Castlevania: Aria of Sorrow – Recensione Castlevania: Aria of Sorrow

Brainstorming

Vampiro, Gotico, Barocco, Sacro & Profano… sono tutte parole che assieme trovano posto in un’unica serie nel panorama videoludico, ovvero Castlevania.
Le storiche gesta della famiglia Belmont sono impresse con marchio indelebile nelle menti di tantissimi giocatori sparsi per il globo; ma anche stavolta, come già precedentemente accaduto in altri giochi della serie, non vestiremo i panni di un membro del famigerato clan di ammazzavampiri, bensì quelli di un giovane ragazzo, e verremo catapultati nell’anno 2035 in Giappone.

Nonostante i radicali cambiamenti che questo titolo apporta alla serie e dopo 2 episodi di grande successo apparsi su Game Boy Advance, la pluridecorata serie di casa Konami si appresta a calcare ancora una volta il palcoscenico delle console portatili… e lo fa in grande stile!

Un’eclissi profetizzata

Tutto il mondo attende con trepidazione la prima eclissi del ventunesimo secolo, nell’anno 2035. Soma Cruz è un liceale che vive in Giappone per motivi di studio; per osservare l’eclissi, si reca al tempio di Hakuba dalla sua amica e compagna di scuola Mina, l’unica figlia del custode del tempio. Quel giorno però la gradinata che portava al luogo d’incontro sembrava stranamente più lunga del solito, e appena varcata la soglia d’entrata al tempio, Soma perde i sensi.

Dopo un periodo di tempo non precisato, il nostro protagonista riprende coscienza in un luogo per nulla familiare, con Mina ancora svenuta accanto a lui e di fronte ad una misteriosa figura vestita di nero che si presenterà come Genya Arikado; quest’ultimo, spiegherà al nostro protagonista che al momento si trovano all’interno del castello di Dracula, ma non in Europa, bensì all’interno dell’eclissi stessa. Il discorso viene bruscamente interrotto dall’ improvvisa comparsa di alcuni scheletri; Soma non perde tempo e attacca i non-morti per difendere Mina, ma nell’istante in cui sferra il colpo decisivo, accade qualcosa di strano… una sfera luminosa rilasciata dai resti dell’ultimo avversario abbattuto, colpisce Soma al petto, entrando nel suo corpo.

In quel momento i dubbi di Arikado diventano certezze: Soma è uno dei predestinati, ovvero uno dei pochi al mondo che ha ereditato capacità straordinarie al momento della sua nascita, avvenuta nel momento esatto della morte di Dracula; il potere che detiene è chiamato “Dominanza”, dono che gli consente di prendere le anime dei nemici sconfitti ed utilizzarle a proprio piacimento. A Soma non resterà altro da fare che esplorare il castello per trovare il modo di tornare a casa e liberarsi dall’oscuro potere di cui ormai è il detentore.

 


 


A caccia di anime

I canoni dei giochi di Castlevania restano invariati dai precedenti episodi per Game Boy Advance, come di consueto ci sarà da esplorare il castello da cima a fondo, facendoci strada tra nemici di ogni forma e dimensione, boss giganteschi, risolvere enigmi, cercare power up e far aumentare di livello il nostro personaggio; praticamente nulla di nuovo per quanto riguarda il gameplay, eppure qualcosa è cambiato; la più grossa nota di originalità di questo Castlevania, è sicuramente il battle system: come precedentemente accennato nella storia, Soma potrà avvalersi delle anime rubate ai nemici sconfitti per potenziare le proprie capacità.

Saranno disponibili principalmente 3 tipologie di anime: quelle di colore rosso, altrimenti dette anime proiettile, utilizzate per colpire i nemici distanti con incantesimi o oggetti particolari, quelle blu, (o anime di supporto) saranno utili per raggiungere determinate aree tramite le diverse abilità di movimento che concederanno, infine le anime di colore giallo potenzieranno i nostri parametri come più s’addice al nostro modo di giocare, in più a condire il tutto ci sarà un arsenale di armi non indifferente; non disporremo solo di spade ed armi in stile medievale, ma dato che ci troviamo in un prossimo futuro, sono state implementate anche le armi da fuoco e perfino dei fucili laser.

Ovviamente non sarà facile reperire tutte le anime e le armi presenti; come già visto in precedenza nei vari capitoli, dovremo fare backtracking svariate volte ed uccidere in continuazione tutti i mostri presenti, facendo su e giù per la mappa finché non otterremo gli oggetti e le anime da loro trasportati; questo ritmo di gioco potrebbe annoiare anche i giocatori più “avidi”, (nonostante sia attenuabile tramite l’aumento del parametro fortuna del nostro Soma) e costituisce forse il vero tallone d’Achille di questo titolo.

 
 

Tra gotico e futuro

Quando si parla di Castlevania in 2D ci si aspetta sempre un prodotto qualitativo non indifferente, la stessa identica cosa che avviene proprio con questo Aria of Sorrow, non ci aspettavamo di meno dal team capitanato da Koji Igarashi, e questo ennesimo lavoro è davvero di altissimo livello. La grafica è sbalorditiva sotto ogni aspetto: sprites dettagliati e colorati, ottimi effetti luce, e degli ambienti vari di tutto rispetto; alle volte quasi non ci sembrerà di avere per le mani un Game Boy Advance.
Lo stesso discorso vale per l’audio; ci potremo deliziare con delle musiche d’ambiente dai ritmi epici e profondi, con l’aggiunta di effetti sonori ben calibrati e mai fuori contesto, per tutta la durata dell’avventura; forse l’unica cosa che stona un po’, è la longevità: il castello di Dracula è sempre vasto e piuttosto vario, ma non come nei precedenti episodi; siamo decisamente abituati ad esplorare ambienti molto più ampi, nonostante ci sia molto da fare anche qui.

Il sistema di controllo è un altro punto a favore di questo titolo: potremo equipaggiare il nostro personaggio con armi ed anime raccolte, come più ci piace, tramite un comodo e semplice inventario, del resto, pare proprio che difficoltà e semplicità siano gli aspetti della realizzazione che hanno subito maggiore attenzione durante lo sviluppo; tutto è ben calibrato: dai mostri ai Boss di fine area, e non si rischia mai di annoiarsi o di rimanere troppo tempo fossilizzati in un punto perché non si riesce ad andare avanti.


 

Per concludere

Castlevania: Aria of Sorrow, tenta di portare un vento di novità alla serie, riuscendoci sotto molti aspetti; certo non si tratta di un capolavoro al 100%, ma piacerà sicuramente a tutti coloro che ci metteranno le mani sopra, senza deludere nessuna aspettativa. Probabilmente le scelte d’inserire un nuovo protagonista, e portare la trama oltre il nostro tempo, erano esattamente quello che ci voleva per “sbiadire” (seppur in forma lieve) gli errori commessi in passato nei precedenti episodi. Forse le uniche cose che potrebbero far desistere dall’acquisto sono: il ritmo di gioco basato sulla ricerca continua di anime e la longevità non troppo elevata; ma se siete tra i giocatori che non badano a queste cose, questo titolo fa assolutamente al caso vostro.

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