Xenosaga Episode III: Also sprach Zarathustra – Recensione Xenosaga Episode III: Also Sprach Zarathustra

 

 

 

Dopo diversi anni passati dal primo capitolo, giunge all’epilogo la saga della Monolith.
Con tutta probabilità chi legge questa recensione avrà già giocato ai primi due capitoli, se così non fosse si consiglia di giocarli visto che appariranno nomi e termini incomprensibili per i "profani" dell’argomento.
L’epilogo a cui giunge la saga è purtroppo abbastanza travagliato; esso non sarebbe dovuto avvenire in questo modo e non in questi tempi. Facciamo un salto indietro per capire meglio.
2001, Takahashi annuncia il progetto di sviluppare la serie per la Namco, annunciandone 6 episodi (alcune fonti ne indicano 5). Cosa è successo dunque? Il primo capitolo vendette un discreto numero di copie; il secondo spaccò letteralmente la schiera di fan a metà, in quanto molti lo additarono come un vero e proprio flop per via di alcuni suoi difetti come la scarsa longevità e il gameplay molto complesso, che fece allontanare alcuni giocatori dalla serie e non ebbe i risultati di vendita sperati. Successe così che la Namco tirò le somme e decise che non poteva permettersi di correre un simile rischio per altre 4 volte. Dunque con il terzo capitolo la saga avrebbe dovuto volgere al termine; il team di Takahashi dunque si ritrovò con una difficile impresa tra le mani: riassumere quattro episodi in uno solo.

Nelle profondità spaziali

La grafica della serie è sempre stata di alto livello, e questo titolo non fa eccezione. Gli sviluppatori hanno chiaramente migliorato la propria conoscenza delle potenzialità della PS2, ma se paragonato con altri giochi dello stesso periodo Episode III, semplicemente questa volta, fallisce nello stupire.
I modelli poligonali dei protagonisti sono molto curati, dettagliati e splendidamente animati. Sia durante le battaglie che all’infuori di esse non mostrano particolari problemi. L’unica pecca si presenta durante le scene non interattive in full motion video, nelle quali a volte si fanno vivi fastidiosi rallentamenti e visibili frame rate bassi. Un evento strano se considerato che i primi due capitoli non avevano problemi di animazioni.
L’aspetto degli ambienti, questa volta parecchio vari, è comunque spettacolare e curatissimo, con un uso degli effetti luce superbo.
Per il resto la grafica non presenta particolari problemi.

Battaglia per l’anima

Il sistema di combattimento dell’episodio precedente aveva ricevuto giudizi controversi. Da un lato gli amanti della strategia e dei combattimenti complessi elogiarono l’alta difficoltà delle battaglie, dall’altro vennero mosse molte critiche da chi riteneva che queste ultime fossero oltremodo tediose.
Evidentemente gli sviluppatori hanno ben tenuto presente questi dissensi e hanno agito di conseguenza, semplificando di molto i meccanismi di battaglia. 

Sono stati eliminati gli Event Slots, le combo di colpi e i Double Attacks. Rimane un sistema di battaglia più "classico" ma che non per questo non richiede una buona strategia.
Sono tornati i Tech Attacks sotto forma di colpi particolari da usare al costo di EP; una gradita introduzione sono gli Special Attacks, classiche mosse ultrapotenti disponibili un volta caricatasi una barra a forza di colpi mandati a segno. Questi attacchi vanno però a consumare la barra di Boost, quindi starà al giocatore scegliere se usarla in modo classico o per sferrare questi attacchi.
Altra novità è la Break Gauge, un indicatore per ogni personaggio che si riempie a seconda del numero e del tipo di attacchi che riceve; i colpi di impatto come pugni e calci saranno più efficaci di, per esempio, quelli di taglio di una spada. Una volta riempita la barra, il personaggio rimane stordito ed è impossibilitato a muoversi per due turni durante i quali rimane completamente scoperto.
Insomma malgrado le semplificazioni ai vari parametri, i combattimenti sono ancora profondi.

