta (soprattutto quando vi è in gioco una condizione a tempo). D’altra parte però, senza questa funzione bisogna raddoppiare il lavoro prima di ogni scontro, perché le singole truppe, una volta sconfitto il diretto avversario, rimangono ferme in attesa di ordini che possono essere conferiti solo manualmente, e anche avendo a disposizione l’intero esercito potrete ritrovarvi ad affrontare una singola unità nemica con una vostra singola unità, compromettendo l’esito dello scontro. A volte diviene preferibile ammassare l’esercito in un unico punto e “lasciare che se la sbrighino da soli”, perché disporre e dirigere le truppe al meglio in ogni battaglia diviene stancante e alla lunga noioso. Spesso poi il sistema non memorizza la disposizione iniziale dello scontro precedente, costringendovi a spostare tutto: compito molto fastidioso soprattutto quando il campo è ampio. Capiterà infatti che in alcune battaglie lo spazio nel quale potrete collocare il vostro esercito sarà enorme, ma il gioco ve lo posizionerà gentilmente nell’angolino più in basso e distante dall’avversario, mettendo alla prova la vostra pazienza e bontà.
Oltre a questi, non saranno pochi gli altri casi nei quali eseguire semplici operazioni vi porterà a perdere la testa o ad uscire dal gioco senza rimorsi, perché i comandi sono troppo macchinosi, e la velocità d’esecuzione praticamente non esiste.

 
Fine dei giochi

 Il gioco è ben realizzato, le battaglie sono rese bene, gli eventi sono fedeli alla storia e il doppiaggio è addirittura anche in Italiano, con dei video davvero apprezzabili. Però giocare diventa impossibile, lento, fastidioso e a volte anche irritante a causa dell’assurdità di alcune sconfitte (molte delle quali saranno dovute all’inettitudine del proprio esercito). Il sistema strategico non è scarno, ma la maggior parte delle sue funzioni sono inutili, e si sente la mancanza di alcuni comandi rapidi utili a dirigere le truppe verso un nemico o un punto stabilito. La preparazione precedente alla battaglia spesso è interminabile, specie se si vuole attuare una strategia sensata, ma le condizioni che accompagnano gli scontri vi costringeranno nella maggior parte dei casi ad effettuare una semplice carica immediata contro il nemico.
Si tratta di un gioco discreto, che soprattutto nelle parti iniziali è piacevole da giocare e scoprire. Purtroppo però dopo solo qualche battaglia ha già fatto vedere il meglio di sé, la crescita dell’esercito diviene lentissima, i comandi ripetitivi e fastidiosi, e il gioco in generale si trasforma in un lento ingranaggio che non poche volte si inceppa. Tentativo apprezzabile, piacerà agli amanti delle antiche battaglie, ma non farà innamorare nessuno: ci vuole molto di più.

 

 

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