Assassin’s Creed Rogue

Non tutti, a distanza di un anno, sono passati alla nuova generazione di console e Ubisoft, a differenza di altre case, non ha optato per la creazione di titoli cross-gen come Shadow of Mordor o The Evil Within. Per continuare la saga di Assassin’s Creed infatti è stato deciso di far uscire due titoli ben distinti fra loro: Unity per la nuova generazione e Rogue per la “vecchia”.

Questa decisione è stata presa bene da alcuni e male da altri, temendo che l’uscita di ben due titoli della stessa saga nel giro di pochi giorni potesse stare a significare poca cura nello sviluppo di entrambi i titoli. Andiamo subito a vedere insieme se per Assassin’s Creed Rogue è stato davvero così.

Non sempre le cose sono come sembrano

In Rogue vestiremo i panni di Shay Patrick Cormac, uno dei fedeli al credo degli Assassini ma che, in seguito a determinati eventi, ha deciso di cambiare lato della barricata. Per la prima volta all’interno della saga di Assassin’s Creed vestiremo quindi i panni di un Templare per l’intero proseguo del titolo.

Il set di tutti gli eventi legati alla trama sarà ancora una volta il Nuovo Mondo e così come mostrano le prime ore di gioco non sembra esserci nulla di nuovo rispetto ai capitoli precedenti, Rogue non sembra discostarsi da essi più di tanto. Sarà soltanto in seguito, proprio quando vedremo la conversione di Shay che il titolo cambierà completamente veste. A conti fatti è quasi un peccato che il fatto di interpretare un templare all’interno del titolo sia stato rivelato prima dell’uscita in quanto ciò avrebbe senz’altro marcato ancor di più il cambiamento, dando ancor più sapore agli avvenimenti.

Giocando a Rogue ci si rende conto che nella guerra fra Assassini e Templari non esiste un lato “buono” e uno “cattivo”: seguendo la storia di Shay ci renderemo conto di come tutto ciò che è accaduto nei precedenti capitoli della saga non è appartenente a una fazione del bene puro e limpido ma semplicemente lo svolgimento dei fatti da parte di uno dei due “credo”.

A differenza dei capitoli precedenti prenderemo parte ai vari episodi cruciali della vita di Shay in maniera frammentaria: la narrazione infatti non sarà continua: salteremo periodi della vita del Templare per poi ricaderci in seguito, un po’ come in Beyond Two Souls. Tale stratagemma narrativo ha le sue motivazioni ma in ogni caso rende la comprensione della trama leggermente più difficile, a causa di caricamenti o intermezzi che portano a distrarsi e confondersi, senza però toglierne il mordente.

Un punto a favore di Rogue sicuramente sarebbe stato l’avere un protagonista carismatico e unico ma purtroppo così non è: nonostante Shay sia indubbiamente coraggioso e tutt’altro che ingenuo non riesce a lasciare il segno, finisce per essere quasi buttato per caso nel mezzo degli avvenimenti, senza catturare la nostra attenzione come dovrebbe.

Assassin's Creed Rogue
I soliti Assassini…e Templari

Andando a esaminare il lato di gameplay di Rogue si nota sin dai primi minuti di gioco che di fatto è un clone dei precedenti capitoli, che riesce tuttavia a liberarsi di alcuni problemi tecnici, anche se non in modo eccellente. Ad esempio il sistema di combattimento è infatti più fluido rispetto a Black Flag e molto più spesso gli avversari ci attaccheranno in gruppo anziché da soli. Il numero sarà comunque ristretto e vedremo lo stesso altri avversari attendere il loro turno per saltarci addosso. Novità anche sull’approccio alle battaglie stesse dove più volte saremo costretti a ricorrere all’Occhio dell’Aquila o a una primordiale maschera di filtraggio per individuare i nostri nemici.

Dopo alcune piccole note positive c’è da dire che da Black Flag tuttavia vengono ripescati anche molti modelli di NPC, edifici e flora che avranno addirittura anche le stesse identiche animazioni. Nell’ambito arsenale avremo degli appositi cloni di alcune armi di AC IV come il fucile ad aria compressa che sostituisce la cerbottana. Solita storia anche nelle piccole quest navali: saranno disponibili le missioni di attacchi al forte, reclutamento dei pirati, esplorazione ecc. Si hanno però delle piccole innovazioni nelle battaglie di mare dove potremo sfruttare nuovi potenziamenti per il nostro veliero, rendendolo letale al punto di poter addirittura lanciare olio bollente per difenderci, cosa che dovremo fare pure quando le navi avversarie tenteranno l’arrembaggio della nostra.

Assassin's Creed Rogue
Il vecchio Occhio dell’Aquila

Con Rogue viaggeremo in buona parte dell”America e persino nel Vecchio Continente, vecchio così come il comparto grafico del titolo. Abbiamo già accennato in precedenza qual’è stata la strategia adottata da Ubisoft riguardo i modelli grafici di molti elementi del titolo, ossia riprenderli spudoratamente da Black Flag ma c’è da dire che le ambientazioni risultano però essere varie e divertenti da esplorare e conoscere man mano che avremo occasione di farvi un giro, insomma non stancano di certo. Quello che probabilmente da più fastidio sono i blocchi e i cali di frame rate che ogni tanto possono capitarci durante i momenti più concitati o la comparsa di qualche avviso particolare. Ovviamente la qualità grafica è visibilmente inferiore al confronto con le console di ultima generazione, ma questo è quasi superfluo puntualizzarlo.

Per quanto riguarda il sonoro anche qui le OST ricordano molto quelle del capitolo precedente, sia durante i viaggi in mare che durante l’esplorazione: non le disdegniamo sia chiaro ma di certo non possono essere premiate per originalità. Anche il doppiaggio non ha né infamia né lode, o meglio le ha entrambe: risultano godibili appieno le voci dei personaggi principali, mentre quando sentiremo parlare i personaggi di sfondo non faremo a meno di pensare che non è stato fatto di certo un particolare sforzo per realizzarle.

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Le aspettative su Rogue da parte dei giocatori non sono state altissime, nessuno si aspettava il capolavoro o chissà quale pietra miliare del videogioco ed effettivamente così è stato: Rogue è un titolo che non è certamente l’apice della saga di Assassin’s Creed ma che riesce però a difendersi abbastanza bene. Le avventure di Shay riescono a capovolgere la visione che fino a oggi tutti i fan di Assassin’s Creed si erano fatti sull’universo della serie. Vien da pensare che se Ubisoft avesse puntato un po’ di più su Rogue, non restando fissi sullo schema di Black Flag, sarebbe potuto venir fuori qualcosa di veramente innovativo e fresco. Che sia un inizio?

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