Nel caso delle battaglie a bordo degli E.S. le cose sono migliorate ulteriormente. Grande attenzione è stata dedicata a questo aspetto del gioco. I famosi mech possono ora essere personalizzati di tutto punto con armi differenti (e di differenti potenzialità), armature, generatori d’energia ecc… I generatori indicano la quantità massima di energia disponibile per turno ed ogni arma consuma un certo quantitativo di energia, oltre a sferrare attacchi di vario tipo e precisione.
Durante le battaglie, similmente agli Special Attacks, le mosse mandate a segno fanno riempire la barra di Anima, che una volta completata permette all’E.S. di entrare in modalità Anima Awakening. In queste condizioni l’energia disponibile (e quindi la quantità di attacchi) è aumentata, e così anche la possibilità di concatenare le mosse; la cosa più importante ad ogni modo è la possibilità di scatenare una speciale tecnica distruttiva.
Le battaglie con i boss a bordo degli E.S. sono forse anche più difficili di quelle a piedi.

Una nota estremamente positiva che riguarda i combattimenti in generale è l’estrema velocità con cui i vari colpi vengono svolti e con cui i turni si susseguono. In questo modo i combattimenti lungo la strada possono essere risolti in pochi minuti. I caricamenti sono davvero brevissimi e il passaggio dal gioco all’arena di battaglia e di nuovo al gioco sono ridotti al minimo storico. Le battaglie si susseguono così veloci e spedite, senza interrompere bruscamente l’esplorazione e il ritmo di gioco.

Il sistema di crescita è una via di mezzo tra quelli del primo e del secondo capitolo. Insieme ai punti esperienza il personaggio ottiene Skill Points che servono a sviluppare le varie abilità; queste sono organizzate in un doppio percorso, nel quale bisogna scegliere una strada. Ogni percorso ha abilità differenti a seconda di come uno vuole sviluppare il personaggio; per esempio, ora è possibile scegliere se specializzare chaos nelle magie o nelle tecniche fisiche. Un ottima soluzione che unisce la semplicità del secondo episodio con la personalizzazione del primo.

Sono tornati anche i soldi, con loro la possibilità di comprare armi, accessori, ecc… Come di consueto ritroviamo ancora il sistema di EVS per ritornare nei luoghi già visitati e i Segment File, immancabili in un gioco della serie Xenosaga.
Dopo l’assenza nell’episodio precedente torna anche l’utilissimo Database, semplicemente gigantesco, che contiene dati e descrizioni anche degli episodi precedenti. Su di esso è possibile accedere a delle informazioni che il gioco stesso non accenna e soprattutto è possibile sapere cosa è accaduto nell’arco di tempo che separa il gioco a Episode II.

Il gameplay generale non ha problemi di grosso calibro, le battaglie e le esplorazioni sono dinamiche e mai frustranti.

Così parlò Zarathustra

La trama di Episode III ha inizio sei mesi dopo gli avvenimenti del precedente episodio. Tutto ciò che è accaduto in questi mesi è stato memorizzato sul database e vengono in parte raccontati nel prologo da Shion. In questo arco di tempo un certo Grimoire Verum, o meglio la coscienza ancora esistente nello U.M.N., sta controllando le attività dei Gnosis attraverso un programma di nome Lemegeton. Egli sembra essere alla ricerca di Nephilim per ragioni sconosciute.
Shion scopre che Grimoire è collegato alla Vector e che lo U.M.N. potrebbe non essere quello che tutti hanno sempre pensato. Per finire viene a scoprire che suo padre, Suo Uzuki, sembrerebbe essere implicato con la U-Tic Organization.
In seguito a queste sconvolgenti rivelazioni, Shion decide di rinunciare al suo posto nella Vector Industries ed entra a far parte di un gruppo clandestino anti-U.M.N. per scoprire la verità su di esso e su suo padre.

