The Witcher – Recensione The Witcher

Una marcia in più per PC

Mentre si attendono i capolavori per console, su PC, insieme al tanto atteso e desiderato sparatutto Crysis, arriva il seguito dal punto di vista di successo e spessore tecnico di Oblivion e Gothic 3: parliamo di The Witcher, pronto a dare una carica in più a quel PC che, dopo aver diviso capolavori con la console parallela di casa Microsoft ( l’Xbox ) si trova con due killer application tra le mani, basate su trame interessanti ed intriganti e dalla giocabilità innovativa. Entrambi provenienti dalle terre papali, Crysis di fattura tedesca, e The Witcher nato dalle pagine di Andrzej Sapkowski, vincitore nel 1994 del premio polacco Zajdel, grazie a questi gli amanti del computer potranno fregiarsi di questi due titoli dei quali andremo ad analizzare il secondo: The Witcher.

Ne voglio tre, grazie…

Nei panni di uno dei più interessanti personaggi dell’anno insieme ad Altair di Assassin’s Creed, Geralt, il giocatore si troverà a combattere per il guadagno, per la voglia di uccidere e per una vita smodata priva di sentimenti di carità e pietà: vivi e lascia morire, potrebbe essere il giusto motto del nostro spadaccino dai poteri sovrannaturali. The Witcher a prima vista potrebbe portare nell’errore di risultare leggermente semplice e dalle forme molto anomale: nei primi momenti ci troveremo nelle quest forse troppo semplicistiche e meccanicistiche del picchia e prosegui, ma presto noteremo che non ci troviamo dinanzi ad una banalità vecchio stile. La storia, di stampo polacco sia come trama che come sviluppo, essendo la CDProjekt una casa della stessa terra di Sapkowski,si articola in maniera molto avvincente, alternando a delle interessantissime combo eseguite con una veloce combinazione di mouse, difficili da contrastare per i nemici dell’abile spadaccino che ci farà da alter ego, a dei semplici colpi precisi e ben assestati: come in un bel gioco di azione che si rispetti, distaccandosi dal genere RPG col quale nasce e viene presentato, presenterà anche delle mosse finali guidate da intermezzi scenografici che rendono ancora più emozionante la scena. Ovviamente ad aggiungersi al vasto sistema di combattimento, che si baserà su svariate combo del mouse, avremo un intreccio nell’equipaggiamento che si ditinguerà al meglio per ogni combattimento: per essere più chiari, per ogni mostro andrà meglio una determinata spada, che sia di ferro o di argento. Altra aggiunta altrettanto interessante è il fatto che con una veloce pressione dei tasti del mouse potremo scegliere quali delle tre modalità di combattimento adottare: avremo quella per affrontare nemici agili, quella nemici possenti e davvero resistenti e per combattere in mischia, così che il sistema della CDProjekt possa essere utlizzato in qualsiasi momento in qualsiasi modo, in maniera davvero molto ingegnosa.

…ma senza alcool

Geralt, da grande Witcher qual è, possiede, come ogni essere della sua specie modificata, dei poteri magici che lo aiuteranno nei suoi combattimenti e che potenzieranno le sue capacità fisiche e combattive: analizzandole troveremo la tecnica Aard, col quale potremo usare la telecinesi, sbattere nemici a terra  e rompere barriere che potrebbero ostacolare il cammino dell’impetuoso Witcher; Quen, un’efficace barriera che aumenterà la vostra capacità fisica; Yrden, Igni e Axii, quest’ultima utile per manipolare la mente degli avversari. Geralt però nasce nel gioco privo di memoria, col solo desiderio di uccidere: non sa cosa mai possano essere queste arti magiche che nasconde nel suo corpo, quindi col tempo, durante il gioco, imparerà tutto quel che gli interessa per andare avanti nel suo cammino da assassino, attraverso Luoghi del Potere e quest secondarie. Ovviamente l’uso di tutte queste forze magiche comporta un consumo di energie più che ovvio, e l’uso di ciò va ad intaccare le 3 barre della resistenza, vitalità e tossicità presente nel corpo del Witcher: per quest’ultima conviene spendere delle parole, infatti se la barra raggiunge livelli troppo alti creera danni al vostro personaggio che quindi non potrà lanciare magie con troppa facilità, e l’aumentare sarà causato dal doppio gioco delle pozioni, da un lato bonus per l’aumetare della vitalità e quant’altro, dall’altro malus per l’uso della magia,quindi attenzione a non farne troppo uso. Parlando dello sviluppo del personaggio tanto amato del gioco, possiamo parlare di grande varietà, che permetterà di far sviluppare Geralt come meglio credete secondo il suo albero dello sviluppo, basandosi su 10 interessanti livelli. 

