Bloody Roar 4 – Recensione Bloody Roar 4

Quando eravamo originali…quasi!

Giunge oramai al quarto episodio il picchiaduro targato Hudson Soft, che vide per la prima volta la luce per sulla cara e vecchia Psx. Già ai tempi della console grigia di casa Sony questo Bloody Roar dovette sgomitare parecchio per ritagliarsi un proprio spazio in un genere dominato già dai ben più quotati titoli della Namco (Soul Edge e la serie Tekken), e con importanti outsider appartenenti alla serie Dead or Alive e Virtua Fighter.
Il picchiaduro sviluppato dalla Hudson riuscì però nell’intento di guadagnarsi una significativa fetta di affezionati, grazie anche all’originalità del titolo in questione; prima di Bloody Roar infatti, non eravamo abituati a vedere i nostri beniamini trasformarsi in uomini-bestia, gli appassionati picchiatori dell’epoca potevano contare solamente su qualche esperto d’arti marziali, qualche spadaccino, o al massimo su qualche donzella dal seno strabordante.
Il primo Bloody Roar poteva contare su questo elemento del tutto nuovo nel genere, e su una buona grafica per gli standard dell’epoca, accompagnato da un semplice ma funzionale gameplay. Gli anni passano, e con il passare del tempo la serie Bloody Roar ha fatto capolino anche su XBox (Bloody Roar Extreme) e su Game Cube (Bloody Roar: Primal Fury) prima di tornare a sfidare l’agguerrita concorrenza con quest’ultimo capitolo saga.

Chi mal comincia…

Il titolo non si presenta certo nel migliore dei modi, la presentazione è alquanto scarna, costituita per lo più da scene di intermezzo del gioco, il che lascerà certamente a bocca asciutta tutti coloro che ricorderanno l’intro del primo capitolo della serie.
Le modalità di gioco sono le stesse che accompagnano il genere picchiaduro da diversi anni a questa parte: Arcade, Sfida a tempo, Sopravvivenza, Versus mode, l’Allenamento e la Pratica, con queste ultime due praticamente uguali tra loro.
La novità è rappresentata dall’implementazione della modalità Carriera, che permetterà al giocatore di scegliere il proprio eroe tra i personaggi giocanti e affrontare una serie di sfide, grazie alle quali si potrà potenziare le abilità e le caratteristiche del proprio personaggio che sarà in seguito utilizzabile in tutte le altre modalità di gioco.
Bloody Roar 4 si segnala subito per l’estrema semplicità dei controlli che ha sempre contraddistinto la serie: avremo quindi un tasto per il pugno, uno per il calcio, uno utilizzato per la parata, e uno per trasformarsi. L’azione laterale sarà adibita ai due tasti dorsali R2 e L2, oppure attraverso il semplice spostamento della croce direzionale.Va segnalato come oltre al gameplay rimasto pressoché inalterato rispetto ai capitoli precedenti, anche le mosse di ogni uomo-bestia siano rimaste praticamente le stesse.
I personaggi a disposizione sono in totale 18, 13 giocabili fin da subito più altri 5 personaggi segreti da sbloccare in seguito, tra i quali si segnalano alcune new entries: il monaco Ryoh, Reiji, personaggio capace di trasformarsi in corvo, e Nagi, che ha anche l’onore di comparire sulla copertina del gioco.
Un’altra piccola novità è rappresentata dalla presenza di due indicatori energetici, una per la forma umana e l’altra per la forma beast. Per sconfiggere un nemico sarà necessario sconfiggerlo in tutte e due le sue forme, azzerando entrambe le barre dell’energia vitale.
In altre parole, una volta azzerato un indicatore energetico il personaggio si trasformerà nella forma dove ha ancora energia residua. Esiste comunque la possibilità di poter caricare l’indicatore della forma bestiale colpendo il proprio avversario, oppure tenendo premuto il tasto beast, in questo modo il personaggio consumerà l’energia in forma umana per ricaricare quella in forma bestiale. Attraverso questo meccanismo sarà possibile prosciugare fino in fondo la propria energia vitale e prendere le sembianze dell’Hyper Beast, con cui potrete effettuare un numero pressoché illimitato di super mosse senza dover rendere conto alla barra energetica.
Un’altra piccola nota positiva è data sicuramente dall’aumento della velocità del gioco, che risulta più dinamico e a tratti frenetico rispetto ai precedenti episodi della serie.

Tecnicamente parlando.

Graficamente parlando, Bloody Roar 4 non spicca sicuramente in mezzo alla concorrenza, tuttavia i modelli sono ben caratterizzati, sono state migliorate rispetto al precedente capitolo sia le texture che i modelli poligonali, mentre le trasformazioni sono state rese più spettacolari anche attraverso l’ottimo utilizzo degli effetti luminosi.
C’è anche da segnalare una maggiore quantità di sangue che i combattenti versano dalle ferite quando vengono colpiti duramente, il che farà sicuramente felici vecchi e nuovi fans di Ken il Guerriero. Tuttavia come già ribadito in precedenza, esistono molti altri titoli dello stesso genere per PS2 che presentano una grafica sicuramente molto più curata ed ammiccante di quella presentata dal titolo in questione. Oltre a questo sono da segnalare anche dei vistosi rallentamenti a cui va incontro occasionalmente il motore grafico in determinate situazioni, specie durante le trasformazioni del vostro beniamino in forma bestiale.
Dal punto di vista del sonoro va detto che le musiche che accompagnano gli scontri sanguinolenti degli uomini-bestia sono abbastanza anonime, il doppiaggio inglese risulta inoltre scarsamente curato, mentre un enorme pecca è rappresentata dal pessimo sincronismo tra il labiale e la voce dei personaggi.
La longevità del titolo non si discosta molto dai classici canoni del genere, ma un plauso va alla modalità carriera che è abbastanza duratura e rappresenta sicuramente un passo in avanti in tal senso.

D’accordo…ma ce n’era davvero bisogno?

Bloody Roar 4 migliora leggermente il terzo episodio della serie (nonostante le vistose pecche del motore grafico e del doppiaggio in inglese), tuttavia esce integralmente con le ossa rotte se comparato ai titoli di punta prodotti dalla Namco, e non aggiunge nulla di nuovo a quanto visto in passato, perdendo sicuramente l’occasione di portare una ventata d’aria fresca nell’ormai stagnante panorama dei picchiaduro 3D (anche se visti i risultati dubito che la Hudson abbia solamente pensato a questo…).
Resta un titolo contraddistinto da un discreto gameplay, dinamico e immediato, capace di farvi passare qualche ora a mazzolarvi nella modalità Versus con qualche amico, e che farà certamente felici i più incalliti fans della serie.
Per tutti coloro che non sono affezionati alla saga degli uomini bestia, per gli animalisti, e per coloro che odiano il circo, consiglio di guardarsi bene attorno, poiché non faticherete troppo a trovare qualcosa di meglio.

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