Broken Sword 5: La Maledizione del Serpente – Recensione

Recensito su Nintendo Switch

In un mondo videoludico popolato per la maggior parte da FPS, open world e avventure, mettere le mani su un classico punta & clicca restituisce un feeling davvero particolare. Aggiungiamoci che il titolo in questione lo stiamo giocando su una console come Switch e il tutto risulta ancora più strano e fuori luogo. Ma, anticipazione di quello che sarà poi la conclusione di questa recensione, Broken Sword 5: La Maledizione del Serpente è necessario, ed è necessario vederlo sull’attuale console di Nintendo più che su tutte le altre sulle quali è approdato.

Sarebbe inutile dirlo, ma è sempre meglio precisarlo: nel corso di questa recensione non analizzeremo il gioco in sé, ma andremo a valutare la sua versione per Switch, come è stato adattato e come si comporta un genere òunta & clicca su una console abbastanza particolare.

Broken Sword 5: La Maledizione del Serpente

Parigi, la città degli omicidi (?)

Partiamo dal principio. La storia comincia come il più classico film giallo degli anni novanta, con un flashback che ci mostra il furto di un quadro durante la guerra civile spagnola, quadro che sarà poi al centro delle vicende. Dopo il breve filmato d’introduzione la storia si sposta ai giorni nostri, all’interno di una mostra d’arte parigina alla quale (ovviamente) stanno partecipando l’avvocato statunitense George Stobbart e la sua amica nonché reporter Nicole Collard. Nel giro di pochissimi istanti assistiamo al furto dello stesso quadro, “La Maledicciò” di El Serp, con conseguente omicidio del curatore della mostra.

Da qui, alternandoci tra il punto di vista di George e di Nico, comincia la nostra investigazione alla ricerca dell’assassino, che tra viaggi e scoperte ci porterà a svelare il mistero che si cela dietro al dipinto maledetto. Personalmente adoro la serie, in particolare il secondo capitolo che ho spolpato sia sulla vecchia PlayStation sia su iOS, e ho trovato quest’ultimo capitolo perfettamente in linea con i canoni della serie, dai dialoghi comici al doppiaggio in italiano, dall’interazione alla narrazione.

Broken Sword 5: La Maledizione del Serpente

L’incipit della trama non brilla certo per originalità, ma offre un buono spunto narrativo, che man mano nel suo dipanarsi riserva qualche bella sorpresina. Come anticipato, Broken Sword 5: La Maledizione del Serpente è stato già abbondantemente recensito nella sua versione originale, suddivisa in parte 1 e parte 2, e anche nella controparte su PlayStation 4, quindi vi rimandiamo alle precedenti riflessioni per avere un quadro (ahahaha…, NdR) generale sul gioco, sulla trama e sulle meccaniche. Concentriamoci su quest’ultimo port.

Switch e i Punta & Clicca

Perché innanzitutto abbiamo definito il gioco come “necessario” su una console come Switch? Sostanzialmente per due semplici motivi: il primo è il concetto stesso della console, il secondo è più legato al genere videoludico.

La bipolarità della console di Nintendo rende davvero giustizia a Broken Sword 5: La Maledizione del Serpente, soprattutto nella sua versione portatile; il connubio tra touchscreen e controller è ottimo, permettendo di apprezzare e godere del gioco con un feeling che assolutamente non dispiace. Chiaro, siamo lontani dall’esperienza con mouse che caratterizza il genere, e che indubbiamente rappresenta la perfezione in termini di gameplay, ma l’alta definizione, unita all’ampio schermo, permette di ovviare senza grossi problemi a questa mancanza. Il gioco è inoltre fluido, con animazioni, mai scattose, che regalano un po’ di nostalgia durante tutta la nostra avventura.

Avventura che mancava e che siamo stati felicissimi di poter riapprezzare in questo fine 2018. Come scritto in apertura, il mercato si sta pian piano uniformando, facendo emergere sempre più i giochi con una forte componente multiplayer, frenetici e immediati, a discapito di generi che sono stati dei veri pilastri del mondo videoludico. Pochi ormai hanno presente cosa voglia dire catapultarsi in un’avventura grafica vecchio stile (escludendo quindi titoli come Life is Strange), stare ore ed ore sulla stessa stanza alla ricerca di quel piccolo indizio che proprio non riusciamo a trovare; o le volte che si impazziva nell’inventario cercando la combinazione giusta fra due o più oggetti che potesse fare a caso nostro. Broken Sword 5: La Maledizione del Serpente in questa edizione per Switch è un’ottima opportunità per affacciarsi ad un genere in via d’estinzione, un genere che non attira e che oramai campa di riedizioni o di emulazione.

Broken Sword 5: La Maledizione del Serpente

Come concludere questo sproloquio? Se siete dei fan delle avventure punta e clicca allora non lasciatevi sfuggire l’occasione di gustarvi questa perla su Switch, console praticamente perfetta per godersi un titolo come questo. Vi immergerete in una storia ben scritta, non eclatante ma neanche scontata, con dialoghi che a tratti vi ammazzeranno dalle risate e con un doppiaggio che, nonostante non sia curato nei minimi dettagli, riesce a fornire un feeling più che apprezzabile. Se invece non siete proprio degli esperti delle avventure grafiche, provate comunque a dargli una possibilità, potreste scoprire che in tutti questi anni avete snobbato quello che potrebbe essere uno dei vostri generi preferiti.

8

Pro

  • Un classico Broken Sword
  • Comicità sempre presente
  • Controlli touch perfetti per il genere
  • Doppiaggio in Italiano

Contro

  • Considerato il genere, potrebbe non piacere a molti
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