Back in Time – Metal Slug

Un gioco che profuma d'estate.

Dopo un maggio di piogge eterne è iniziato un giugno luminoso, che ci fa pregustare l’estate. Ah, l’estate… per i videogamer con qualche anno sulle spalle è stata a lungo sinonimo di sale giochi e personaggi loschi. Back in Time si concede una lacrimuccia e questa settimana vi parla di uno dei re dell’arcade, il leggendario Metal Slug, uscito nel lontano 1996.

Metal Slug

Come nella miglior tradizione arcade, il titolo SNK Playmore perde poco tempo a illustrare trama e personaggi, ma non per questo pecca nella caratterizzazione: lo stile di Metal Slug ha fatto storia, accompagnando la serie per quasi quindici anni – quantomeno per gli episodi principali, l’ultimo dei quali è Metal Slug XX – e sottraendosi al naturale processo di invecchiamento più di tutti i suoi colleghi, incluso l’indimenticabile Gunstar Heroes (che ho avuto già modo di raccontarvi, N.d.R).

Nei panni del Capitano Marco Rossi (e del Tenente Tarma Irving il player 2), l’obiettivo del giocatore è quello di sgominare l’esercito del perfido Generale Morden, che punta all’instaurazione di un nuovo ordine mondiale. Alcune delle armi più temibili di questo formidabile nemico sono i Metal Slug, o Super Vehicle, piccoli carri armati dotati di una potenza di fuoco devastante. Descritta in questo modo, la premessa non pare discostarsi troppo da quella di Metal Gear; in realtà i due giochi sviluppano in modo diametralmente opposto lo stesso tema. Metal Slug si avvale di uno stile auto ironico e fumettoso che fa passare in secondo piano l’onnipresente violenza (perché non si può negare che ad ogni run muoiano centinaia di persone). I nemici sono caratterizzati da un aspetto tutt’altro che minaccioso e da animazioni buffe, e non è raro sorprenderli mentre fanno un bel barbecue o mentre prendono il sole. Giusto per citare un esponente dello stesso genere, siamo lontanissimi anche da Contra, che pochi anni prima aveva chiuso la sua età dell’oro.

La personalità di Metal Slug trova la sua massima espressione nel gameplay, perfettamente coerente con lo stile descritto sopra. L’opera di Nazca Corporation è uno dei più iconici run and gun a scorrimento orizzontale, la quintessenza del concetto di arcade.

Per giocare bastano appena tre pulsanti (oltre allo stick per i movimenti): uno è deputato al salto, uno all’attacco e l’altro alla granata (bomb); l’attacco può consistere in un colpo d’arma da fuoco oppure in una coltellata, se il personaggio è vicino ad un nemico, il quale a sua volta potrebbe avere un attacco fisico nel suo pattern. Questo è un tutorial sufficiente per affrontare i sei livelli che compongono il gioco, ma non esaurisce completamente le variabili: Metal Slug, infatti, offre anche vari potenziamenti. I più frequenti sono le armi speciali, che si utilizzano con il tasto di attacco; a differenza dell’arma di ordinanza, quelle speciali – così come le granate – non hanno munizioni illimitate. Più rara, ma più incisiva, è la possibilità di comandare, in alcuni momenti predeterminati, un Metal Slug, un mezzo dotato di una discreta resistenza (specifichiamo che, fuori dal veicolo, un attacco subito corrisponde a una vita persa) e di due devastanti modalità di fuoco.

Le meccaniche sono semplici, e non potrebbe essere altrimenti in un gioco dotato di un ritmo frenetico. I variegati scenari pullulano di nemici (piuttosto buffi ma mai innocui), spesso dislocati su diversi livelli d’altezza, sicché si rende necessaria una sapiente combinazione di salti e spari direzionali. Gli scenari, inoltre, sono disseminati di prigionieri di guerra, che garantiscono punti extra al termine dello schema, elementi interattivi – si tratta di strutture da far saltare in aria – e boss e mid-boss. Probabilmente sulle prime non mancheranno i game over, che, pur non provocando più continui esborsi di danaro ai giocatori, causano comunque l’azzeramento del punteggio, un peccato mortale nella filosofia arcade incarnata da Metal Slug. Ed è proprio in ossequio a tale filosofia arcade che l’opera di Nazca Corporation offre una delle modalità cooperative più spumeggianti del panorama run and gun, grazie ad un level design pensato per dispensare divertimento tanto in solitaria quanto in compagnia.

Ora cerchiamo di effettuare una panoramica sulle versioni esistenti del gioco, posto che esistono differenze qualitative ed economiche considerevolissime. Metal Slug è stato convertito per un gran numero di piattaforme in questi ventitré anni. I primi port furono indirizzati ovviamente a Neo Geo e Neo Geo CD, ma ben presto il gioco approdò su Sega Saturn e PlayStation. Dal 2008 in poi Metal Slug è stato reso scaricabile da diverse piattaforme digitali, come Virtual Console, PlayStation Store e Steam. Non vanno infine sottaciute le collection che lo contengono, cioè SNK Arcade Classics Vol. 1 e Metal Slug Anthology per Wii, PlayStation 2 e PSP. Quest’ultima raccolta è giunta anche su PlayStation 4.

Molte versioni differiscono notevolmente per qualità e prezzo, quindi potrebbe rendersi necessario un compromesso. I collezionisti che possono permettersi di non badare a spese possono puntare sulla versione Neo Geo, perfetta e senz’altro la più suggestiva, ma si parla di un esborso di migliaia di Euro. Tornando con i piedi per terra, e accontentandosi di una release digitale, meglio fare un salto sulla Neo Geo Station su PlayStation 3, un progetto che offre alcune conversioni senza sbavature di grandi classici per la console di SNK, con la possibilità di scegliere fra versione giapponese e americana.

Anche questa opzione è “relativamente” costosa, nel suo ambito, visto che il prezzo è di € 8,99 per ogni titolo Neo Geo scaricato. Su Switch per € 6,99 si può scaricare un buon port, appartenente alla linea ACA NEOGEO. Del tutto trascurabile la versione iOS.

Non servono molte parole per descrivere Metal Slug: classico intramontabile.

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