Zero Comico – Recensione Zero Comico

Tre uomini e un computer

È sicuramente impossibile, ai giorni nostri, non conoscere il trio comico Aldo, Giovanni e Giacomo, oramai famoso per le numerose produzioni sia televisive, teatrali che cinematografiche. E quindi dopo la sfilza di sketch che hanno dato sempre più lustro al poliglotta trio, si arriva anche nel mercato videoludico a proporre un’esilarante avventura a suon di battute. Unendo diversi dei capolavori che hanno fatto la storia in diversi anni dell’intero mercato videoludico, i tre arrivano sui nostri schermi del PC per raggiungere lo Zero Comico. 

Zero Comico

Dilungarsi sul concetto dello Zero Comico che il trio milanese ha sempre provato a spiegare e che, in gran parte, è riuscito a mostrare nelle scene che vedevamo come protagonista il masochista Tafazzi, sarebbe inutile in questo articolo che prevede l’analisi del gioco in sè. Basti soltanto sapere che lo Zero Comico viene visto come fine ultimo della comicità, semplice, puro e basilare, aperto a tutti ma allo stesso tempo fondato su una genialità di fondo difficilmente emulabile. Nasce così l’avventura nel terzo millenio dove ci viene presentato un mondo tenuto sotto un maligno giogo del pericoloso Pdor, famosa divinità interpretata da Giacomo in Tel Chi el Telùn, che tenta di sopraffare gli umani rinchiudendoli in case bunker concedendo loro, come unico mezzo di comunicazione con l’esterno, la televisione. Proprio tramite la televisione i tre paladini, Aldo, Giovanni e Giacomo, verranno chiamati da un messaggero dalle sembianze molto simili a Tafazzi che spiegherà loro dov’è finita la felicità cui tanto anelano. Pdor ha genialmente distrutto il collegamento a tutti i videogiochi del passato che potessero donare letizia e gioia, giochi come Tomb Raider, Space Invaders, Pacman, Monkey Island e altri che il diabolico trio ha voluto elevare a capolavori di tutti i tempi. 


Pdor, figlio di Cmer, della tribù di Istar, colui che ha sedotto la dea Berta, la dea dalla gamba aperta

 

 

I tre saranno, quindi, costretti ad entrare nel mondo del pericoloso dio dai capelli a punta e superare cinque pericolosi livelli, che richiameranno cinque dei capolavori videoludici, così da ottenere il dispositivo che potrà riportare la felicità tra i cittadini del mondo dello Zero Comico e distruggere per sempre il controllo del Sistema Centrale manovrato dall’Onnipotente Pdor.

Tu la conosci Lara Croft?

Lo stile di Zero Comico è in pieno avventura grafica, un normalissimo punta e clicca basato su enigmi spesso difficili e quantomeno mai banali e di facile fattura. I tre protagonisti si alterneranno a seconda della necessità e delle loro capacità e dovranno seguire attentamente tutto il percorso per raccogliere gli oggetti più stravaganti possibili che troverete durante il cammino: come in ogni avventura grafica che si rispetti il vostro aiuto principale sarà osservare attentamente la faccia della vostra protesi digitale del momento che si volterà a fissare con molta attenzione l’obiettivo consigliato. 
L’avventura inizia in un mondo diviso per stanze dove troverete la possibilità di riscoprire capolavori come Pacman, Breakout e Pitfall e arrivare così a sconfiggere gli alieni di Space Invanders che stanno infestando la zona impedendovi di procedere verso il vostro obiettivo: ovviamente non mancheranno le parodie e sicuramente quella più interessante è nel mondo di Pacman, dove la simpatica palla gialla è diventata obesa dopo un’indigestione di palline gialle e non riesce più a muoversi. Così facendo impedisce ad uno dei fantasmini, legato ad un codice d’onore fantasmagorico che gli impedisce di sconfiggere Pacman mentre il suo avversario è ansimante al suolo: un animo davvero nobile, come il vostro che dovrete aiutare il beniamino della Namco a perdere immediatamente peso.