E se poi voglio cambiare strada…

Parlando poi di longevità analizziamo i bivi che The Witcher ci presenta: se volessimo finire il tutto senza troppi problemi avremo intorno alle 50 ore di giocabilità, ma se volessimo prendere tutte le strade ed analizzare tutto ciò che è possibile e fare quel che nella vita moderna non possiamo fare, ovvero provare tutte le strade, potremmo divertirci col nostro Witcher per ben 80 ore se non di più. Divertirci come meglio ci aggrada, dal creare un personaggio lascivo intento al conquistare donne, fino al giocare a dadi con i compagni di bevuta nelle locande, è quel che potremo fare durante le nostre libere scorribande negli intermezzi di missione. Scazzottate, bevute, tutto quello che rende un uomo lascivo e fuori da ogni etica, questo sarà il nostro alter ego che conferma, con questi lineamenti, tratti già sviluppati in precedenza da altri RPG dello stesso calibro, vedere Oblivion o Gothic. E ovviamente ogni piccola scorribanda secondaria varrà come aggiunta alla quest principale che sarà arricchita dai bottini che porteranno le vostre divertenti perdite di tempo.
Passando al comparto tecnico ci troviamo dinanzi a qualche problema di grafica, unico neo di questo bell’RPG di importazione polacca, facile da notare quando ci troviamo dinanzi a qualche ostacolo per il nostro alter ego privo della possibilità di saltare: ebbene si, fa di tutto ma non salta. Muovere il pg con la tastiera poi diventa macchinoso e rallenta moltissimo l’azione. Parlando del doppiaggio abbiamo una colonna sonora da far invidia ai più grandi colossi cinematografici, peccato per un doppiaggio poco decente, che manca di espressività, come spesso capita in quelli italiani, che fa perdere spessore ad un bel gioco carico di fattore giocabilità.


…me ne andrò in Polonia.

The Witcher ed il suo romanzo sono stati portati e tradotti, ovviamente, in tutta Europa tranne che in Italia, quindi dovremmo per forza accontentarci del lavoro degli sviluppatori polacchi per capire qual era la magia che avvolgeva Geralt e che portò lo scrittore a vincere il premio Zajdel nel 1994. Seguendo la falsa riga degli RPG, The Witcher si presenta come colossal del genere, proponendosi come degno successore di Gothic e The Elder Scrolls IV: Oblivion, e anche se non faranno un’edizione per il gioco dell’anno ci sarà sempre da godere sotto il punto di vista obiettivo: Geralt non salterà, ma rimane uno dei più carismatici personaggi dell’anno, se non dell’ultimo lustro, ben più sopra lo sconosciuto cavaliere di Gothic e l’avventuriero di Oblivion. Affiancato da una edizione limitata da spavento con la colonna sonora che dovrebbe appartenere a tutti coloro che sono degni giocatori di RPG di tal genere, basata sulle 29 tracce, come già detto poc’anzi, degne di un film da grande cinema, e con una mappa stampata in scala reale, potrete godere a pieno la magia del regno narrato da Sapkowski, un qualcosa che siamo costretti, e la cosa non ci dispiace affatto, a conoscere solo tramite un videogioco, perdendoci tutti i retroscena, ovviamente visibili nel DVD bonus che potrete trovare nell’edizione limitata: la più ricca degli ultimi tempi.

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