The King of Fighters Collection: The Orochi Saga – Recensione The King of Fighters Collection: The Orochi Saga

King of Fighters ‘97

Sull’onda del successo di KoF ’96, anche questo nuovo capitolo ebbe enorme fortuna nel lontano 1997: SNK era riuscita a conquistare il cuore dei giocatori e adesso sapeva come migliorare il suo gioiellino. 
Sin da subito si nota come uno dei punti di forza della saga consista ancora una volta nell’elevato numero di personaggi a disposizione, anche stavolta veramente tanti (29 iniziali) e tutti con caratteristiche diverse. Vengono riproposti trii storici ma anche new entries, che non tarderanno a divenire i preferiti di diversi fans.
La grafica viene decisamente migliorata: i colori si dispongono con diverse tonalità formando sfondi realistici e mai piatti, i costumi dei personaggi (come sempre selezionabili in diverse versioni) vengono arricchiti di particolari, i loro movimenti diventano più che mai naturali. Anche nel combattimento si nota qualche leggera miglioria che lo rende ancora più avvincente, soprattutto per quanto riguarda il corpo a corpo.
La trama, infine, gioca in questo capitolo un ruolo mai avuto sino ad ora: dopo aver sconfitto un determinato numero di combattenti verrete incoronati “King of Fighters”, ma proprio in quel momento inizierà il bello, con ancora una volta il potere di Orochi che cerca di risvegliarsi per portare a termine i propri piani di distruzione. Riprendendo direttamente dalla trama di KoF ’96, una serie di boss finali (sicuramente più caratterizzati dei precedenti) cercheranno di mettervi al tappeto e realizzare il loro sogno di risvegliare Orochi. Anche sconfiggendoli sarete costretti ad affrontare il pericolo estremo, finché avrete la meglio e salverete il mondo per altri dieci, cento o magari mille anni. Forse.



Il roster di KoF ’97 vanta ben 29 personaggi iniziali più 6 aggiuntivi

King of Fighters ’98 – The Slugfest

Chi da questo ultimo capitolo si aspettava il prodotto finale di una costante crescita positiva, visibile di anno in anno, resterà deluso. KoF ’98, infatti, si rivela essere uno spin-off della Orochi Saga, limitandosi a raggruppare i numerosi combattenti apparsi nella serie per farli scontrare a piacere del giocatore. Graficamente raggiunge il livello più alto della collection, anche se alcuni sfondi perdono carattere pur guadagnando pixel; tuttavia, in alcuni di essi si potrà avere il piacere sfizioso di intravedere altri personaggi della saga (come Mr.Big o Eiji) mentre si combatte contro il proprio avversario. Salta subito all’occhio la presenza, tra i personaggi disponibili sin da subito (e sono ben 38), di nemici storici come Saisyu e persino Rugal, quest’ultimo nella versione KoF ’94, subito dopo essere stato battuto la prima volta. A parte l’esorbitante numero di combattenti e le combo più facili da usare e più efficaci, KoF ’98 rappresenta un passo indietro rispetto ai due capitoli immediatamente precedenti, i quali avevano lanciato verso il successo la saga. 
La trama scompare definitivamente e il torneo si riduce ad un susseguirsi di sei combattimenti più quello finale, troppo pochi e poco avvincenti. Il gameplay del combattimento, il sonoro, il team battle system e tutti gli altri elementi principali sono praticamente identici a KoF ’97, per cui questo capitolo si propone solo ed esclusivamente come “ulteriore collection” all’interno della raccolta stessa, ricco di personaggi e con un nostalgico e memorabile combattimento finale. Consigliato solo ai veri amanti della serie.



Attacco speciale di Athena che colpisce Chizuru


Challenges!

L’elemento che forse può portare un po’ di innovazione in una serie di oltre 12 anni fa è proprio quello delle sfide, inserito tramite la modalità Challenges, appunto. Grazie a queste sfide, venti in tutto, ciascun giocatore potrà mettere alla prova le proprie abilità e vincere diversi premi tra Artwork, OST, arrangiamenti musicali e personaggi segreti. La difficoltà varia tra facile, normale e difficile, ma potrete trovarle catalogate anche per Extra o Advanced Mode o per gli elementi che sbloccano. Anche se ridotta, questa modalità può davvero mettere un po’ di pepe in un gioco che si lascia completare dopo poco e senza grandi motivi per rigiocarlo: i fans più fedeli, infine, la accoglieranno a braccia aperte.


A colpi di Wii Remote

Quando i capitoli di questa collection venivano creati, la SNK non stava pensando certamente ad un loro futuro approdo su Wii. Tutti conoscono le enormi potenzialità di questa console, ma trattandosi di giochi datati, il sistema di combattimento non poteva essere impostato sull’utilizzo dei sensori di movimento del Wii Remote (Wiimote). Così si è costretti a lasciare da parte il nunchuk, ruotare il proprio controller in orizzontale ed usarlo come un normale pad: l’unico problema è che non ha abbastanza tasti. Le frecce direzionali mantengono la loro funzione, mentre i quattro canonici tasti di attacco vengono rimpiazzati dai pulsanti 1, 2, A e B; la posizione di questi ultimi, però, non si adatta assolutamente a quella della mano, ed eseguire combo o anche attacchi normali diventa impossibile. Per raggiungere la A, poi, si devono necessariamente abbandonare le frecce direzionali,oppure i tasti 1 e 2; infine, se già eseguire le combinazioni di tasti direzionali su un Wiimote diventa veramente difficile, farlo dovendo premere la B si rivela praticamente impossibile. Anche impostando la difficoltà al minimo, giocare è fin troppo ostico e i vostri avversari non ci staranno molto a mandarvi al tappeto mentre voi lottate anche contro il joypad. Per riuscire a gustarvi questa collection, dunque, sarete necessariamente costretti a munirvi di un controller Gamecube o un controller classico Wii, come a dire che non ne vale davvero la pena.


Considerazioni finali

Senza alcun dubbio, The King of Fighters Collection – Orochi Saga è un gioco destinato solo ai veri amanti della serie, a quelli che hanno giocato questi capitoli in sala giochi per ore e ore. Tra le versioni qui raccolte, solo la ’96 e la ’97 meritano una vera attenzione, insieme ad alcuni pochi personaggi degni di nota non presenti in queste due. La giocabilità è buona, il team battle system si differenzia dagli scontri singoli degli altri picchiaduro 2D, e i combattenti sono veramente tanti. Tuttavia, questa collection non può pretendere grossi meriti, ed è destinata a rimanere sugli scaffali dei negozi o dei veri appassionati: per quanto nostalgica possa essere, per quanto questi giochi possano essere stati amati, non si può vivere nel passato e il mercato oggi offre molto meglio. Considerando poi il periodo di uscita praticamente contemporaneo a quello di Street Fighter 4 (e il prezzo pressoché identico), questa collection non può che farsi da parte e lasciare il posto al nuovo mondo videoludico.
Gli appassionati di lunga data ricorderanno tanti bei momenti, ma per i nuovi giocatori questi titoli non significheranno quasi nulla. Avanti il prossimo. 

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