Ape Escape 3 – Recensione Ape Escape 3

Alzi la mano chi non ha mai visto delle scimmiette con il casco bianco lampeggiante e dall’espressione buffa!
Ebbene, questi famosi primati fecero il loro ingresso nel mondo videoludico con Ape Escape nel lontano 1998 su Play Station. Si tratta di un titolo di tutto rispetto che ha cambiato per sempre l’idea di divertimento. Inserito il cd nella console il giocatore si trovava in un mondo totalmente pazzo e soprattutto…bestiale!! Una tenera scimmietta bianca, chiamata Specter, per errore si impossessa di un casco creato da uno scienziato, il Professore, e da lì….PANDEMONIO! Grazie a questo casco infatti il piccolo primate diviene cosciente, riuscendo così a creare un esercito devastante costituito da centinaia e centinaia di scimmie, tutte con il loro casco sulla testolina.
Spetta a Spike, un ragazzino dalla capigliatura un po’ eccentrica, rimettere le cose a posto. E come? Dimenticate pistole, armi nucleari e quant’altro, perché si parla di una semplice rete per catturare le farfalle o, in questo caso, scimmie! Allora, è originale o no? E’ proprio questa idea di uscire fuori dai soliti schemi che ha reso grande questo titolo, tanto da vederlo riaffiorare su Play Station 2 con Ape Escape 2 e Ape Escape 3. Nel secondo episodio Specter riesce ad ottenere il maledetto casco a causa della sbadataggine del protagonista, Hikaru. La dinamica è sempre la stessa e forse proprio per le poche differenze rispetto all’episodio della vecchia generazione ha deluso, anche se non esageratamente.
Ma Specter non demorde e ritorna ad incasinare il mondo umano nel terzo episodio. Le scimmie infatti hanno preso il controllo delle reti televisive di tutto il mondo e trasmettono da un nuovo canale chiamato Telescimmia. L’elevata stupidità delle trasmissioni di questo canale ha ridotto i telespettatori ad uno stato di totale letargo mentale. Purtroppo anche il Professore, Kakero (ovvero Spike) e Hikaru sono caduti in preda ai poteri di Telescimmia. Chi salverà l’umanità allora? Per fortuna ci sono due fratellini: Satoru, amante dello sport e del cibo, e Sayaka, stella nascente del panorama musicale. I due saranno aiutati da Natsumi, nipote del Professore, ed Aki, scienziata che ci darà utilissime informazioni per capire bene la meccanica del gioco, e che soprattutto ci fornirà i fantastici gadget che hanno caratterizzato la serie da utilizzare per catturare le scimmie.

Voglia di evadere in un mondo totalmente folle ma unico…

 

Lo stile è uno dei punti forti di Ape Escape da sempre, e non vi è infatti una grande differenza tra i diversi episodi. I personaggi sono immersi in un mondo cartoonesco e fantastico, e tutto ciò si potrebbe paragonare ad un manga giapponese. A valorizzare questo aspetto sono sicuramente i colori sgargianti ed accesi, che rendono unici i numerosi scenari e personaggi. Eh sì perché al di là di quelli già presentati in precedenza, vi sono anche quattrocento scimmie, e tutte diverse tra loro. Questo perché i livelli rappresentano classici del cinema, ed ogni scimmia veste i panni rispecchiando l’essenza di quel set. Ad esempio, possiamo trovarci in un set medievale dove questi animaletti pelosi saranno vestiti da cavalieri con armature e stemmi, da fatine rosa e chi più ne ha più ne metta! Ma questo è solo un esempio, a voi il piacere di scoprire gli altri set. In più la cosa divertente sarà individuare piccole parodie di famosi film interpretati dalle scimmie. Per quanto riguarda la grafica, questa è ad ottimi livelli. Nessuna sbavatura, i paesaggi sono ricchi di dettagli e spesso nello schermo ritroviamo anche 4 o 5 scimmie, senza avere rallentamenti oppure fastidiosissimi bug. I video di intermezzo sono fatti in computer grafica anche se rispetto al gioco non vi è una sostanziale differenza dato che, stando a quanto appena detto, la grafica generale è di tutto rispetto.

Musichette da Oscar!

Ovviamente non si tratta di brani indimenticabili da far venire la pelle d’oca, ma in un mondo descritto pazzesco, irreale e buffo sono molto più consone delle musichette orecchiabili e simpatiche, anche perché il ritmo del gioco è frenetico quindi pezzi solenni e imponenti stonerebbero. Nei vari livelli la musica è molta varia in quanto rispecchia il set in cui vi trovate, inoltre vi sono dei brani fatti solamente da strumenti oppure delle vere e proprie canzoncine. Queste ultime si memorizzano facilmente e magari vi ritroverete a cantarle mentre state facendo tutt’altro!
Ah ci sarebbe una chicca al riguardo…Prince Igor. Ebbene in un livello troverete chiaramente una melodia che ricorda una sua famosa canzone.
Il gioco inoltre offre una possibilità per ascoltare queste musichette: anziché rivisitare un livello per allietare il vostro udito, potrete semplicemente acquistare il brano desiderato nell’apposito negozio situato nella sala principale, tramite le monetine prese nel corso del gioco. Insomma un’idea ben gradita riservata non solo ai brani musicali ma anche ai video e a differenti gadget.
Il doppiaggio invece lascia un po’ a desiderare: la corrispondenza labiale-sonoro è presente ma non c’è molta enfasi nel tono dei vari personaggi. E’ pur sempre un elemento che caratterizza in più i personaggi, seppur in maniera limitata di come in realtà avrebbe dovuto fare.

