Cave Story 3D – Recensione Cave Story 3D

Cave Story, in originale Doukutsu Monogatari, ha avuto una vita molto travagliata. Un gioco indie che è stato acclamato come capolavoro, sin da quando nacque nell’ormai lontano 2004 per PC come freeware, tanto da meritarsi conversioni e remake a non finire. Sviluppato interamente da Daisuke Amaya, in arte Pixel, ha avuto prima porting per Amiga, Mac e Linux, per poi vedere la luce anche su console come Xbox e PSP. Solo più avanti ci son stati dei remake, stavolta a pagamento, con grafica migliorata e alcune aggiunte, come la versione per Wiiware e DSiWare o per Steam. Adesso, a pieno prezzo retail, troviamo per 3DS il primo vero e proprio remake completo di questo titolo: Cave Story 3D. Vediamo di che si tratta.

Salve a tutti, io sono Quote.

La storia del nostro gioco inizia nel modo più classico di tutti: all’improvviso. Il nostro personaggio, un ragazzino dal cappellino rosso, si sveglia in una misteriosa caverna senza il minimo ricordo del suo passato. Nonostante questa amnesia inizierà a muoversi cercando indizi sulla sua identità (scopriremo presto, tramite alcune righe di dialogo opzionali, che si chiama Quote) arrivando in una zona di questa caverna dove sorge un villaggio di alcuni strani esseri dalla forma di conigli, i Mimiga. I Mimiga sono terrorizzati dai continui attacchi di un uomo che si fa chiamare "Il Dottore", che tramite l’opera dei suoi due scagnozzi, Balrog e Misery, è a quanto pare alla ricerca di una certa Sue Sakamoto. Quest’ultima, a detta dei Mimiga, è una loro simile ma che non proviene dal loro villaggio, e abita assieme ad una Mimiga di nome Toroko, la sorella del deceduto Arthur, eroe dei Mimiga ucciso dal professore stesso. Riuscirà Quote a scoprire qualcosa di sé? E aiuterà i Mimiga a salvarsi dalle grinfie del Dottore? La storia di Cave Story è più articolata di quanto si pensi, e il nostro viaggio ci porterà a scoprire delle terribili verità.

Ti muovi? Ti ammazzo.

Il sistema di gioco di Cave Story è riconducibile totalmente a quelli di titoli come Metroid o Castlevania: è uno shooter in due dimensioni, dove, per recuperare potenziamenti vari e proseguire con la storia, finiremo a fare spesso un bel po’ di backtracking. L’arma principale di Quote è una pistola a raggi con munizioni infinite, ma nel corso dell’avventura recupereremo anche altre armi, come il lanciamissili, più potenti ma con munizioni limitate, che dovremo recuperare poi dai nemici sconfitti o nelle taniche di recupero di energia, solitamente posizionate accanto ai Save Point. I nostri pulsanti principali saranno così solo quelli del salto e dello sparo, mentre con i dorsali potremo cambiare arma in maniera veloce. La mappa, che nelle vecchie versioni del gioco era una schermata a parte, qui ce la ritroviamo sullo schermo inferiore dandoci una comodità non da poco, anche grazie alla possibilità di muoverci mentre la consultiamo.
Essenzialmente la struttura del gioco è fatta e finita: semplicissima ma di sicuro impatto. Quote ha a disposizione un certo numero di HP, che possono essere aumentati trovando dei potenziamenti nascosti in giro per le mappe, e le armi che troverà, compresa la pistola iniziale, dispongono di un livello. I punti esperienza per potenziarle sono fatti cadere dai nemici sconfitti, e ad ogni livello, fino ad un massimo di 3, l’arma a nostra disposizione diverrà naturalmente più potente, rendendoci delle vere e proprie macchine da guerra semoventi. Ma abbassare la guardia è poco consigliato: farsi colpire dai nemici non significherà solamente perdere parte dei propri punti vita e rischiare un Game Over, ma toglierà anche alle nostre armi un certo quantitativo di punti esperienza che dovremo poi riguadagnare, facendoci rischiare addirittura dei Level Down.

Seppure la struttura del gioco in sé sia così semplice, in realtà il tutto è strutturato in modo incredibilmente complesso e studiato. Premendo il pulsante giù è possibile parlare a personaggi e esaminare oggetti, ma ci accorgeremo che le nostre azioni portano sempre a un effetto. Ci ritroveremo infatti a dover fare delle scelte durante la nostra avventura, alcune delle quali di natura morale, e che seppur possano sembrare, all’apparenza, quelle classiche scelte che portano sempre al medesimo risultato, nell’ombra la trama cambia senza che ce ne possiamo accorgere. Tra righe di dialogo nascoste, segreti della trama non rivelati, e addirittura finali multipli, Cave Story è un titolo che la sa lunga.

Meglio prima che dopo

E’ difficile riuscire a dare un voto concreto alla grafica di Cave Story 3D. Il remake degli ambienti e dei personaggi in 3 dimensioni è ben fatto, e l’aggiunta del 3D stereoscopico aggiunge molto al titolo. Quello che blocca dal dare un parere solo positivo, è il fatto che il titolo originale bidimensionale aveva il suo charme appositamente per gli sprite che lo caratterizzavano, che lo rendevano unico nel suo genere. Gli sprite di Cave Story donavano a ogni singolo personaggio, persino ai normali mostri, un incredibile carisma, che con questo remake è andato in parte perduto. Per il resto, il comparto audio è assolutamente magnifico, con musiche ben riproposte, mentre il gameplay è quello classico e quindi assolutamente magnifico.

In conclusione

Chiariamoci: Cave Story è un titolo che VA giocato. Un capolavoro indie imperdibile, per chi ama i videogames. Detto questo, e ribadito il concetto che il gioco in sé è ottimo, vi si pone di fronte un’unica scelta: giocarlo a poco prezzo nella sua versione originale su DSiWare o pagarlo in full price ma godersi un ottimo remake che perde però il carisma degli sprite? La decisione sta a voi, ma qualunque cosa scegliate ne uscirete vincitori.

 

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