The Lord of the Rings: Conquest – Recensione Lord of the Rings: Conquest

Lo scheletro degli Uruk-Hai

Il gioco si lascia reggere da un buon sistema grafico che si concentra parecchio sui dettagli dei soldati, dell’ambientazione, ma limita l’interazione con quest’ultimo. L’ambiente circostante infatti farà solo da sfondo alla vostra avventura e spesso vi capiterà di vedere alcune battaglie in corso il lontananza ma non potrete nè avvicinarvi troppo nè prendervi parte come se ostruiti da un muro invisibile: tutto ciò certamente non farà altro che rendere più realistico l’ambiente guerrigliero della situazione, ma lascia molti limiti di impostazione. Per il resto non si notano rallentamenti nemmeno nelle situazioni più critiche: anche se messo sotto sforzo, il motore grafico dinanzi ad una battaglia con diverse pedine in campo regge senza rallentamenti. Per il sonoro si fanno i complimenti alla produzione per il doppiaggio completamente in Italiano, anche se le frasi ripetute durante le battaglie sono poche e quindi si cade nel noioso velocemente: ma questo è un problema comune a tutti gli action che si fanno carico di questa innovazione. Lo stridio delle spalle, le urla di battaglia, i rimbombi delle magie, sono tutti effetti speciali che rendono l’esperienza più interessante.
Si annovera tra le caratteristiche del gioco anche un buon sistema multiplayer: all’inizio della vostra esperienza online potrete scegliere il vostro schieramento, tra bene e male e ogni volta che morirete potrete scegliere la vostra classe e il vostro punto di nascita e rinascita. L’azione si svolgerà sempre con l’obiettivo di conquistare i punti di raccolta dell’avversario in mappe prestabilite.

Uno scenario di battaglia nei pressi di Minas Tirit

 
Datemi l’anello

In definitiva ci troviamo dinanzi ad un action di buona fattura, che forse a volte vi farà ritrovare in situazioni rigide, limitandovi i movimenti, ma tutto sommato potremmo non notarlo nemmeno.
Le zone in cui combattere andranno man mano ingrandendosi, fino a portarvi a continenti aperti per il combattimento: come nell’immagine poc’anzi mostratavi, o come potrete subitissimo notare nella prima lotta contro Sauron, gli spazi vi permetteranno anche di allontanarvi dalla zona nevralgica, riprendere le forze e ripartire a tutta forza. Guidato poi da un ottimo multiplayer e anche da un innovativo sistema di classe, il gioco si fa apprezzare in tutto. Con qualche innesto GDR e un sistema, anche se minimo, di sviluppo del proprio personaggio, sarebbe stato un capolavoro, ma il messaggio che stavolta ci manda Il Signore degli Anelli è il non confidare sui singoli ma credere nella forza dei tanti, anche dei semplici soldati che nella nostra storia avrebbero potuto prendere il posto di Isildur nello spezzare il dito dell’Oscuro Sire. Un salto di qualità notevole del brand.

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