Brave Fencer Musashi – Recensione Brave Fencer Musashi

Un eroe tutto giapponese

 

Forse qualcuno di voi, particolarmente appassionato di cultura giapponese, avrà sentito nominare Miyamoto Musashi: trattasi di un celebre samurai che si dice non abbia mai perso un duello e che combattesse utilizzando una particolare tecnica di lotta con due spade. Egli scrisse anche un testo sull’arte marziale giapponese noto come "Libro dei Cinque Anelli". Ma cosa c’entra tutto questo con il titolo in questione, direte voi. Si tratta, in poche parole, del personaggio storico del Sol Levante a cui la Square nel lontano 1998 ha attinto per creare il protagonista di Brave Fencer Musashi. Naturalmente, la nota software house nipponica ha calcato un poco la mano, reinterpretando a modo suo il samurai e ponendolo in un contesto fantasy occidentale, motivo per cui anche all’estero il prodotto ha riscosso un buon successo.

 

 

Il titolo (un action-RPG), può sfoggiare importanti nomi nel team di sviluppo: l’executive producer è Hironobu Sakaguchi ("padre" di Final Fantasy), mentre le illustrazioni dei personaggi sono ad opera di Tetsuya Nomura e Koji Matsuoka. Le musiche, che a causa dell’ottimo livello qualitativo potrebbero far pensare a Nobuo Uematsu, sono state invece curate da Tsuyoshi Sekito. Ma andiamo a vedere più nel dettaglio i vari elementi che compongono questo titolo, il quale ha lasciato il segno in un’intera generazione di videogiocatori.

 

 

Lontano da casa

 

La trama di Brave Fencer Musashi risulta essere piuttosto banale, ciononostante è ben narrata e supportata da colpi di scena durante il corso di tutta l’avventura, ed è in grado di mantenere comunque l’interesse del giocatore. Se volessimo riassumerla brevemente, essa tratta di un regno immaginario dalle forti caratteristiche medievali, il quale per difendersi dall’attacco di un’organizzazione chiamata Thirstquencher Empire, evoca da un altro mondo l’eroe Musashi. Egli, dotato della sua arma Fusion, dovrà recuperare la leggendaria spada Lumina e salvare così il regno e gli abitanti del palazzo di Allucaneet, che sono stati rapiti dall’impero (inclusa la classica principessa). Evitando gli spoiler, come ogni avventura che si rispetti, il viaggio di Musashi vi porterà ad esplorare il villaggio di Grillin ai piedi del palazzo, alcune foreste e molti altri luoghi, mentre cercate di aiutare gli abitanti del regno e sgominare nemici di ogni genere.

 

 

I personaggi sono un poco stereotipati e statici nel loro modo d’essere, il che significa che non vedremo eccezionali evoluzioni nel loro carattere o nelle loro azioni, nonostante questo sono comunque pertinenti al contesto e riescono ad avere dei dialoghi che rendono le situazioni meno banali di quanto ci si aspetterebbe dalla trama. In sostanza è una storia fruibile da grandi e piccini, senza grandi pretese ma neppure costruita in modo disattento. Si può quindi dire che la narrazione procede fluida lungo tutto il corso dell’avventura e che è in grado di dare un minimo di stupore e pathos nei momenti clou dell’azione, permettendo al giocatore anche di prendere in simpatia o antipatia taluni personaggi, alcuni dei quali memorabili, altri un po’ meno.

 

           Le sfrontate risposte di Musashi fanno spesso infuriare i suoi antagonisti (e non solo)

 

 

Due spade, un eroe

 

Il prodotto propone un’esperienza ludica non troppo complessa, che prevede durante l’esplorazione numerosi salti e arrampicate tra una piattaforma e l’altra, accompagnate da combattimenti basati principalmente sull’uso delle due spade di Musashi: Fusion e Lumina (assegnate rispettivamente ai tasti quadrato e triangolo). La prima possiede l’interessante prerogativa di poter essere lanciata contro un nemico per assorbirne il potere e utilizzarlo a proprio vantaggio, consumando l’apposita barra di BP (battle points). A seconda dell’abilità essa potrà tornare utile non solo per combattere gli avversari ma anche per superare alcuni ostacoli che troveremo sul nostro cammino. L’altra caratteristica di Fusion è la sua versatilità in quanto permette attacchi combo in rapida successione ed è quindi indicata per i nemici più veloci, mentre Lumina permette di eseguire un attacco singolo potente ma che impiega più tempo per essere portato a termine. Il tasto R1, assegnato alla parata, permette di caricare una barra sul lato sinistro dello schermo, che, una volta piena, consentirà premendo quadrato di lanciare Fusion, mentre con triangolo effettueremo l’attacco speciale di Lumina, che cambierà a seconda dello "Scroll" equipaggiato. Questo ci porta alla progressiva evoluzione del personaggio e delle sue due armi. I parametri nascosti di Musashi, quali ad esempio attacco e difesa, aumenteranno nel corso del gioco sconfiggendo nemici o coprendo distanze correndo, aumentando l’efficacia del nostro eroe. Fusion per contro può esser potenziata solo in fasi avanzate dell’avventura che eviteremo di svelarvi. Per quanto riguarda Lumina, l’unico modo di farle ottenere nuovi poteri è proseguendo nella trama e raccogliendo dei globi misteriosi chiamati Scroll, che noi tradurremmo con pergamena, i quali, basati sui cinque elementi, sono un chiaro rimando al libro scritto da Miyamoto Musashi.

