Back in Time – Legasista

Gioie e dolori del dungeon crawling.

Il dungeon crawling è una componente importante in molti RPG; esiste poi il sottogenere dei dungeon crawler, che si basa quasi unicamente su tale aspetto, eliminando elementi come città, World Map e così via. Legasista, uscito nel 2012 su PlayStation 3, è un dungeon crawler bidimensionale di stampo action, proprio come i due ClaDun che l’hanno preceduto (e il terzo, uscito molti anni dopo).

Legasista

Trattandosi di un titolo di Nippon Ichi Software, conosciamo già la formula: pochi soldi, che significa comparto tecnico arretrato – anche se è nel complesso gradevole, grazie a uno stile essenziale e pulito nei dungeon e al buon character design di Airi Hori – ma tante idee e meccaniche intelligenti, in grado di incollare davanti allo schermo quanti avranno la pazienza di dominarle.

Anche la localizzazione non deve essere costata cara: i testi sono pochi e non è stato realizzato un doppiaggio in Inglese, cosa che comunque molto difficilmente interesserà la nicchia cui il gioco è rivolto. La colonna sonora è opera dello Zizz Studio, nome abbastanza ricorrente nell’ambito delle visual novel, se pensiamo a Chaos;Head e Steins;Gate. I brani sono una trentina, non tantissimi, dunque, ma bisogna comunque notare che Legasista non dura troppo. Certo, se passerete decine di ore nei Ran-geon, potrebbe cominciare a venirvi a noia, ma almeno è possibile selezionare il brano da ascoltare durante le proprie peregrinazioni.

Legasista

I pregi di Legasista risiedono nelle meccaniche del gameplay. Le fasi principali sono due: l’esplorazione dei dungeon, con la raccolta di tesori e lo sterminio dei mostri, e la preparazione alla sfida successiva. La prima risulta semplice e rapida, grazie all’impostazione action e alla breve durata dei floor, il che rende anche meno frustrante la prospettiva di ripetere i livelli a causa delle sconfitte. In generale non si può dire che il giocatore sia eccessivamente punito: è vero che la morte nel dungeon comporta la perdita di tutti gli oggetti in esso rinvenuti, però viene conservata la metà dei punti esperienza accumulati.

L’esplorazione va condotta in modo preciso, dal momento che i labirinti celano tesori preziosi, ma anche diverse trappole, funghi velenosi e piccoli puzzle. Oltre che sgradevoli nemici, ovviamente: questi presentano dei pattern d’attacco semplici, rendendo abbastanza intuitiva l’individuazione dei loro punti deboli, ma ciò non significa che sia sempre semplice avere la meglio, siccome molto dipende dal livello, dalle abilità e dagli equipaggiamenti; fortunatamente, il party si compone di ben tre elementi, quindi lo stratega avveduto avrà quasi sempre un ampio ventaglio di soluzioni, tra cui anche la fuga a gambe levate!

Legasista

La fase di equipaggiamento e personalizzazione è molto più complessa e richiederà più di qualche ora per essere ben assimilata. Al sistema di classi si ricollegano diversi assetti, che prendono il nome di Energy Frame: si tratta, in sostanza, di una barra divisa in un numero variabile di segmenti, all’interno dei quali va collocato un pezzo di equipaggiamento. Qui le cose si complicano, perché esistono regole rigide legate allo riempimento dell’Energy Frame: ogni slot ha una destinazione precisa (esempio: se è destinato alle daghe, non è possibile equipaggiare una spada) e una “capienza”, espressa in punti mana, sicché un oggetto con un costo maggiore al valore dello slot non potrà essere assegnato ad esso. L’Energy Frame non è solo la barra degli equipaggiamenti, ma anche degli HP: ogni oggetto, infatti, è dotato di un parametro (durability) che indica i suoi punti di resistenza, esauriti i quali avviene la rottura momentanea (fino alla fine del dungeon). Assume importanza, dunque, non solo la durability, ma anche la collocazione dell’oggetto: se esso si trova nell’ultimo segmento della barra, sarà il primo a rompersi, in linea di massima.

