Castlevania: Harmony of Dissonance – Recensione Castlevania: Harmony of Dissonance

Secondo round per Game Boy Advance

Castlevania: Symphony of the night ha decisamente ridefinito gli standard di gioco della serie di casa Konami, apportando innovazioni nello stile di gioco, veste grafica migliorata ed un gameplay del tutto nuovo; forse un’esperienza videoludica irripetibile per molti giocatori.

Dopo il grande successo però, il team di Koji Igarashi ha in più occasioni riproposto ai fan di vecchia e nuova data, titoli che ricalcavano le orme del capolavoro uscito per Sony Playstation e Sega Saturn; riuscendoci alle volte solo in parte e dopo un tentativo non perfetto di approdare sulle consoles portatili di casa Nintendo, la softwarehouse nipponica madre di Metal Gear, regala ai fan questa sua nuova creazione, dal titolo: Castlevania: Harmony of Dissonance.

 

 

 

Un’amicizia ritrovata

Sono passati 50 anni da quando Simon Belmont, il depositario del potere della sacra frusta Vampire Killer sconfisse Dracula, il principe delle tenebre. Ora è suo nipote Juste il detentore della sacra arma; nato dall’unione dei cacciatori di vampiri della famiglia Belmont con la famiglia Belnades, potentissimi maghi al servizio del clero. Un giorno il migliore amico di Juste, Maxim, partito per un viaggio di addestramento 2 anni prima, ritornò inaspettatamente; il suo corpo era cosparso di innumerevoli ferite: quasi ridotto in fin di vita. Maxim informò Juste che Lydie, la loro più cara amica d’infanzia, era stata rapita.

Maxim ha completamente perduto la memoria dei 2 anni passati lontano da casa; sono poche e frammentarie le informazioni che riesce a passare a Juste riguardo il rapimento, ma ignorando le sue ferite, decide di accompagnare il suo migliore amico nel luogo in cui crede sia avvenuta la scomparsa.

Passando attraverso una fitta nebbia, i due giovani uomini si ritrovano di fronte ad un castello che non appare in nessuna mappa; a quel punto le memorie di Maxim cominciano vagamente a riaffiorare, e l’apprensione per l’incolumità della loro amica si fa sempre più forte. I due cacciatori varcano la soglia d’entrata, decisi a salvare Lydie.
 

 

 Symphony of the night: Atto secondo

 

Se avete giocato al capolavoro sopracitato per Sony Playstation, non potrete non notare le somiglianze con questo Castlevania: Harmony of dissonance. Nonostante questo nostro nuovo eroe sia munito della frusta appartenuta ai suoi antenati, le somiglianze con l’androgeno figlio del conte, Alucard, sono davvero tantissime: dall’abbigliamento alle fattezze del viso, fino ad arrivare perfino al modo di parlare durante le scene d’intermezzo; queste però sono solo alcune delle similitudini col previo capolavoro di casa Konami.

La maggiore attenzione che questo gioco merita è sicuramente l’aspetto del gameplay; chiunque abbia giocato ai titoli di questa saga rilasciati dopo Symphony of the night, conoscerà certamente il sistema di gioco basato sull’esplorazione ed il backtracking; e questo Castlevania non fa di certo differenza. Tuttavia il sistema di combattimento è stato diversificato; Juste utilizzerà la frusta proprio come accennato in precedenza, ma sarà in grado di poterla personalizzare tramite l’ausilio di speciali sfere magiche che troverà sparse per i meandri del castello; attraverso questi power up sarà possibile eseguire colpi speciali di varia natura ed accedere ad aree altrimenti irraggiungibili, ma non è tutto: il legame di parentela del nostro protagonista con la famiglia Belnades, gli consentirà di avvalersi anche di alcuni libri magici, e di utilizzarne i poteri combinandoli con le armi secondarie (asce, croci, pugnali ed altre già viste nei precedenti episodi della serie), creando spesso e volentieri degli attacchi devastanti, che variano dall’evocazione di draghi fiammeggianti alla creazione di vortici formati da croci e vento: semplicemente spettacolare
 

 

 

Spettacolare ma imperfetto

La realizzazione di questo Castlevania non differisce troppo dai suoi predecessori: ci troviamo di fronte ad un gioco di notevole fattura, specialmente parlando della grafica e della longevità; purtroppo però ci sono alcune sbavature che ne cagionano il voto in complessivo, ma andiamo a vedere meglio nel dettaglio di cosa si tratta.

La grafica è stata realizzata in modo da sfruttare ad alti livelli le varie potenzialità del Game Boy Advance: da fondali dettagliati a mostri molto ben definiti, tuttavia per quanto riguarda gli ambienti, sembra quasi che alcune zone del castello siano state incollate nel contesto all’ultimo minuto, prima ancora di essere completate a dovere; questo non significa che siano brutte, ma questa sorta di “grafica altalenante” è una nota negativa di non poca rilevanza per un titolo del genere.
Altra sbavatura si potrebbe definire anche il comparto audio; normalmente la colonna sonora di Castlevania è la punta di diamante di ogni episodio: musiche epiche ed effetti sonori di tutto rispetto, mentre qui verremo accompagnati prevalentemente da musichette in stile NES a 8 bit, che probabilmente piaceranno solo ai nostalgici ed ai fan di vecchia data.

Dopo queste sottolineazioni negative, sicuramente tutti si chiederanno cosa abbia questo gioco di così speciale; e la risposta è semplice: la longevità ed il gameplay colmano in maniera spropositata le lacune di grafica e sonoro.
Per intenderci: tutta l’avventura è strutturata in maniera tale da non lasciare mai dei periodi di stallo; c’è sempre qualcosa di nuovo da fare ed aree da sbloccare, il tutto condito da tantissimi nemici da abbattere ed enigmi da risolvere, il castello inoltre è probabilmente il più grande mai apparso in questa serie, quindi tirando le somme, si può concludere dicendo che Castlevania: Harmony of Dissonance ha da regalare ore ed ore di divertimento frenetico (ed alle volte anche cervellotico) a tutti quelli che lo giocheranno.

 

 

In definitviva

Castlevania: Harmony of Dissonance va ad aggiungersi al vasto compendio di titoli della più famosa saga di ammazzavampiri della storia, facendosi forte di una longevità ed un gameplay molto simili all’ormai pluridecorato Symphony of the night, e se non fosse per le pecche grafiche ed il sonoro non all’altezza di un nome così prestigioso, probabilmente ci ritroveremo per le mani il miglior capitolo della serie.

 

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