The Legend of Zelda: Twilight Princess – Recensione The Legend of Zelda: Twilight Princess

Recensione a cura di: mcdeath

Il ritorno della leggenda

Era il 1998 quando la Nintendo ci regalò la stella più brillante nel firmamento dei videogiochi. Una cartuccia dorata che, una volta inserita nel nostro nuovo (a quel tempo) Nintendo 64, ci apriva un mondo capace non solo di farci divertire, ma anche sognare. Il gioco in questione è The Legend of Zelda : Ocarina of Time, riconosciuto da molti una delle migliori esperienze videoludiche mai create, se non la migliore in assoluto. Da allora la Nintendo ci ha presentato nuove versioni di questa saga: basti pensare a Majora’s Mask per Nintendo 64, un capitolo della saga con un’atmosfera oscura e decadente, oppure a the Wind Waker per Gamecube, interamente in toon-shading (stile grafico che dona al gioco un aspetto “cartoonesco”) ambientato in un mondo completamente inondato dalle acque. Sicuramente dei bei giochi, validi e divertenti, ma davvero lontani dal riuscire a spodestare Ocarina of Time dal suo trono. Oggi invece ci troviamo di fronte al nuovo capitolo della saga, un capitolo che promette di instaurare col giocatore quella magia che non si vedeva da 9 lunghi anni. Twilight Princess (TP d’ora in poi) è il ritorno alla tradizione, alla trama semplice ma ricca di colpi di scena, al sistema di gioco classico ed alle atmosfere che ci hanno fatto sognare. Non si sa se il risultato finale sarà perfetto ma bisogna dire che la Nintendo ha davvero imboccato la strada giusta per rendere grande la sua nuova console.

La “solita” squisita minestra

Stranamente il gioco parte lentissimo, dando l’impressione al giocatore di trovarsi in un simulatore di fattoria ( un po’ come Harvest Moon ), ma poco dopo vi ricrederete immediatamente. Infatti presto dovrete fare i conti con tutte le mansioni che vi si presenteranno, ma saranno talmente divertenti da non farvi rendere conto che, per completare questo “mini-tutorial”, avrete già impegnato 3 ore del vostro tempo! Finita questa prima parte di gioco potrete dedicarvi all’avventura principale, ma è qui che iniziano i veri problemi. Un’aura oscura sta inghiottendo regioni intere, e le persone all’interno di essa si trasformano in anime, solo Link, l’eroe leggendario, potrà salvare Hyrule da questa orrenda minaccia. In TP la trama torna ad essere l’elemento distintivo della serie che, sin dal 1986, ci delizia con questo plot narrativo, lo stesso da sempre ma ogni volta fresco (grazie a piccoli tocchi di originalità) e capace di entusiasmare qualsiasi giocatore. Questa volta la novità è rappresentata dalla forma che Link assume quando si trova nella dimensione del crepuscolo (l’aura oscura): giocare nei panni del lupo non solo è terribilmente divertente, ma rende il gameplay molto più vario, non sarà l’innovazione del secolo ma funziona alla grande. Nonostante il tentativo di “svecchiamento” però, ci troviamo di fronte ad un clone di Ocarina Of Time: basta farsi un giro nei tanti dungeon del gioco per avere una sensazione di deja-vù, notando lo stesso schema di gioco di 10 anni fa. Questo non è esattamente un difetto, anzi, TP appare un gioco molto più nuovo e divertente di tanti titoli che hanno scelto di rinnovarsi, e l’atmosfera che si respira è più epica di quanto si possa immaginare, però chi si aspettava uno Zelda Next Gen rimarrà deluso.

