Tom Clancy’s Splinter Cell: Conviction – Anteprima Tom Clancy’s Splinter Cell: Conviction

Era il 2002. I videogiocatori rimasero allibiti e rapiti da un super agente segreto, vestito con una tuta all’avanguardia e capace di cose dell’altro mondo. Si nascondeva davanti al naso dei suoi nemici senza essere scoperto; riusciva ad arrampicarsi sulle pareti in modi mai visti prima; sventava piani terroristici e colpi di stato con la facilità con cui ognuno di noi ingurgita un buon piatto di spaghetti. Non era un aereo, né un uccello, né tanto meno Superman… no, non era nemmeno Solid Snake! L’uomo di cui stiamo parlando si chiamava Fisher, Sam Fisher.

Partorito dalla sapiente penna di Tom Clancy, e sbarcato sulle console casalinghe grazie ad Ubisoft, Sam Fisher era riuscito ad entrare nel cuore dei videogiocatori grazie all’ottima saga di Splinter Cell, unico esponente del genere Stealth/Action capace di competere ad armi pari con il leggendario Metal Gear Solid. A quasi otto anni dall’esordio della saga, Sam Fisher è tutt’altro che in procinto di andare in pensione e, reduce dal buon Double Agent, è pronto a scendere nuovamente in missione nel prossimo Conviction, nuovo titolo atteso per Aprile 2010 su Xbox 360 e PC. Gli anni avranno intaccato il nostro eroe? è ancora presto per dirlo. Per ora possiamo solo dare un occhiata all’avventura che ci attende.
 


Dall’altra parte della barricata

Se nei precedenti capitoli della saga siamo stati abituati ad un certo comportamento ed una determinata scelta narrativa, in questo "Conviction" le cose cambieranno radicalmente. Fisher, infatti, si ritroverà suo malgrado invischiato in un vero e proprio complotto quando, indagando sulla morte della figlia, si ritroverà tradito dalla stessa agenzia governativa, la "Third Echelon", per la quale lavorava. Il nostro, impossibilitato ad accantonare il richiamo della sua coscienza, si butterà a capofitto per sventare questa minaccia interna, rimanendo dunque coinvolto in un gioco forse più grande di lui. Rivoltatosi al governo, ed oramai fuggitivo, Fisher si troverà costretto a lottare contro i suoi ex colleghi e contro tutto quello in cui credeva. Solo, ricercato e braccato, il super agente nato dalla mente di Tom Clancy si troverà questa volta in un mare di guai veramente grossi.

Ambientata due anni dopo gli eventi narrati in Double Agent, questa insolita storyline dovrebbe portarci a svolgere ben quindici missioni (divise a loro volta in micro missioni) ognuna, a detta degli stessi sviluppatori, lunga su per giù un’oretta. Facendo i dovuti calcoli, il gioco non dovrebbe rivelarsi più corto di una quindicina di ore di puro gameplay. Cifra non certo scioccante ma che fa capire abbastanza bene le intenzioni di Ubisoft, decisa a sfornare un prodotto "breve" ma intenso.

Pochi spari, tante nocche insaguinate.

Mettetevi nei panni di un ex agente ora passato dalla parte dei fuorilegge. I vostri diritti sono stati infangati e le vostre credenziali sono diventate carta straccia. Dovete però difendervi, vendere cara la pellaccia. Come procurarsi un’arma quando i servizi segreti di tutta la nazione vi danno la caccia? Semplice, dovrete fare a meno di armi da fuoco.

Splinter Cell Conviction ci metterà nelle condizioni di non poter usare quasi mai un’arma da fuoco. A questo proposito, però, gli sviluppatori hanno pensato un nuovo e pratico sistema di combattimento corpo a corpo, l’unico metodo dato a Fisher per proteggersi e mettere K.O. i suoi avversari. Grazie a semplici ed intuitivi comandi, il nostro eroe potrà sfoggiare tutta la sua abilità nelle arti marziali, sancendo così un cambio di rotta radicale nelle meccaniche della saga. Tutta l’esperienza di gioco diventerà più diretta e violenta, incentrata in buona parte sugli scontri ravvicinati tra Fisher ed i suoi nemici, che potremo gestire sia a mani nude sia servendoci di un’infinità di oggetti sparsi qua a là per i vari livelli. Il rinnovato motore fisico, infatti, promette faville per quanto riguarda gli elementi di gioco manipolabili ed utilizzabili. Durante i combattimenti corpo a corpo, nei quali Sam Fisher farà mostra di un invidiabile stile marziale (a quanto pare il Krav Maga, arte marziale utilizzata dall’esercito Israeliano e famosa per la sua rapidità e brutalità), potremo danneggiare i nostri avversari nei modi più dolorosi e violenti, come spezzare arti, danneggiare teste o colpire punti particolarmente fragili del corpo umano, come l’inguine o il collo.

Tra le nuove mosse inserite nel repertorio del nostro eroe, ecco fare capolino la possibilità non solo di usare gli avversari come veri e propri scudi umani, ma anche di interrogarli e reperire così informazioni vitali per il proseguo della missione. Non è ancora chiaro se questi momenti verranno gestiti tramite dei filmati veri e propri oppure grazie agli oramai classicissimi Quick Time Event, fatto sta che gli interrogatori svolgeranno un ruolo tutt’altro marginale nel gameplay del titolo. In queste fasi la brutalità di Fisher verrà totalmente alla luce poiché, per convincere il povero malcapitato a parlare, non esisterà a sbatacchiarlo qua e là, picchiandolo o sbattendogli la testa su qualche muro o tubo di ferro.

