R: Racing Evolution – Recensione R: Racing Evolution

It’s (not) Riiiiidge Raceeerrr

Chi pensa che il comparto corse della Namco fosse fermo solo alle derapate ai limiti dell’impossibile della saga di Ridge Racer è totalmente fuori strada. Infatti, seppur non molto spesso, la casa di Pac-Man si è lanciata sulla strada delle simulazioni con risultati differenti. Un buon risultato ad esempio è stata la fortunata saga MotoGp, che ci ha permesso più di una volta di dare una pista a Valentino Rossi e compagnia bella. Un esempio dal risultato non proprio soddisfacente è dato invece da questo R: Racing. Analizziamo il contesto: Ridge Racer V non è riuscito a ottenere il successo sperato su PS2 e la celebre saga corsaiola arcade di casa Namco stava iniziando a perder colpi. I fan reclamavano a gran voce un nuovo RR che riuscisse a far rivivere la gloria dei vecchi tempi sul monolite nero di casa Sony. La Namco invece, decise di lanciare una sorta di "Spin-off", lasciando intatta la filosofia di fondo del "Ridge", tentando una mossa azzardata per accaparrarsi il mercato. In effetti, a guardare la box art, ci si accorge subito che questo titolo è lontano da veicoli esagerati e piste simili a ottovolanti: qua troviamo ragazze prosperose, ma non sempre bastano a salvare la faccia!


"Ehi tu con l’auto blu! Mi stai tagliando la strada!"

 
Scimmiottando un certo "GT"

L’aspetto grafico di questo titolo, a differenza del "cugino" Ridge Racer V, è abbastanza gradevole e ben fatto. I più attenti noteranno da alcuni dettagli come il motore grafico utilizzato in realtà sia stato in qualche modo "riciclato" dalla serie MotoGP e potenziato per adattarlo allo scopo. Il risultato è comunque di buona fattura: abbiamo modelli dei veicoli che presentano un buon livello di dettaglio e ambientazioni realistiche che spaziano da reali circuiti di gara sparsi per il mondo (da questo punto di vista il tracciato di Monaco è l’ambientazione che graficamente rende di più) a tracciati di fantasia realizzati dagli sviluppatori della Namco. Eppure, per quanto buona possa essere, la grafica non riesce a convincere pienamente il giocatore. Infatti le pecche non mancano, come nelle textures non proprio dettagliate per alcuni elementi dello scenario (come ad esempio gli alberi, molto pixellosi) che contrastano con altri invece ben "lavorati" come muretti, terrapieni e caseggiati ai lati del circuito. In più, si ha la spiacevole sensazione che le auto non siano esattamente incollate all’asfalto, come dovrebbe essere in realtà, ma che svolazzino sulla superficie, penalizzando non poco l’aspetto "realistico" che dovrebbe offrire la grafica.

Lasci che la aiuti

La cosa che entusiasma certamente meno di questo titolo è il sistema di controllo. I capoccioni del reparto programming hanno deciso di scrivere un nuovo sistema di controllo da zero, cercando di restituire una sensazione di realismo quando si guida che purtroppo non si percepisce in alcun modo per via di svariati fattori. Innanzitutto, l’eccesso di aiuti alla guida che in alcuni punti si dimostrerà anche abbastanza fastidioso, lasciandoli attivi vi sentirete come se state guidando la vostra vettura su un binario. Detto così è logico pensare che magari disattivandoli si riesce a guidare meglio. Invece, sgradevole sorpresa, una volta che lasciamo il bolide libero dagli aiuti diventa quasi totalmente ingovernabile, scivolando letteralmente sull’asfalto a ogni sterzata, facendoci finire fuori strada quasi a ogni curva e rendendo impossibile una guida decente a meno che non riattiviamo gli aiuti e ci rassegniamo a governare la nostra vettura come se fosse un treno. Quindi, delusione da entrambe le parti: nè arcade, nè simulazione. Soltanto un sistema di controllo approssimativo e a tratti anche frustrante.