MeraWiigliosamente Zelda…

Questo gioco, purtroppo, mostra tutti i limiti delle sue origini. Inizialmente pensato soltanto per il Gamecube, quasi a rappresentarne il canto del cigno, Zelda TP viene solo successivamente convertito per la nuova console Nintendo con risultati purtroppo altalenanti. L’ottimo lavoro svolto dai programmatori , però, ha permesso di nascondere alcune magagne tecniche, come la bassa risoluzione o la mancanza di dettagli (dovuti alle limitazioni tecniche del cubetto), grazie anche al magnifico level design del gioco, ispirato come non mai. Il risultato finale è più che buono, visto che il gioco ci regala a tratti paesaggi davvero evocativi… ma il Wii può davvero molto di più. E se sotto il profilo tecnico la nuova console Nintendo non viene sfruttata come si deve, sotto il profilo dei controlli si può dire che Zelda stia vivendo una seconda giovinezza: una volta provati Wiimote e Nunchuck farete fatica a tornare al classico joypad. Sin dall’inizio, brandire il proprio telecomando a mo’ di spada vi verrà così naturale da sembrare un’operazione eseguita migliaia di volte, e vi regalerà sensazioni inimmaginabili se paragonate al tradizionale joypad. Invero, se si effettua un movimento del Wiimote, vedrete Link attaccare proprio come state facendo voi nel vostro salotto, se invece avrete bisogno di effettuare un attacco rotante,vi basterà eseguire un leggero spostamento del Nunchuck e il gioco è fatto. Per non parlare poi del tiro con l’arco e della pesca, due azioni rese in modo sublime. Insomma, se il tentativo di rinnovamento sul gameplay non vi bastasse, il sistema di controllo del Wii potrebbe far sì che con Zelda TP l’esperienza di gioco risulti davvero indimenticabile. Per quanto riguarda il sonoro ci troviamo di fronte ad un lavoro realizzato magistralmente, e le musiche,come al solito dinamiche, sono sempre adatte al luogo in cui vengono eseguite e si trasformano con la condizione di pericolo del protagonista: se ci troviamo di fronte ad un nemico nella piana di Hyrule, infatti, il tranquillo motivetto del gioco si trasforma in un brano opprimente e angosciante,che risulta determinante per il giocatore che vuole immergersi del tutto nell’avventura. Tra tutti, un apprezzamento particolare va al riarrangiamento del tema principale, davvero evocativo.

Le dimensioni non contano…

Qui ci troviamo di fronte al più vasto Zelda mai creato, superiore persino ad Ocarina of Time, sia per dimensioni del territorio in cui si svolge il gioco,che per la quantità di cose da fare. Per portarlo a termine ci vorranno dalle 40 alle 60 ore di gioco, un’enormità se si pensa che un gioco dello stesso genere di solito dura la metà o addirittura meno (uno su tutti Ico, Ps2). Il livello di sfida, sia nei combattimenti che nella risoluzione degli enigmi, è nettamente superiore ai capitoli precedenti e superare un qualsiasi ostacolo di sicuro vi appagherà notevolmente. Ma è nella ri-giocabilità che TP perde il confronto con il suo illustre predecessore: finire il gioco sarà un’esperienza davvero indimenticabile, e proprio per questo difficilmente lo rigiocherete. Può sembrare una contraddizione ma gli enigmi (elemento portante del divertimento del gioco), così ben progettati ,rimangono talmente impressi nella mente del giocatore che rigiocarlo vi annoierà un po’, visto che saprete benissimo cosa fare e i colpi di scena non conferiranno lo stesso effetto. Lunghissimo, ma non eterno.

La vera Next Gen?

The Legend of Zelda : TP è splendido, ma è un gioco per Gamecube riadattato bene: niente di più, niente di meno….. Il comparto tecnico dunque, non è esattamente ciò che i patiti di grafica cercano, ma se si riesce a chiudere un occhio e ad accontentarsi del meraviglioso gameplay, avremo in cambio tutto quello che abbiamo sempre desiderato da un gioco ma che non abbiamo mai osato chiedere. E poi, chi ha bisogno di una Next Gen sterile, realizzata solo da un numero spropositato di poligoni e shader, quando quella vera è proprio sotto i nostri occhi, a forma di Wiimote?

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