Wanted: Weapons of Fate – Recensione WANTED:Weapons of Fate

Eroi di carta ed eroi virtuali

Viviamo un periodo artistico particolare. Da una parte c’è ancora qualche visionario che, in preda a una rara e ispirata idea, riesce a tirar fuori dal cilindro qualche opera mai vista. Dall’altro lato, invece, tutta l’industria moderna sembra in preda alla febbre delle rivisitazioni. Se l’opera X, presentata in un certo formato, ha avuto molto successo, ecco che la si ripropone al pubblico attraverso un media diverso. E’ il caso dei milioni di film ispirati a fumetti famosi o a videogiochi. Da poco, ed è un esempio lampante, abbiamo avuto il film "Wolverine le origini", ispirato alla genesi del famoso supereroe e, dopo l’uscita nelle sale cinematografiche di questo lungometraggio, svilupparono l’omonimo videogioco.
Seguendo le regole del mercato, i ragazzi della GRIN mettono le mani sul fumettistico Wanted, da poco diventato un film con Angelina Jolie e James Mcavoy, opera di carta e vignette firmata Mark Millar, uno dei grandi del fumetto americano. Vediamo un po’ cosa aspettarci da questo adrenalinico titolo presente su Xbox 360, Playstation 3 e PC , distribuito dalla Warner Bros Interactive Entertainment.

Le armi del destino

Ci sono personaggi legati indissolubilmente al proprio passato e Wesley Gibson è uno di questi. Con una trama che segue le vicende in seguito al finale del film con Angelina Jolie, in questa trasposizione videoludica di Wanted vedremo il nostro antieroe svegliato nel cuore della notte, mentre sogni orribili legati alla madre e ad un tormentato passato, gli turbano il sonno. A richiamarlo dagli incubi di un’infanzia dimenticata saranno dei loschi e quantomeno misteriosi individui, penetrati in maniera illegale nella sua casa di Chicago, per perseguire qualche scopo sconosciuto. Inizia così un doppia odissea, nel presente e nel passato. Prima nei panni di Wesley che tenta di scucire un passato incollato nella sua memoria per capire chi si cela dietro l’assassinio della madre, poi nei panni del padre, Cross Gibson, catapultato in una realtà crudele che lo vedrà scontrarsi con la temibile confraternita di Parigi.
Ecco dunque il concept alla base di questo Wanted: Weapons of fate, sequel videoludico del film uscito poco tempo fa nei cinema, che è tanto piaciuta a Mark Millar, ma che ha fatto storcere il naso a ben più di un fan del fumetto. Inutile dire che dietro al Pad potrete passare qualche ora (in realtà pochissime, 4-5 per una longevità bassissima) in spensierata compagnia, ma solo se non pretenderete una profonda caratterizzazione dei personaggi e dei cattivi, condita con una trama intricata e interessante.


Spara e nasconditi!

Arrivati al succo di tutto il titolo, ossia il suo gameplay, ecco che ci troviamo dinnanzi a qualcosa di inaspettato. I ragazzi della GRIN ci offrono un ottimo sistema di coperture dinamico, abbastanza originale (per il momento), capace di funzionare alla perfezione, donando quel pizzico di divertimento in più che in tipologie di gioco come questa non guasta mai. Premendo l’apposito tasto, eccoci appiattiti contro un ostacolo, nostro scudo naturale, ci ripara dalla pioggia di proiettili e permette di sporgerci per ricambiare con il nostro piombo. Basterà spostare il cursore addetto al movimento verso un ulteriore riparo per rotolare verso di esso, esponendoci per brevissimo tempo al contrattacco avversario. In questo modo potremo muoverci agevolmente dietro a colonne, sedili e tavoloni, il tutto in maniera dinamica e ben strutturata. Il sistema funziona talmente bene che, riparati dietro ad un ostacolo mobile (un tavolo con le rotelle, per esempio), potremo muoverci dietro di esso, usandolo come scudo, ed avanzare lentamente verso il nostro obiettivo.
Se il sistema di copertura dinamica fa sperare bene per il futuro del titolo, ecco che tutte le belle premesse vengono meno quando ci si immerge nell’azione vera e propria. Capiamo che Wanted è uno sparatutto vuoto e atono, incapace di donare quel giusto brio che ci si aspetterebbe da una produzione del genere.
I nemici si rivelano mere pedine che, come in un gioco dove, con tanto di martello, bisogna tentare di schiacciare la testa di qualche malcapitata marmotta sbucata dal terreno, spunteranno fuori dalle loro coperture, sputando qualche manciata di pallottole, pronti per ricevere il nostro bacio di piombo che li porterà dritti alla tomba. Il tutto è talmente meccanico che, dopo un po’, diviene un’operazione automatica. I passi sono i seguenti: riparati dietro un ostacolo, osserva il nemico, sbuca fuori e fulminalo di colpi. Per non parlare dll’IA bassissima. Gli avversari non si organizzeranno mai, ne tantomeno cercheranno di sopraffarci con la forza dei numeri, anzi, arriveranno in solitaria pronti per farsi abbattere, quasi ai limiti della parodia. Se ancora non bastasse, protremo decidere di correre dietro le linee nemiche, accoltellare o atterrare a calci qualche fastiodioso energumeno e dirigerci filati verso il nostro obiettivo. Molto meglio che sprecare manciate di munizioni.


