Beowulf: The Game – Recensione Beowulf

"Io sono Beowulf"

Un’immensa dimora, il re danese Hrothgar, una reggia promessa alla regina Heorot, detta "il Cervo", e feste mondane: questo il mondo che ci viene prospettato all’inizio della nostra avventura nel poema epico inglese più antico. La splendida reggia del re danese attira l’attenzione di un mostro di nome Grendel, il vagabondo delle Marche, gigantesco e sanguinario, descritto nel poema a tratti. Grendel studia attentamente la situazione prima di attaccare la notte decisiva per rapire il Cervo, il suo amore proibito, rigorosamente di notte. Al momento decisivo però Grendel deve fare i conti col coraggioso ed impavido re Hrothgar che riesce a respingere il mostro, ma la sua stanchezza e spossatezza in fatto di età gli evita la possibilità di ripetere l’impresa: egli ha bisogno di un aiuto. Alla corte del disperato re arriva il nipote del re dei Geati, gli abitanti della Svezia meridionale, Beowulf, un eroe dotato di una statura immensa e dalla forza sovraumana, quasi paragonabile ad un dio. L’eroe Geato sfida Grendel a mani nude, in maniera pari, senza armi nè armatura: dio contro diavolo. Beowulf esce ovviamente vincitore contro l’orrenda bestia riuscendo a strappargli un braccio debilitandolo e costringendolo alla morte nel suo antro sotto gli occhi dell’impotente madre. E proprio quando il re danese pensa che il pericolo sia terminato, è proprio la madre di Grendel, un mostro ancora più spaventoso e orribile del figlio, a tornare all’attacco per vendicare il figlio ucciso dall’eroe venuto dalla costa opposta. Beowulf è quindi chiamato ad un’altra impresa, non l’ultima, ma nemmeno la prima.
Questo è l’eroe che ci viene presentato nel più antico poema scritto in Inghilterra, da autore anonimo, archetipo della lotta tra l’eroe e il suo titanico nemico, riproposta molteplici volte negli anni passati. La storia viene oggi ripresa da Robert Zemeckis, in una pellicola cinematografica che avrebbe dovuto vendere un nuovo colossal alla storia del cinema, quasi bissare il successo ottenuto da Frank Miller con i suoi 300 spartani di un anno addietro. Pur non riuscendo nell’impresa, Zemeckis dà noi la possibilità di analizzare una delle più epiche avventure mai scritte e sopratutto dà alla casa madre delle avventure su licenze cinematografiche di sviluppare una nuova interessante opera: la Ubisoft ora si dedica anche alle storie epiche.