La storia di questo gioco porta avanti l’eredità dei due giochi precedenti. Ancora una volta ci troviamo con una trama intricatissima ed affascinante.
Sono presenti chiari riferimenti ad altre "storie", come quella della saga di Star Wars e ovviamente a Xenogears (i fan del quale saranno molto soddisfatti nel vedere le innumerevoli citazioni presenti). Ma il tutto si incastra perfettamente con la storia originale di Takahashi.
Come di consueto, la saga dimostra di avere ottime conoscenze scientifiche e ne fa fantascienza di ottimo livello, immergendo il tutto in riferimenti culturali.
Ancora una volta il simbolismo religioso ha una grande parte, e la storia generale reinterpreta il passato, i suoi luoghi e i suoi avvenimenti in modo straordinario andando a coinvolgere persino i principali personaggi biblici (da ricordare che Takahashi stilò la bozza generale della storia ben prima de Il Codice Da Vinci).
Dovendo riassumere ben quattro capitoli, lo storyline è costellato di rivelazioni e climax che faranno contenti i più insofferenti all’atmosfera di mistero dei primi due capitoli.
Ogni cosa assume importanza, anche i personaggi secondari come Canaan, Miyuki e Allen hanno finalmente il loro spazio (prendono persino parte alle battaglie in alcune occasioni); e questa volta, innestati nella storia troviamo addirittura gli strambi Professor e l’assistente Scott.
Il vero problema della storia è proprio la sua natura "compressa". Spesso si fa riferimento a termini e avvenimenti accaduti nei sei mesi mancanti ed è difficile ricollegare adeguatamente leggendo un semplice riassunto. Inoltre alla fine del gioco ci si ritrova inevitabilmente con ancora molte domande, ma per fortuna le cose importanti vengono rivelate e la storia portata ad una fine.
Una fine ad ogni modo aperta al futuro, come in attesa che qualcosa si sblocchi e che la Monolith abbia nuovamente modo di raccontarci altro.
I riferimenti filosofici sono ormai un marchio di fabbrica per la serie, e questo capitolo non fa eccezione, proponendo temi importanti come il significato dell’esistenza, l’ambiguità del giusto e dello sbagliato, la possibilità dell’uomo di controllare il suo destino, la paura della morte, il sacrificio, la redenzione…
Tutto viene affrontato in una chiave originale e con un occhio innovativo. 

Considerando le pesanti costrizioni a cui il team di sviluppo ha dovuto far fronte, la trama di Episode III ha ben poco da rimproverarsi.

Hepatica

Torna alla composizione Yuki Kajiura, migliorando il lavoro svolto nel precedente titolo (nel quale aveva lavorato solo ai brani per le scene non interattive).
La colonna sonora è semplicemente eccellente; i brani che si susseguono si adattano perfettamente alle situazioni e riescono a farsi notare suscitando emozioni e coinvolgimento. I vari pezzi variano dall’orchestrale fino ad arrivare al jazz (non proprio comune in un videogioco). E questa volta la qualità è ben udibile sia nelle scene non interattive che durante i combattimenti e i dungeon. Ottimo lavoro.

Anche per il doppiaggio la Namco si è data da fare. Le voci di Shion, KOS-MOS originali (cambiate per Episode II) sono tornate per la gioia di tutti, mentre le performances dei doppiatori di chaos e MOMO sono chiaramente migliorate. Le altre voci rimangono le stesse e hanno svolto un ottimo lavoro di espressività e adattamento al personaggio (solo Helmer ha ora una voce non all’altezza dei capitoli passati).

"Il tempo che passeremo lontani sarà un istante"

La giocabilità risulta decente, migliorando senza dubbio l’insufficienza del precedente episodio. I due DVD del gioco ora si sentono decisamente più giustificati.
Oltre alla storia principale ci sono le solite sub-quest, tra cui i già accennati Segment File e il recidivo Dark Professor che metterà ancora una volta alla prova la vostra bravura.

Per Concludere

E’ un peccato che l’epilogo di questa saga sia dovuto giungere in modo così frettoloso ed approssimativo. Sembra che i progetti di Takahashi e della Monolith (come già Xenogears) siano destinati a vita difficile e destino avverso. Se non si fosse incorso negli innumerevoli problemi interni, Xenosaga avrebbe avuto tutte le carte in regola per diventare un colosso al pari di Final Fantasy (per notorietà) o anche maggiore (per indubbia qualità).
Ad ogni modo il gioco è stato così, quindi inutile speculare sui "potrebbe". Xenosaga Episode III rimane malgrado tutto un titolo estremamente giocabile, dalle battaglie coinvolgenti e divertenti, dalla storia affascinante e complessa e con altre ottime qualità.
Per chi ha seguito la serie finora si tratta semplicemente di un titolo imperdibile.

 

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