Intricato? Abbastanza, soprattutto se teniamo conto del fatto che, salendo di livello, si acquisiscono Energy Frame dotati di un numero davvero elevato di slot e che equip con lo stesso nome potrebbero avere parametri in parte differenti. E queste sono solo le meccaniche di base… Indubbiamente Legasista si dimostra abbastanza scorbutico nei confronti del neofita, ma anche chi ha masticato in passato altri giochi simili potrebbe trovarsi in difficoltà sulle prime, siccome le meccaniche sono abbastanza particolari. I tutorial non mancano, però avrebbero potuto essere decisamente più approfonditi, soprattutto in relazione alle feature più “pro”.

Legasista

Il potente editor consente un grado di personalizzazione ancora più elevato: è possibile agire su un ampio ventaglio di elementi, alcuni dei quali assolutamente irrilevanti ai fini del gameplay, come sesso, voce, sembianze, ecc. È possibile addirittura importare ed esportare immagini dall’HDD.

Rispetto ad altri esponenti del genere, Legasista pone un certo focus sulla trama, caratterizzata da toni piuttosto drammatici rispetto alla media Nippon Ichi, anche se non mancano i momenti di comic relief. Il giovane Alto si avventura nell’Ivy Tower alla ricerca del modo per riportare alla normalità la sorella Mari, tramutata in cristallo dagli abitanti del villaggio. La torre, unica location del gioco, si rivela un centro di ricerca di un’antica civiltà e cela, tra i meandri dei suoi infiniti dungeon, alcune armi umanoidi incredibili: ben presto Alto si imbatte in Melize, una di queste armi, in grado di restituire Mari alla sua forma originaria; tuttavia Melize si guasta e perde la sua memoria e le sue funzioni, che dovranno essere recuperate dallo sventurato giovane sotto forma di chip. Questo espediente assolve alla duplice funzione di fornire gradualmente nuovi elementi ad arricchire il gameplay e di guidare il percorso di maturazione del personaggio stesso.

Legasista

Intreccio e caratterizzazione dei personaggi (in particolar modo di quelli diversi da Alto, Mari e Melize) non eccellono e in generale lo svolgimento è piuttosto lineare: esplorazione di un dungeon, rinvenimento di un chip/imprevisto, nuovo membro del party, ecc. Il tutto in una quindicina di ore, per un totale di quattordici dungeon, formati solitamente da quattro piani, alcuni dei quali a loro volta composti da molteplici floor. La difficoltà non è perfettamente bilanciata: per le prime otto ore il gioco è una passeggiata di salute, mentre successivamente ci sono fastidiosi picchi legati ad alcuni floor in particolare. Molto dipenderà, poi, dalla rapidità con la quale il giocatore riuscirà ad assimilare tutte le meccaniche del gameplay.

Se l’offerta si limitasse a ciò, Legasista sarebbe un prodotto incompleto; in realtà, la storia può essere vista come un grande tutorial per la sfida vera, costituita dai Ran-geon, enormi dungeon generati randomicamente, pieni stipati di mostri terribili e armi potentissime. Per avere conferma di ciò, basta dare un’occhiata alla lista dei Trofei: sono quasi tutti legati al superamento dei Ran-geon con diverse modalità. O anche all’impegno profuso: per finire la storia basterà trovarsi ad un livello intorno al 50, mentre già il Baby-geon può contenere mostri al livello 100. La main quest è dunque un mero preparativo, utile ad impratichirsi con le meccaniche del gameplay e a conoscere le varie classi (che sono sei, come i personaggi principali, e non è un caso). I Ran-geon sono composti di un elevato numero di floor (almeno 30), senza possibilità di salvare all’interno; non tutti i piani, inoltre, presentano un’uscita, per cui il rischio di finire ammazzati e perdere tutti gli equip raccolti è concreto. Il passaggio di piano in piano avviene mediante gate: ne esistono di diversi tipi, a seconda degli effetti che producono. Chiaramente è preferibile individuare l’Angel Gate piuttosto che passare per il Devil Gate, che aumenta il livello dei nemici…

Legasista


Legasista non è uno di quei giochi accessibili a tutti, che “si imparano” in mezz’ora: richiede un certo sforzo a livello di comprensione delle meccaniche e di pianificazione. Chi saprà dedicargli le necessarie attenzioni, si troverà dinanzi a un ottimo dungeon crawler, in grado di impegnare per decine di ore; gli altri possono sorvolare e dedicarsi a titoli con meccaniche più “amichevoli”.

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