BioShock – Recensione BioShock

Uccidilo mister B!

Le Sorelline sono il risultato dei terribili esperimenti della Fontaine Futuristics per ottenere una maggiore quantità di Adam, obiettivo che però ha finito col trasformare delle povere bambine in mostruosi contenitori di questa sostanza tanto preziosa. Esse si spostano accompagnate dai Big Daddy alla ricerca di cadaveri dai quali estrarre piccole quantità di Adam e rifornire così la Fontaine Futuristics, ma essendo caduta la città queste bambine adesso non sono altro che una preziosissima fonte di un’energia ormai fondamentale per voi.
Prima di scontrarvi contro un Big Daddy, Atlas farà in modo che voi abbiate già preso abbastanza confidenza con i plasmidi e l’intero mondo di Rapture: precauzione obbligatoria, data la potenza del mostruoso bestione. Concepiti per accompagnare e scortare le Sorelline alla ricerca di Adam, i Big Daddy sono (o meglio, erano) umani che hanno relegato la propria vita in un enorme scafandro; ben equipaggiati e armati fino ai denti, la loro mente è stata alterata per proteggere incondizionatamente la Sorellina che accompagnano e il loro corpo è stato trattato per essere l’unico riconosciuto dalle stesse raccapriccianti bambine. Vagano per Rapture alla ricerca di Adam e non faranno caso a voi finché non gliene darete motivo: ma se il loro compito è quello di proteggere le Sorelline, uno dei vostri è quello di rubarne l’Adam, cosa che loro non possono permettere. Di tanto in tanto dunque dovrete ingaggiare questa mini lotta individuale che assomiglia tanto allo scontro con un boss o quasi: di fatto, Bioshock non pullula di nemici speciali e i Big Daddy ne sono gli unici sostituti. Tutto sommato, se ben armati, avrete tranquillamente la meglio, ma a quel punto dovrete scegliere: davanti a voi avrete una Sorellina indifesa, splendida fonte di Adam, di potere; ma il vostro cuore riuscirà a dimenticare che in quella creatura, per quanto raccapricciante, si cela ancora un’innocente bambina?
 


Una Sorellina da salvare o prosciugare = un Daddy molto, molto arrabbiato

Salvarle o ucciderle tutte

Quando incontrerete la prima bambina, Atlas vi inviterà a prosciugarla: in tal modo otterrete molto Adam, ma la bambina pagherà con la vita. Nello stesso momento una donna, la Tenenbaum, creatrice e “madre” delle Sorelline, cercherà in tutti i modi di convincervi a salvare la piccola, accontentandovi di una quantità minore di Adam. A quel punto, così come ogni volta che nel gioco vi ritroverete nella stessa situazione, dovrete scegliere cosa fare della vita di ogni singola sorellina: inutile nascondere che le vostre scelte potranno portarvi di fronte a tre finali, dei quali sono uno lieto.
A conti fatti, non esiste un motivo per prosciugare le Sorelline: l’Adam al quale rinuncerete subito, infatti, vi verrà regalato successivamente man mano che salverete un numero maggiore di Sorelline, guadagnando anche ulteriori importanti oggetti. Scegliere dunque la via del bene, anche in virtù del finale perfetto, si rivela senza dubbio la cosa più giusta.
Ma in ogni caso, voi potrete anche decidere di lasciare stare le Sorelline, rinunciando all’Adam ed evitando brutti incontri con i Big Daddy: in fin dei conti, un uomo sceglie, uno schiavo ubbidisce.
 


Un uomo sceglie: salvarla, o prosciugarla?