Altra innovazione, questa volta inerente le pur sempre presenti (e utilissime) armi da fuoco, sarà un originale sistema di puntamento semi automatico chiamato Mark and Execute. Questo intrigante e geniale sistema ci renderà il lavoro un po’ meno gravoso, permettendoci di assegnare dei particolari segnalatori ad uno o più avversari che ci verranno indicati con un marker rosso se in piena vista, o da uno bianco se nascosti o protetti da qualche ostacolo ambientale. In questo modo, premendo il tasto apposito, il nostro eroe inizierà a far fuoco sui bersagli segnalati, scegliendo in maniera automatica ma mai casuale quale nemico atterrare per primo. Naturalmente, il numero di segnali da assegnare non sarà illimitato, ma varierà a seconda dell’arma impugnata. Un’arma poco potente permetterà di assegnare ben pochi marker, mentre un’arma a lunga gittata, come un fucile da cecchino, ci consentirà di utilizzarne un numero ben più elevato. Utilizzare questo utilissimo sistema, però, non sarà sempre possibile, poiché occorreranno tempo e tranquillità per svolgere il lavoro.

Non dimentichiamoci, però, che Splinter Cell è e rimane un titolo stealth. Nonostante uno sviluppo particolare nei combattimenti, gli elementi spionistici rimarranno sempre abbondanti e, forse, ancor più importanti. Nonostante la sua forza ed abilità, Fisher si ritroverà spesso in balia di troppi avversari armati di tutto punto. La strategia migliore, in casi disperati come questo, sarà sicuramente la fuga o il nascondiglio perfetto. Si spera, dunque, che le fasi stealth possano rivelarsi, non solo importanti come quelle dei capitoli precedenti, ma ancora più ricche e strutturate. A quanto pare, infatti, Ubisoft ha deciso di implementare un nuovo sistema stealth, utile per sopperire alle mancanze dell’equipaggiamento di Fisher, questa volta privo di giocattoli iper tecnologici.

Quando ci troveremo immersi nell’oscurità più totale, oppure immobli dietro a qualche parete, una scala di grigi modificherà i colori dello scenario (esclusi NPC e oggetti manipolabili, che rimarranno colorati), così da farci capire che in quel preciso momento il nostro personaggio è nascosto e celato ad occhi indiscreti. Quando, però, verremo avvistati, e subito dopo riusciremo a nasconderci, nella nostra ultima posizione avvistata rimarrà una specie di sagoma bianca, un indicatore che ci segnalerà il luogo dove il nemico crede sia la nostra posizione attuale. Così, sfruttando la curiosità o lo zelo dell’avversario, che si avvicinerà al luogo dell’avistamento oppure inizierà a sparare all’impazzata verso di esso, potremo allontanarci con tutta calma per poi ucciderlo cogliendolo alla sprovvista.

A questa modalità si aggiunge anche la mimetizzazione tra la folla. Nel gioco, infatti, potremo scorrazzare per le strade di una metropoli che, dalle immagini rilasciate, sembra essere la bella Washington (il Washington Monument è inconfondibile). Quando ci troveremo in territorio pubblico il pericolo di essere scoperti e catturati crescerà a dismisura. Per salvarsi la pellaccia, Fisher dovrà infilarsi tra la marea di gente che ogni giorno attraversa i marciapiedi cittadini, facendo attenzione ad uno speciale sensore capace, non solo di segnalare la presenza di qualche vigilante, ma di indicare anche la sua lontananza e pericolosità. Insomma, Ezio Auditore avrebbe di chè andarne fiero.

I ricordi pesano come macigni

Osservando il comparto grafico dai frammezzati video di gioco, appare chiara sin da subito la qualità visiva del titolo. Modelli poligonali sapientemente lavorati, e texture in linea di massima nitide e realistiche, saranno il fiore all’occhiello di un lavoro che sembra capace di una potenza grafica encombiabile e sopra la media. Partendo dall’ottimo modello di Fisher, questa volta sciupato con tanto di barbone e capelli incolti, sino ad arrivare all’ultimo dei personaggi non giocanti, la realizzazione poligonale dei modelli animati sembra sicuramente di alto livello. Anche le animazioni, già da ora fluide e ben congegnate, riescono ad aumentare la veridicità di tutte le scene.

Da segnalare alcune insolite ma interessantissime scelte stilistiche. A parte la cupezza di tutti gli ambienti, e l’ottima idea di far diventare lo schermo grigio quando nascosti o celati alla vista, gli sviluppatori hanno pensato bene di proiettare, sui muri o qualsiasi altro elemento solido dello scenario, i pensieri ed i prossimi obbiettivi di Sam. Ciò appare chiaro quando, improvvisamente, un muro viene illuminato dall’immagine della tomba di Sarah (la figlia di Fisher), solida come potrebbe essere solida una roccia o un mattone. L’idea, sicuramente originale, potrebbe essere la rappresentazione della frustrazione e la rabbia del protagonista, i cui pensieri diventano così solidi e pesanti da diventare oggetti solidi veri e propri.

In conclusione

Stupendo un pò tutti con idee nuove ed inaspettate, Ubisoft è riuscita ad innalzare all’inversomile le aspettative intorno al suo prossimo Splinter Cell. I toni sempre più cupi, il plot narrativo intrigante, ed un gameplay che promette di essere quanto mai adrenalinicio e profondo, saranno le sicure carte vincenti in mano al titolo che, ricordiamo, uscirà ad Aprile 2010. Non resta dunque che attendere, speranzosi di ritrovare un Sam Fisher più in forma che mai.  

 

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