Le pallottole andranno dove vorremo noi!

Alla bassa sfida rappresentata dagli avversari fanno da contraccolpo le mosse speciali in nostro possesso. Nascosti dietro le coperture, è possibile sfruttare il sistema dinamico del quale si parlava più su, in maniera decisamente costruttiva (o distruttiva, a voi la scelta del termine). Con il giusto quantitativo di adrenalina, eccoci pronti a sbucare dal nostro nascondiglio, rallentare il tempo e trivellare di colpi i malcapitati avversari, ma non solo, visto che il nostro Gibson è anche in grado di imprimere alla pallottola la direzione desiderata (sempre sprecando punti adrenalina), farle aggirare gli ostacoli e prendere i nemici direttamente nella loro tana. Che gran cosa l’adrenalina. Peccato che queste possibilità, indubbiamente piacevoli dal punto di vista coreografico, concorreranno a rendere il gioco ancor più monotono.
Per concludere il nostro giro per le strade di Wanted, ecco che più di strade sarebbe meglio parlare di binari. Sì, binari, perchè il gioco, così come la trama, è legato indissolubilmente ad uno già prestabilito, dove le nostre scelte varranno meno di niente e dove l’esplorazione e la scelta morale non sarà nemmeno calcolata. Gli scenari appariranno come un corridoio irto di nascondigli e stupidi nemici, con luoghi privi di vere e proprie interazioni (se non i barili da far esplodere a colpi di rivoltelle) e posti da scoprire.
Concludendo, si può arguire che l’unica legge di Wanted è: Spara e Nasconditi. In pratica come prendere Gears of War, privarlo di ogni minimo segno di tatticismo e varietà, inserire nemici stupidi e rendere il nostro eroe una macchina buona solo a regalare pallottole. Inutile dire che non ci troviamo di fronte a qualcosa di innovativo e divertente. Se poi uniamo al tutto una longevità davvero bassa (5 ore bastano per portare a termine l’avventura), priva di una modalità multiplayer, ecco che Wanted delude sonoramente dal punto di vista del puro gameplay, nonostante le buone idee della GRIN.


Dalle graphic novel alle vignette digitali

In questo marasma di idee gettate al vento, ecco che si inserisce anche il comparto tecnico. Se pur non proprio scadente, la grafica di Wanted non può nemmeno dirsi brillante. Ai modelli poligonali buoni e ben disegnati, capaci di sollevare le sorti del titoli, faranno da bilancia delle texture a volte sottotono, nonchè un sistema di illuminazione pessimo e vetusto. Proprio l’illuminazione, infatti, si dimostra la pecca più cocente di tutto il comparto tecnico. Sembra quasi di essere tornati indietro di una o più generazioni. Per tutto il resto, un blur decisamente eccessivo tenderà a rovinare la pur piacevole occhiata panoramica. In linea di massima, dunque, la grafica di Wanted si dimostra altalenante e poco ispirata,  ma sufficiente.
Anche il sonoro non brilla per enfasi o originalità, ma si dimostra comunque capace di sottolineare in maniera degna i vari momenti di gioco. Rimane, dunque, in sottofondo, restando decisamente anonimo, ma svolgendo comunque il suo ruolo. Da segnalare, infine, l’ottimo dopiaggio inglese (l’unico disponibile), portato a compimento da ottimi attori che sapranno regalare ai personaggi interpretati una vasta gamma di espressioni vocali. Agli "italioti" poco avvezzi alla lingua anglosassone, non rimane che leggere gli ormai amati/odiati sottotitoli.


Esempio lampante della poco ispirata gestione della luce

In Conclusione

Quando un titolo sfrutta licenze prese in prestito da altri media, difficilmente il lavoro finale potrà dirsi passabile. Wanted può vantare ottime idee di fondo, frutto delle menti dei ragazzi della GRIN, ma gettate al vento per via di una realizzazione sottotono, altalenante e riduttiva.
Se siete amanti del fumetto, stategli lontani come la peste, poichè vedrete i vostri eroi ridotti a pupazzi digitali sputa munizioni. Se invece avete amato il film, potreste trovare il titolo interessante, naturalmente svolgendo una prova prima dell’acquisto (troverete la demo sul Marketplace e su PSN). Per tutti gli altri amanti degli sparatutto in terza persona, Wanted potrebbe essere un titolo da considerare, ma solo se avete molti soldi da spendere per un prodotto limitatissimo e poco coinvolgente.

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