Plasmidi, tonici “e una quantità di Adam inimmaginabile”

Come già detto, la chiave principale del gameplay di Bioshock consiste nei plasmidi, i quali una volta ottenuti resteranno sempre a nostra disposizione, a patto di avere liberato abbastanza slot. La nostra potenza infatti sarà limitata solo dagli slot genetici, divisi per categoria con un massimo di sei spazi per ciascuna. Nella categoria plasmidi avremo le ricombinazioni genetiche vere e proprie, ovvero l’elettroscarica, l’incenerimento, i dardi criogeni e gli altri, mentre le altre categorie ospiteranno dei tonici ad effetto permanente che ci supporteranno nelle varie operazioni durante il gioco. Tra i tonici d’ingegneria avremo potenziamenti che miglioreranno la nostra capacità di aggirare torrette e telecamere di sicurezza o quella di far disattivare gli allarmi in un tempo minore: importantissimi saranno soprattutto quelli che ci faciliteranno la vita nel processo di aggiramento dei macchinari, dandoci così più possibilità di ottenere enormi vantaggi. Situazione simile per i tonici fisici, tra i quali potremo ottenere la corazza o diversi potenziamenti sull’affinità con i vari elementi, mentre quelli di combattimento incrementeranno le nostre capacità combattive in determinate condizioni.
Oltre a potenziare noi stessi, nel corso del gioco potremo anche trovare e potenziare armi sempre più devastanti, ciascuna adatta a particolari situazioni: dalla classica revolver sino al lanciafiamme chimico, al lanciagranate o alla balestra. Trovando le stazioni di potenziamento potremo applicare nuovi pezzi in grado di migliorare precisione, velocità di fuoco e danno arrecato di ogni arma, così come recandoci ai diversi Gatherer’s Garden (negozi “genetici”) potremo acquistare le versioni avanzate dei plasmidi base (quindi Elettroscarica 2, Elettroscarica 3, Incenerimento 3 ecc…). La differenza principale riguardo l’uso di armi o di plasmidi consiste nel fatto che le prime consumano proiettili, mentre i secondi utilizzano l’Eve, una sostanza derivata dall’Adam che potrete ricaricare trovando gli appositi kit durante l’esplorazione. Eve e salute saranno sempre ben visibili in alto a sinistra e quando lo riterrete opportuno potrete ricaricarli premendo i tasti assegnati e consumando le scorte che avrete in quel momento.

Un capolavoro

Tutto il battle system di Bioshock è egregiamente impostato in modo da semplificare le azioni di combattimento e mostrare chiaramente le informazioni sulla vostra salute e quella rimanente del nemico: gli scontri talvolta possono diventare un po’ caotici ma ciò non fa che rendere l’azione più frenetica ed appagante. La visuale in prima persona viene resa splendidamente e non si rivela mai fastidiosa; ovviamente c’è qualche problema di visibilità riguardo ciò che sta dietro il protagonista e lo si nota soprattutto quando si viene attaccati contemporaneamente da più parti, ma queste situazioni si presentano raramente e negli altri casi il gioco rimane godibilissimo anche per i non appassionati di FPS (First Person Shooter, sparatutto in prima persona). A conti fatti Bioshock non è proprio un FPS, in quanto contiene diversi elementi tipici dei GDR (giochi di ruolo), come gli slot per i potenziamenti e la crescita dei plasmidi, ma è il genere al quale più si adatta pur senza seguirne rigidamente gli schemi classici. L’esplorazione è un’opzione fondamentale nell’intero gioco, mentre i combattimenti sembrano più improvvisi attimi di eccitazione che mantengono l’attenzione del giocatore sempre ad alti livelli.
A rendere quest’atmosfera ancora più surreale e fantastica ci sono le ambientazioni, talvolta incredibilmente maestose, capaci di lasciare senza fiato, altre volte spettrali e inquietanti, con scene di gioco agghiaccianti, oltre il limite del thriller.
Bioshock è anche un titolo che non si può giocare senza sonoro: il cupo lamento dei Big Daddy, i folli deliri dei ricombinanti, le voci delle piccole Sorelline, le musiche anni ‘50 e i vari effetti sonori sono tutti elementi che rendono l’atmosfera di Rapture definitivamente magica, indescrivibile e da vivere obbligatoriamente. Sensazioni che difficilmente un gioco riesce a trasmettere, un mondo diverso, lontano nel tempo e nelle vicende ma vicinissimo per la sua natura: un mondo fatto di uomini follemente ambiziosi, di rivalità, di brama per il potere e di uno scontro oltre i confini della natura, dove il desiderio di superare e riscrivere i limiti del gene umano ha finito col portare la civiltà di Rapture alla sua stessa umiliante e sconfortante autodistruzione.
Questo incubo, signori, è il capolavoro di Bioshock.

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