 

 

Tornando al titolo, i Boss sono ben congegnati in quanto per sconfiggerli non basterà la semplice forza bruta ma dovrete ingegnarvi e utilizzare i poteri acquisiti fino a quel momento per metterli fuori combattimento, aggiungendo così un pizzico di strategia che non guasta mai. Per aiutarvi nell’impresa, inoltre, potrete girovagare per il mondo alla ricerca dei Bincho Fields e dei Minku: i primi sono delle specie di campi di forza verdi che potrete rompere con Lumina, ognuno di essi aumenterà permanentemente la vostra barra di BP e al contempo libererà un abitante del castello, che sarà felice di aiutarvi come potrà. I secondi sono dei piccoli animaletti bianchi dalle grosse orecchie sparsi per il regno, sono molto veloci ma se riuscirete ad afferrarli e lanciarli otterrete delle bacche che aumenteranno i vostri punti vita. Inoltre, i negozianti del villaggio saranno ben felici di vendervi oggetti di ogni tipo per recuperare salute, BP o curarvi dal veleno. In ultimo, una simpatica caratteristica è quella di poter acquistare, capitolo dopo capitolo, delle action figures che ritraggono i personaggi, i mostri e i Boss del gioco, alcune delle quali saranno disponibili solo dopo aver completato l’avventura la prima volta. Per concludere, nel corso del gioco sono presenti alcune sezioni a tempo in cui dovrete portare a termine alcuni compiti il più velocemente possibile, onde evitare un prematuro game over, tali parti non sono però eccessivamente difficili ma hanno senz’altro il pregio di aggiungere un minimo di varietà al resto del titolo. La longevità di Brave Fencer Musashi non è eccezionale: per portare a termine la storia saranno sufficienti sei, sette ore, mentre se vorrete esplorare ogni angolo e trovare tutto quel che c’è da recuperare, potrebbero essere necessarie anche dieci, dodici ore. Da segnalare come detto sopra che per ottenere tutti i giocattoli dei personaggi (cosa comunque del tutto opzionale), occorrerà cominciare una seconda avventura che incrementerà di qualche ora la durata totale.

 

 


                                   Meglio sbrigarvi se non volete saltare in aria!

 

Musica maestro!

 

Considerando che il titolo è uscito nel ’98, il comparto tecnico non è eccelso, si può dire che a livello grafico sia appena sotto la media, tuttavia eccelle in particolar modo negli effetti di luce e in linea generale è tutto molto colorato e anche i paesaggi sono pertinenti con l’aspetto scelto per i personaggi e i nemici. Il livello di qualità cala (anche se di poco) quando si osservano i paesaggi e in generale tutto ciò che circonda il protagonista, ma d’altronde occorre ricordare che stiamo sempre giudicando un titolo PS1. Le animazioni di Musashi sono invece abbastanza curate in ogni aspetto, sia nel suo saltare e muoversi che nell’utilizzo delle spade o delle varie abilità, conferendogli una fluidità mediamente superiore a quella della maggior parte dei nemici. Sicuramente il punto di forza di Brave Fencer Musashi, come molti altri prodotti della sua epoca, è nel sonoro, che ci sa accompagnare con melodie e temi ricorrenti davvero ispirati e che ben si confanno ad ogni momento dell’azione. L’unica pecca in questo senso forse è la poca varietà degli effetti sonori veri e propri, quando si colpiscono i nemici, si lanciano o si effettuano attacchi speciali, che sono uguali per la maggior parte degli avversari. Per quanto riguarda invece l’HUD, le varie icone e barre, posizionate nella parte bassa dello schermo, mostrano tutti i dati necessari al giocatore nel corso dell’avventura senza però penalizzare la visuale, la quale è aiutata peraltro da una telecamera gestibile manualmente, che permette di seguire sempre l’azione dall’angolazione più appropriata. Il doppiaggio infine, sebbene in inglese (ricordiamo che pochi titoli all’epoca ricevevano un doppiaggio italiano, specialmente di buona fattura), è piuttosto buono, basti pensare che la principessa Fillet avrà fatto saltare i nervi a milioni di giocatori con la sua voce stridula e petulante, rappresentando alla perfezione lo stereotipo di ragazzina nobile ma viziata.

 

 

                                La detestabile principessa alle prese con l’irriverente Musashi 

 

 

In conclusione


Contestualizzando il prodotto con il periodo in cui è uscito e la piattaforma su cui gira, possiamo dire senza ombra di dubbio che sebbene il comparto grafico sia complessivamente di poco sotto la media, il titolo presenta molti altri elementi positivi. Il gameplay è abbastanza semplice e intuitivo ma allo stesso tempo gli elementi RPG e le strategie richieste per i boss gli donano un minimo di profondità. La telecamera e l’HUD lavorano bene in concerto e le fasi a tempo o di corsa (come il rafting con la zattera) danno un minimo di varietà al gioco che va a spezzare le fasi di esplorazione e combattimento. La trama, sebbene non particolarmente originale, si presta al suo compito grazie anche a un buon doppiaggio e ad un’ottima colonna sonora. Se non avete giocato Brave Fencer Musashi, vale senz’altro la pena fare un tuffo nel passato per recuperare questo piccolo gioiello targato Square.

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