Anche la Namco alla fine si è inchinata allo strapotere videoludico della Nissan Skyline

 
Donne e motori

Per riuscire a contrastare la Codemasters e il suo Toca Race Driver, la Namco ha pensato di inserire una trama a fare da contorno alla modalità Carriera del gioco. La trama è forse l’unico aspetto del gioco che convince pienamente, anche grazie alla presenza di simpatici camei (Heiehachi di Tekken in primis che altri non è se non il vostro team manager) di personaggi dai giochi Namco. Il personaggio principale è Rena Hayami, guidatrice di ambulanze giapponese trapiantata in America, che notata dal team manager Stephan Garnier, si ritroverà catapultata nel mondo delle competizioni motoristiche mondiali, dove avrà a che fare con spietati avversari, come la spagnola Gina Cavalli (e da questo punto di vista, quei marpioni della Namco si sono guardati bene dall’inserire signorine ben vestite). Per quanto possa farci sorridere, comunque, la trama sembra abbastanza deboluccia e di certo con i suoi 13 capitoli non può reggere il confronto con il colosso britannico dei "padroni del codice", in quanto vanta una maggiore cura nella realizzazione. Ciononostante, si è pensato di ovviare alla mancanza inserendo delle modalità aggiuntive, prima fra tutte, la modalità Evento, sorprendentemente più corposa e con maggior profondità della carriera. In questa modalità, affronteremo vari campionati e sfide testa a testa con i vari piloti, che ci frutteranno dei punti. questi punti potranno essere utilizzati per comprare nuove auto e potenziamenti per le stesse (abbastanza povera la sezione dei potenziamenti, in quanto vengono indicati con un generico Livello 1,2 o 3 senza alcuna descrizione aggiuntiva). La scelta dei modelli è abbastanza buona: si passa da bolidi come l’onnipresente Nissan Skyline a concentrati di alta tecnologia come la Volkswagen Concept W12 o la McLaren F1 GTR, passando per storiche auto da corsa come l’Alfa Romeo Giulietta e, pensate un po’, perfino una Fiat 500 potenziata con motore da 400 cavalli (potere della finzione videoludica). Come già detto, i tracciati spaziano da ambientazioni ben note come Suzuka e Monaco a livelli di fantasia ideati dagli sviluppatori come Green field o Windhill. A completare il quadro delle modalità disponibili, figurano le classiche Time attack e Versus. Ma dovete considerare il fatto che prima dovrete fare i conti con l’odioso sistema di controllo.  


Ammetto che la visuale sia… interessante, ma… ehm… dai, conteniamoci su!

 
Rombante con brio

Un altro punticino a favore R: Racing lo guadagna con il sonoro. Sia gli effetti sonori del rombo dei motori che la colonna principale sono realizzati in modo molto soddisfacente. Per quanto non particolarmente ispirati, infatti i motori rombano come dovrebbero e sono anche abbastanza caratterizzati a seconda del modello che ci ritroveremo a guidare. Insomma, non rassomigliano per niente a motoseghe o trattori come avviene invece nella saga "cugina" di Ridge Racer. Perfino sugli effetti ambientali si è lavorato molto, con folle acclamanti al nostro arrivo al traguardo e perfino voci radio dai box dei nostri meccanici a incitarci e giudicare l’andamento della gara e anche dei nostri avversari che non esiteranno a stuzzicarci e sbeffeggiarci nel caso siamo nelle basse posizioni della classifica o stupirsi con espressioni spesso "colorite" nel caso li sorpassassimo. Per quanto riguarda la musica, c’è poco da dire. Il sound staff è stato diretto da Hiroshi Okubo, che come in altri giochi Namco ha regalato a tutti coloro che giocassero a questo titolo una compilation degna di rispetto, con brani pompanti e di classe per le nostre gare e per le pause nei menu di gioco. 

 
Bolide scassato

Se R:Racing fosse un’auto data in prova ai ragazzi di Top Gear, probabilmente Sir Jeremy Clarkson l’avrebbe definita così. In effetti, c’è ben poco da dire su questo titolo che vede alcuni aspetti positivi (pochi) accozzati sopra una miriade di difetti strutturali e di sviluppo che minano non poco l’esperienza di gioco. Abbiamo davanti a noi un titolo senza identità: un ibrido che si fa fatica a capire se sia arcade o pseudosimulativo o se non appartenga a nessuna delle due categorie. Di certo non bastano delle signorine affascinanti in copertina per salvare quello che potremmo definire un titolo mediocre. Nemmeno la modalità Evento riesce a sollevare un minimo le sorti di un titolo con un sistema di controllo che risulta perfino inferiore a titoli corsistici per Sega Saturn. Insomma, cercate qualcosa di meglio, il mercato ha molto da offrire!

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