Another Code: R – A Journey into Lost Memories – Recensione Another Code R: Viaggio al confine della memoria

Alcuni giochi nascono per raccontare ed emozionare con la loro storia. Un racconto ben studiato e particolareggiato può non essere sufficiente a decretarne il successo: un elemento essenziale è il modo attraverso il quale l’avventura viene esposta e presentata. Se questo è vero per la maggior parte dei videogiochi, lo è ancora di più per le avventure grafiche, come Another Code: R. In realtà ci troviamo davanti, più che a un videogioco, a un libro animato che siamo certi riuscirà a spaccare in due sia la critica sia i giocatori.


Mi hanno rubato la borsa, ma com’era fatta? 


Di cosa tratta?

Ashley Mizuky Robins è una ragazza di 16 anni figlia di due scienziati che studiano la memoria. La madre, Sayoko, famosa e brillante ricercatrice, viene uccisa quando Ashley ha solo tre anni e l’unico ricordo che lascia alla figlia è un ciondolo. Il padre, Richard, non riesce a starle vicino e la lascia a vivere con la zia, mentre lui se ne va per lavoro. Un giorno, dopo sei mesi di lontananza, Ashley riceve un invito dal padre, che le chiede di raggiungerlo ad un campeggio, vicino al posto in cui lavora. Titubante, la ragazza si convince a partire e raggiunge Lake Juliet, un lago immerso nel verde, noto per la sua acqua purissima. Appena  arrivata Ashley inizia ad avere dei flashback riguardanti sua madre. Dovrà allora ricomporre gli stralci di memoria e cercare indizi per capire cosa successe davvero a sua madre.

Leggiamo!

Quello che colpisce subito è la totale mancanza di voci sonore. In questa avventura dovremo parlare molto a lungo, o meglio dovremo leggere molto a lungo. Non essendoci voci, tutti i dialoghi vengono scritti a video. La cosa è almeno inizialmente disarmante: al giorno d’oggi aggiungere le voci ai personaggi dovrebbe essere una cosa banale; d’altronde ci si abitua presto a leggere. Probabilmente è stata una scelta di stile: Another Code si legge come un libro in cui le parti che descrivono i luoghi e le emozioni dei personaggi sono state sostituite da disegni. Essere dei lettori è il primo prerequisito per poter godere di questo gioco, o meglio di questo libro animato.


Ambientazioni ricche di particolari da esaminare.


Ma basta parlare!

L’altro scoglio da superare è la tediosità dei dialoghi. Ognuno di essi infatti sarà piuttosto lungo e troppo spesso volti a dare informazioni che cercano di caratterizzare al meglio i personaggi. Mentre questo riesce a dare loro più profondità, il gioco risente di una lentezza incredibile. Se mentre parliamo con qualcuno, ci viene detto qualcosa di interessante, ecco che verrà evidenziata e potremo successivamente chiederne informazioni. Se si ha pazienza il gioco può risultare piacevole, in quanto ci immerge lentamente in un mondo misterioso. Certo in ogni caso la storia inizia a farsi intrigante solo dopo varie ore di gioco: le prime cose interessanti si vedono verso la terza ora di gioco, ma sebbene la storia cresca d’intensità anche dopo dieci ore potremo sentire un certo senso di amarezza, una volta realizzate le potenzialità inespresse del gioco.


Piccole azioni, come il riciclaggio di lattine, ravviveranno un po’ il gioco.

 


Nemmeno un po’ di azione!

Un aspetto notevole è la semplicità e l’intuitività dei comandi. Per muoversi basterà premere le frecce  sullo schermo, e analizzare gli oggetti sarà semplicissimo. Come in tutte le avventure grafiche ci troveremo davanti a dei piccoli puzzle, ma Another Code offre un sistema davvero intelligente: gli oggetti che servono per risolvere gli enigmi possono essere raccolti solo se ne abbiamo bisogno. Per questo motivo la maggior parte dei puzzle viene risolta con oggetti che si trovano nella stessa stanza. Inoltre avremo a disposizione due dispositivi: il DAS ed il TAS. Il primo è simile in tutto e per tutto a un Nintendo DS, e ci permette di scattare fotografie, ricevere messaggi, tenere appunti dell’avventura, etc… Il TAS è invece del tutto simile al telecomando Wii e ci servirà per aprire serrature magnetiche di ogni tipo.
  


Con il DAS potremo scattare foto di ogni particolare

 


Aspetti tecnici

Another Code si presenta in maniera impeccabile. Al fine di rendere più piacevole la tediosa avventura, gli sviluppatori hanno dato il meglio nella parte grafica: mentre correremo a cercare indizi sulla madre di Ashley, godremo di esemplari e rilassanti vedute. I personaggi, disegnati in stile manga, sono stati molto ben caratterizzati anche dal punto di vista visivo: sebbene non abbiano voci, durante i dialoghi potremo capire i loro stati d’animo attraverso piccole animazioni che ci aiuteranno a sopportare la noia. Personaggi e sfondi si mescolano in maniera impeccabile per dare un risultato ottimale.
Le musiche che accompagnano l’avventura sono rilassanti e mai noiose,  seguendo le varie fasi del gioco in modo più che soddisfacente. Sfortunatamente a causa della mancanza delle voci il contesto audio può risultare tuttavia carente.

Conclusioni

Anche se siete degli amanti dei libri e vi piace immergervi lentamente e profondamente in una storia, Another Code potrebbe essere troppo lento. La storia intrigante e la profonda descrizione dei personaggi non sono sufficienti a soddisfare il giocatore, che sentirà spesso la voglia di un po’ d’azione. Tuttavia offre un’avventura matura e unica, per cui potrebbe valere la pena di penare un po’ di più!!

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