Il principe dei Geati al nostro comando

A Tiwak, reduci del successo stentato di Ghost Recon, è affidato lo sviluppo di Beowulf, presentato all’E3 su Xbox360 mostrando grandi elementi RPG e in una specie di picchiaduro a scorrimento in terza persona. Ovviamente, come in ogni gioco di guerra, il combattimento sarà il vero fulcro dell’azione, e i programmatori hanno offerto diversi approcci per diversificare in modo concreto quello che sarebbe potuto essere un combattimento monotono. Potremmo, oltre all’usare gli attacchi base, inutili da citare, la nostra furia, ovvero quell’istinto animale che porta Beowulf a combattere a mani nude con Grendel, per dare sfoggio ad un tipo di attacco tanto efficace quanto spettacolare che prende il nome di "furia animale": un attacco eseguito durante questa modalità è capace di uccidere moltissimi nemici circostanti, ma ovviamente, come ogni cosa positiva, anche questa ha l’altra faccia della medaglia, e attivare questa modalità porta a delle deficienze combattive che vi arrecheranno non pochi danni. Ogni volta che faremo ricorso alla nostra furia animale, infatti, saremo costretti a subire una perdita del valore "onore" e un atteggiamento più cupo da parte del nostro eroe che porterà i nostri alleati a perdere vivacità e interesse nella lotta. Questi, gli alleati, saranno onnipresenti nella nostra battaglia, infatti Beowulf non era solo un grande combattente, ma anche uno spettacolare condottiero, che infatti potrà godere dell’appoggio di 15 compagni di battaglia che potranno essere gestiti anche in tre gruppi ciascuno: c’è da tener conto però che la perdita dei 15 compagni porterà ad un game over alquanto fastidioso, e la cosa più grave è che Beowulf, non avendo poteri curativi, dovrà aspettare la fine di ogni battaglia per cercare di riportare in vita quelli morti e curare i debilitati tramite la canzone di guerra, basata su un mini gioco non troppo fastidioso. Tornando a parlare delle modalità di battaglia c’è da menzionare anche la furia cieca, un’arma ancora più potente ma ancora più pericolosa per noi stessi. Infatti, la furia cieca ci permetterà si di attaccare tutti senza problemi, ma il problema sta proprio in quel "tutti": difatti non sarà possibile riconoscere più i nemici dagli amici, che potranno essere senza troppi problemi uccisi per vostra mano, e la cosa non arrecherà molto piacere ai rimanenti in vita. Poi, una volta terminata la modalità furia, vi ritroverete debilitati per un certo periodo di tempo variabile, che diminuirà la vostra difesa e la vostra velocità, facendovi facile preda degli avversari: quindi, per quanto possano essere spettacolari queste mosse, il consiglio è sempre quello di usare tutto con cautela e grande intuito.
Passando a parlare di armi, perchè ovviamente Beowulf non combatterà solo a mani nude, c’è da dire una cosa fondamentale: non terrete mai la stessa arma. Infatti dovrete raccogliere spesso quelle che faranno cadere gli avversari per rimpiazzare la vostra che si sarà sicuramente logorata nel tempo. Elementi RPG riscontrabili anche in questa situazione, che potrete riscontrare anche nel momento in cui dovrete aumentare il vostro titolo "nobiliare" tramite i punti acquisiti ad ogni nemico ucciso. Un gameplay davvero eccellente da parte della Ubisoft.
Ovviamente non sarà raro sospendere un po’ il combattimento per potersi dedicare a qualcosa di meno stancante e anche più rilassante: ad esempio potrete giostrare al meglio i vostri compagni di battaglia che potranno essere mandati in avanscoperta, oppure a raccogliere oggetti, o ancora ad eseguire un attacco kamikaze. La cosa interessante da sottolineare è che, finita una battaglia ci risveglieremo nella nostra casa nel nostro letto pronti a partire per un’altra avventura, e, nonostante il gioco giostri al meglio 30 anni di vita dell’eroe dei Geati, potremo scegliere dove e come meglio ci pare continuare la nostra avventura senza dover essenzialmente seguire un filo preciso, che comunque sia si ritroverà nel momento in cui la Ubisoft ha deciso che dovrà trovarsi.

Il mancato capolavoro grafico

Non c’è molto da dire per quanto riguarda il comparto tecnico, se non che la grafica riceve uno sviluppo del sistema usato in Ghost Recon portando quindi innovazioni nelle texture che presentano dei personaggi ben delineati e dalle caratteristiche facciali non poco lodevoli, come solito della Ubisoft, ben attenta ad eseguire il lavoro nei minimi dettagli. Forse i movimenti dei personaggi rimangono leggermente macchinosi e non hanno quella fluidità che abbiamo visto ultimamente in giochi stile God of War, che potremmo definire l’archetipo del genere che ripropone Beowulf. Scenari interessanti e ben resi, con qualche piccolo problema nei momenti di paesaggi bui e scuri. Sull’audio c’è da dire che a volte troviamo degli sfasamenti e sarà possibile sentire rumori di ferraglia maggiori a quanti siano stati i colpi eseguiti dalle spade in campo: ma tutto sommato niente di particolarmente danneggiante. Esente da una notevole colonna sonora.

Beowulf diventa eroe moderno

I trenta anni di storia che ci offre la Ubisoft, intervallati da un clima estremamente vichingo, denotano come il lavoro e il quadro generale sia stato sviluppando in grande stile. A ben guardare il film, bisogna dire che la Ubisoft, forse per la prima volta nella storia dei videogiochi su licenza cinematografica, riesce a comporre un gioco, senza nemmeno troppi sforzi bisogna sottolineare però, superiore alla pellicola, davvero troppo banalizzata in parecchie sue sezioni. Per la longevità forse non abbiamo un grande riscontro per il successo ma riesce comunque a tenere il tutto per un minimo di 10 ore, tempo necessario per sentirsi per un po’ l’eroe più grande che l’epica abbia potuto ascoltare, dopo i semi dei greci: Beowulf, finalmente arriverà anche nelle case degli appassionati videoludici senza dover rimanere a fare la polvere in un poema epico che oramai stava per cadere nel dimenticatoio dei soli appassionati al genere.

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