 

 


È ora per Aldo di farsi da parte e lasciare concludere l’opera a Giovanni

 

Procedendo nel secondo livello si avrà il piacere dell’incontro con Super Mario e compagnia nel quale si dovrà dare filo da torcere a Don Kong, gorilla di ovvio spunto siciliano che ha intenzione di assoggettare il mondo intero al suo volere mafioso. 
Nel terzo livello, sicuramente uno dei più esilaranti e carichi di comicità, vi ritroverete nel mondo di Monkey Island, l’avventura grafica per eccellenza, dove Giacomo verrà lanciato in una sfida all’ultimo insulto con un maestro della disciplina: proprio come accadeva nell’originale gioco, ma con delle battute decisamente diverse sebbene già nei panni di Guybrush ci trovassimo a dover sopportare delle fin troppo ironiche uscite. 
Toccherà poi ad Aglien da Alien vs Predator e il mondo di Quake, nel quale avvieremo una corsa contro il tempo e contro i robot per entrare nell’astronave e sconfiggere a suon di aglio il nostro avversario: dopotutto il nome dell’alieno suggerisce da sè come bisogna fare. 
Infine, dulcis in fundo, com’è logico che sia, pare che i nostri eroi, che decideranno di unire le forze in maniera ancora più coadiuvata rispetto ai capitoli precedenti, saranno impegnati nella ricerca di un oggetto davvero fondamentale e di vitale importanza: il reggiseno di Lara Croft. 
Insomma tutti spunti per un’esilarante avventura a suon di inventari, oggetti, click, dialoghi con tutti i personaggi, esilaranti battute e possibilità di combinare tutto in mille combinazioni: nulla da invidiare alle normalissime avventure grafiche, anzi. 

 

 


Pare proprio che Lara abbia perso qualcosa

 

Chiedimi se sono felice

In una produzione così atipica risulta strano dover valutare il comparto tecnico, ma come si suol sempre dire anche l’occhio vuole la sua parte. Il gioco si presenta su uno stile molto cartonesco e gli stessi protagonisti sono rappresentati con poligoni squadrati quasi a farne una caricatura vivente. Gli ambienti sono interazionabili al massimo e si presentano molto colorati e allegri: degni della comicità che devono trasmettere. Stessa cosa per gli NPC che ci indicheranno la via e ci spiegheranno dove andare nel corso della nostra avventura: tutti caratterizzati a dovere. Ovviamente nei limiti del possibile che si concede all’epoca della produzione (2001).
Il sonoro, che presenta un’ottima colonna sonora di sfondo, è coadiuvato da un ottimo doppiaggio effettuato dalle voci degli stessi Aldo, Giovanni e Giacomo: cosa chiedere di più insomma?


Uno dei famosissimi travestimenti di Aldo: lo struzzo

Il gioco sul comò

Per chi ama, ha amato e continua ad amare il trio Aldo, Giovanni e Giacomo, Zero Comico diventa un acquisto obbligato, anche se siete più abituati a sparare all’impazzata e non a ragionare sui vostri movimenti: se invece non riuscite a sopportare le comunque simpaticissime facce di questi tre paladini della comicità, difficilmente riuscirete a sopportare i loro sketch e le loro battute, che magari ogni tanto potrebbero anche risultare fuori luogo ai più pignoli. Ponendosi l’obbligo di rivalutare capolavori, che sicuramente, come ci è logico pensare, hanno caratterizzato la gioventù dei tre comici (ai giorni d’oggi forse sono lasciati un po’ a marcire e quasi dimenticati) e creando così una piacevole parodia, Zero Comico regala una magica poesia esilarante, semplice, genuina, aperta a tutti, e carica di letizia che non può mancare negli scaffali di ogni videogiocatore di avventure grafiche che si rispetti.

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