Tomb Raider: The Last Revelation – Recensione Tomb Raider: The Last Revelation

Toda joia, toda beleza!

Pur continuando a proporre senza variazioni il sistema di controllo visto in tutti i capitoli precedenti, TLR riesce con un gameplay di qualità a sopperire all’età che ormai ha reso troppo macchinosi i movimenti di Lara, che hanno l’identica vecchia impostazione del 1996.
A parte questo, stavolta le nuove abilità di Lara sono inserite in numero veramente rilevante, e sono facoltà tutte di grandissimo impatto sul numero e la tipologia di ostacoli che ci troveremo a dover affrontare, per aree di gioco sempre diverse e più impegnative da superare. Proviamo ad elencarle tutte: oltre a correre, camminare, saltare, arrampicarsi su piattaforme e scalare pareti, eseguire capriole, muovere oggetti pesanti, nuotare o interagire con leve ed interruttori, Lara può camminare a quattro zampe per introdursi negli anfratti più angusti, aumentare con sprint la sua velocità, pilotare veicoli, forzare porte, dondolarsi da corde, issarsi su pertiche e, novità ancora più grandiosa, può finalmente superare gli angoli mentre è appesa ad una sporgenza, grandissimo limite del passato. Insomma, tutti questi movimenti possibili, e le mille possibilità di combinazione che offrono, permettono una enorme diversità di mappe, che infatti si mantengono in TLR sempre varie, stimolanti e divertenti. Seppur non troppo diversificate dal punto di vista paesaggistico, quindi, le ambientazioni di questo capitolo sono un perfetto connubio di ottima realizzazione grafica e versatilità tecnica, come comprova ad esempio il paesaggio che sfreccia lungo le rotaie nell’originalissimo livello ambientato su un treno in corsa.

Non solo è estremamente positivo il fatto che la sfida propostaci dall’architettura dei livelli non ci annoierà mai durante la partita, ma anche e soprattutto gli enigmi che ci sbarreranno ulteriormente la strada ci terranno con il cervello bene in funzione: dimentichiamoci pure le noiose leve che rivelano passaggi chissà dove, perché in TLR la soluzione di un rompicapo si trova sempre nei paraggi del problema stesso, sia nel caso si tratti semplicemente di una porta da aprire, sia si tratti di mettere in moto un meccanismo con una precisa serie di salti, ad esempio. Per l’appunto, anche gli enigmi guadagnano moltissimo in varietà: avremo necessità di riempire o svuotare di sabbia una sala a seconda delle nostre esigenze, capire il giusto ordine di azioni da compiere in base agli indizi che ci offrono i dipinti sulle pareti, costruire strumenti con cui arrivare ad oggetti inaccessibili… e tanto altro ancora, riprendendo fedelmente e migliorando lo stile che aveva reso un successo Tomb Raider 1 e che negli anni era stato lasciato per strada.
In questo episodio scompare il famoso “inventario ad anello”, e attraverso l’intuitivo menù sarà in alcuni casi possibile combinare tra loro oggetti per assemblarne di nuovi, come chiavi in origine frantumate o validi utensili da usare a nostro vantaggio; ancora, per alcune armi troveremo diversi tipi di munizioni, e tramite il menù potremo selezionare quelle che meglio si adattano ai nostri bisogni; potremo poi montare sul nostro revolver un mirino laser di precisione, o utilizzare un binocolo per scorgere dalla distanza nemici o appigli provvidenziali per un salto pericoloso… e molto altro.

La varietà degli obiettivi è massima, così come il divertimento assicurato dalle mille diverse situazioni che il gioco continua a proporci, senza un attimo di stanca, mantenendo sempre una freschezza che ha pochi paragoni nel panorama videoludico Psx; un elemento a tratti negativo, ma marginale, è costituito dal fatto che alcuni gruppi di livelli sono comunicanti tra loro anche a ritroso: cioè in taluni frangenti sarà possibile tornare al livello precedente attraverso la stessa strada percorsa per arrivare da lì a quello successivo, ed al passaggio da un’area all’altra dovremo sorbirci il relativo caricamento. Sarà a volte necessario visitare più di una volta determinate aree, e questo è un particolare che può creare confusione, anche perché non avremo mappe e cartine a nostra disposizione – non ci sono mai state all’interno della serie Tomb Raider, ma visto che qui può esserci il rischio di perdere l’orientamento sarebbero state utili.

Core Design rimonta in sella

Ci voleva proprio, in definitiva, un episodio della serie che restituisse al brand la dignità di ottimo videogioco che aveva perduto. TLR risponde a tutti i canoni che gli amanti dell’originale avventura di Tomb Raider avevano apprezzato, con in più le novità di molte nuove mosse ed un livello tecnico immensamente superiore rispetto al primo capitolo: pur non stravolgendo affatto il tenore della serie, che resta il medesimo, questo TR4 elimina i principali difetti a volte macroscopici dei predecessori mescolando sapientemente nuovi elementi con il meglio del passato. Lungo ed impegnativo, saprà regalarci ore di azione e ci stimolerà al ragionamento fino ad una conclusione che a suo tempo aveva scioccato molti. Oggi che la curiosità e lo sgomento sul destino di Lara Croft appartengono al passato, esso resta comunque un videogame che non può mancare nella collezione di un appassionato di Egitto, o di Tomb Raider, o di avventura in generale.

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