Among the Sleep

Dopo una ben vittoriosa campagna su Kickstarter, i ragazzi di Krillbite Studio hanno ricevuto i fondi necessari per completare il loro progetto Among the Sleep. La scalata non è stata poi così tanto tortuosa, poiché dopo aver messo a disposizione una demo giocabile del titolo, i finanziatori si sono fatti avanti senza alcuna remore: la demo mostrava le meccaniche tenere e infantili di un horror game molto inusuale, ma sicuramente divertente. Dopo poco più di un anno dalla conclusione della campagna, finalmente Among the Sleep raggiunge la piattaforma di Valve, mostrandosi nella sua completezza.

I sei capitoli che compongono questo titolo raccontano la storia di una bambina che ha appena compiuto due anni, e che si trova costretta a dover sopravvivere agli orrori che a notte fonda le impediranno di dormire. Come per ogni bambina che si rispetti, la paura la porterà a voler stringere forte a sé sua madre, ma non le basterà scendere dal suo lettino e raggiungere la camera da letto del genitore: il pericolo sarà dietro ogni angolo, poiché quella che sembra essere una normale abitazione cela spaventosi abomini. Fortunatamente la bambina avrà con sé il suo fido orsacchiotto di pezza a proteggerla e a consigliarla, ma dovrà anche cercare di essere molto scaltra.

Durante i primi momenti di gioco è quasi impossibile odiare la tenerezza con cui bisogna prendere dimestichezza con le azioni. Sia che si parli del trenino ciuf ciuf della pappa, sia del semplice girovagare per la cameretta – come ad esempio muovere gli oggetti nel box per uscirne fuori, o premere il tasto pausa per chiudere gli occhi e giocare a nascondino. Insomma, il prologo sa veramente come farsi apprezzare. Potremmo gattonare, correre, scalare oggetti per raggiungere punti sopraelevati. Il modo in cui poi l’azione muta dalla tranquillità all’orridità è decisamente fin troppo appagante, anche se le meccaniche del gameplay non sono sempre certosine – e a volte possono essere anche molto frustranti.

L’orsacchiotto avrà un ruolo chiave per proseguire nell’azione: oltre ai suoi consigli, nei momenti più bui, se lo stringiamo forte al petto emetterà una fievole luce che ci permetterà di scorgere le zone a noi circostanti. Ma questa sua luminosità potrebbe attirare l’attenzione di qualche violenta presenza che vorrà quindi rubarcelo dalle mani e farlo a pezzi. Nel caso in cui questo dovesse succedere avremo la possibilità di continuare dall’ultimo checkpoint raggiunto.

Sfortunatamente l’avventura non luccica a lungo, e già dal secondo capitolo sembra proprio che qualcosa non riesca a funzionare bene: non c’è mai un vero momento adrenalinico che blocca per qualche secondo il respiro e fa saltare dalla sedia. Inoltre non esistono dei veri e propri rompicapo, ma dei semplicissimi enigmi che possono essere risolti con poca parsimonia: a volte basterà spostare qualche oggetto per proseguire, o collezionare delle ben visibili chiavi colorate. Il senso di sfida è quasi inesistente e non si può neanche interagire completamente con il campo da gioco circostante.

Volendo essere un po’ più criptici, forse il principale obiettivo di Among the Sleep non è quello di impaurire o di generare un qualsiasi tipo di stress da enigma. E dopotutto la fine del gioco sembra proprio bonariamente voler confermare questa nostra tesi, anche se magari un maggiore impegno avrebbe permesso di aspirare a idilli ben più alti di quelli raggiunti perché le carte in tavola vi erano decisamente tutte. Soprattutto se ci soffermiamo a pensare alla qualità grafica di questo titolo, che possiede un motore ben solido e raramente altalenante. Sia chiaro però che in questo caso il termine qualità non deve essere erroneamente inteso come “all’ultimo grido”, ma come coerente: le chiavi, le porte, il nemico, gli scarabocchi, i giocattoli, ogni singola cosa funziona secondo la prospettiva degli occhi di una bambina e muta in base a lei. E per quanto sia semplice a dirsi, l’esperienza è per questo motivo molto appagante.

Quella demo ci entusiasmò parecchio, perché mostrava un titolo a modo suo intelligente e innovativo, dall’atmosfera genuina. Ma per quanto il suo incipit fosse straordinario e tenace, resta un gioco in parte anonimo e dal comparto audio poco sufficiente. Ma con esso tutto dipende dal modo in cui abbiamo deciso di interpretare il suo simbolismo: chi avrà la volontà di trascurare i suoi difetti conoscerà un regno fantastico e onirico, dalle piccole analogie con Il Paese delle meraviglie, che è pieno di indizi che permettono di anticipare un finale parzialmente sconvolgente, e di oggetti che suggeriscono un proprio peso emotivo; gli altri, invece, potrebbero semplicemente ricordarsi di una storia dal forte significato, che però ricade nella banalità.

Osservando l’opera completa per noi è davvero difficile premere ESC e mettere le mani davanti agli occhi: ci sono alcuni spigoli che dovevano essere limati più a fondo e alcune meccaniche che necessitavano di maggiori precauzioni. Among the Sleep non è un gioco sull’infanzia, ma è un gioco che poteva non essere solo “infantile”. E nonostante lo sforzo dei ragazzi di Krillbite, che in tutti i modi hanno cercato di renderlo più maturo, non riesce a raggiungere le vette più illustri.

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