Che dolore ai polpastrelli

Chi ha giocato al primo Ape Escape si ricorderà la stupore e la difficoltà di abituarsi all’uso degli stick analogici: quello destro per utilizzare il gadget con cui eravamo equipaggiati mentre quello sinistro per camminare. Questo gioco all’epoca era l’unico a far uso dell’analogico anziché dei tasti direzionali, che in questo caso servivano solamente a regolare la telecamera.
Con la PS2 l’analogico è andato sempre più a sovrastare i tasti direzionali divenuti ormai scomodi per molti giocatori. Ecco perché gli ultimi due episodi della saga Ape Escape sono molto più facili rispetto al primo. Ciò nonostante il terzo non è comunque da sottovalutare.
Le scimmie sono state rese più intelligenti e aggressive; spesso il loro casco da blu (indicante tranquillità) diverrà giallo (indicante attenzione) e successivamente rosso (indicante pericolo) mentre voi state ancora camminando in punta di piedi o strisciando a terra intenti a non farvi notare. Una volta messe in allarme le scimmiette inizieranno a correre qua e la lasciando bucce di banana per farvi scivolare, o nelle peggiori delle ipotesi vi alzeranno contro le loro zampette pelose facendovi cadere il retino e rubandovelo. Quindi le dovrete colpire con i vari congegni a disposizione (da citare la spada luminosa, la macchina telecomandata o la fionda con diversi tipi di proiettili) per farvi rilasciare l’arma e catturarle, ottenendo grande soddisfazione soprattutto se la scimmia in questione è stata ostica da prendere. Sì perché non tutte le bestioline reagiscono allo stesso modo. E’ possibile farsi un’idea su di esse semplicemente osservando la loro espressione e il colore dei loro pantaloncini: le più tranquille infatti indossano pantaloncini azzurrini ed hanno la faccia da pesce lesso, le normali hanno i pantaloncini gialli e l’espressione standard mentre le più pericolose indossano pantaloncini neri, hanno un’espressione furba e spesso sono armate di mitra. Nel caso vogliate più info a riguardo potrete usare l’utilissimo Radar. Inoltre le scimmie saranno aiutate da apparecchiature cinematografiche che ci daranno la caccia! Niente di impossibile comunque per Satoru e Sayaka. Il giocatore non può utilizzare entrambi i protagonisti ma dovrà sceglierne uno all’inizio dell’avventura. Ciò non influirà su nulla, anche perché i personaggi hanno le stesse qualità ed armi, ma si tratta solo di una differenza estetica. Come è stato detto più volte gli eroi sono dotati principalmente di un retino e di una spada, ma nel corso della storia avranno vari gadget (famosi per chi ha giocato gli Ape Escape precedenti). Ogni gadget serve per una determinata situazione, ma se non dovesse bastare i due ragazzini possono contare su un asso nella manica: grazie all’intelligenza di Aki infatti essi possono trasformarsi in diverse figure, ognuna dotate di qualità uniche. Satoru e Sayaka possono mutare in ninja, cowboy/girl ed in altre mitiche trasformazioni. Questa innovazione può risultare davvero utile nei combattimenti contro i boss, i quali nonostante appaiano buffi e simpatici in realtà nascondono degli avversari temibili. La giocabilità spesso però non è fluida; le telecamere rimangono una spina nel fianco sin dal primo episodio e a volte la rete non si abbassa dove vorremmo noi, soprattutto all’inizio. Per fortuna acquisendo pratica il controllo delle azioni è molto più efficiente.

Ne volete ancora?

Ape Escape 3 non vi toglierà molto tempo per finire la storia principale, ma il gioco offre altre sfide per accrescere la longevità: potreste catturare tutte le scimmie rimaste, anche perché si sbloccherà un elemento niente male, oppure potete cimentarvi nelle prove a tempo. Ma se proprio volete divertirvi senza più catturare scimmie basta tornare nella sala principale e divertirvi con i numerosi sotto-giochi ed extra. E’ stato detto in precedenza che è possibile acquistare e riascoltare o rivedere i brani e i video caratterizzanti il gioco, ma vi è anche l’oroscopo o l’affinità di coppia a cura delle care bestioline catturare, oppure potreste diventare registi e ricreare la scena di un film con le solite scimmiette che recitano. Non vi basta nemmeno questo? Ci sono mini-giochi in cui comanderete le scimmie. Basta citarne uno in particolare per farvi venire la voglia: una parodia accuratissima di Metal Gear Solid in cui Pipo Snake dovrà liberare Solid Snake, che è stato preso in ostaggio. Una perla per gli occhi per l’effettiva somiglianza con il gioco originale, ma un’infinita risata per il riadattamento.

Tirando le somme…

Ape Escape 3 raggiunge il primo reale obiettivo per un videogioco: divertire. Magari non sarà un gioco da farvi scendere la lacrimuccia per l’emozione, ma sicuramente vi farà mostrare il sorriso più volte per la sua simpatia, semplicità e originalità allo stesso tempo. Un gioco consigliabile a tutti, soprattutto per i fan della serie che giocheranno ad un piccolo gioiello. Chissà se Specter & Co. riusciranno a prendere possesso anche delle nostre PS3…ce lo auguriamo!

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