Chrono Trigger – Recensione Chrono Trigger DS

Anche il meno accorto tra i videogiocatori avrà notato che la Square-Enix negli ultimi anni ha trovato il proprio Nirvana nella dimensione del remake. Porting e rifacimenti dei vecchi successi delle due case, risalenti a ben prima della loro fusione, imperversano ormai su ogni piattaforma, anche se gli obiettivi preferiti restano le portatili. Il Nintendo DS è senza dubbio stata la più fortunata tra le varie macchine; piuttosto che limitarsi a fare dei porting con nessuna o poche aggiunte, la Square-Enix ha benedetto la consolle Nintendo con degli ottimi remake in cui la tecnologia del nuovo supporto si sposa alla perfezione con lo spirito dell’originale. Ma ora, torniamo indietro nel tempo.

Era il 1995 e la Sony era in procinto di rivoluzionare il mondo dei videogiochi con la Playstation. Il buon vecchio Super Nintendo Entertainment System sembrava ormai essere giunto al tramonto, quando la Squaresoft decise di sviluppare un ultimo titolo per la consolle a 16 Bit della Nintendo. Venne creata una squadra speciale, dall’ambizioso nome di Dream Team, in cui erano riuniti i più importanti membri della Squaresoft, quali Hironobu Sakaguchi, Kazuhiko Aoki e Nobuo Uematsu, ed alcuni illustri esponenti dell’allora rivale Enix, tra cui il creatore di Dragon Quest Yuji Hori’i ed il celeberrimo autore di Dragonball, Akira Toriyama. Senza dimenticare altri personaggi illustri tra quelle che all’epoca erano ancora matricole, quali Tetsuya Nomura e Yasunori Mitsuda. Il risultato delle fatiche del Dream Team fu un jRPG tutt’ora considerato una delle pietre miliari del genere: Chrono Trigger.
Il gioco venne recepito sia dal pubblico che dalla critica in maniera estremamente positiva e, col tempo, iniziò a crearsi un discreto fanbase. Nel 1996 venne creato una sorta di seguito sotto forma di Visual Novel chiamato Radical Dreamers. Poiché si trattava d’un prodotto scaricabile via Satellaview, un add-on che permetteva allo SNES di sfruttare una connessione satellitare, non arrivò mai ufficialmente in occidente. Ciononostante Radical Dreamers venne utilizzato come base per la creazione del seguito vero e proprio, stavolta su Playstation: Chrono Cross. Anche se i giudizi non furono tanto positivi quanto quelli riguardanti il suo predecessore, Chrono Cross si rivelò un ottimo titolo. La storia dell’universo di Chrono, purtroppo, si ferma qui. La Squaresoft provò a dar vita ad altri progetti, tra cui un terzo capitolo della saga, Chrono Break, ed un remake completo del primo capitolo in grafica 3D, Chrono Resurrection, ma nessuno dei due riuscì ad arrivare oltre le prime fasi. Passò diverso tempo e ormai sembrava che gli unici che si ricordassero di Crono & Co. fossero i fan. Fino ad oggi.

La Square-Enix, così lanciata nel campo del rifacimento di vecchi titoli, non si è certo lasciata sfuggire l’occasione di fare un porting così succoso per la consolle più venduta al mondo. Ed ecco che, seguendo la scia dei tre capitoli di Final Fantasy usciti per GBA, nasce Chrono Trigger DS, una trasposizione pressoché identica all’originale con l’aggiunta di alcuni extra, sia a livello di gameplay che di trama.

Wake up, Crono!

Crono non avrebbe mai pensato che la Fiera Millenaria avrebbe cambiato così tanto la sua vita. Avrebbe dovuto soltanto farsi una passeggiata per le bancarelle… Ah, già, doveva anche andare a vedere l’ultima invenzione della sua amica Lucca. Ma, appena arrivato alla fiera, Crono si scontra con una ragazza sconosciuta, che decide di unirsi a lui per vedere le bancarelle. Tutto procede tranquillamente finché la misteriosa fanciulla decide di provare su di sé il marchingegno di Lucca, un prototipo d’un macchinario per il teletrasporto; mentre con Crono era andato tutto per il verso giusto, il medaglione della ragazza crea una strana interferenza e, come risultato, la giovane sparisce. Questo incidente dà il via ad una serie di eventi che porteranno Chrono ed i suoi amici a viaggiare avanti ed indietro per il tempo, dalla preistoria al medioevo, dal presente al futuro fino ad arrivare alla fine del tempo. Sebbene ogni epoca abbia i suoi guai da risolvere ed i suoi popoli da salvare, l’obiettivo principale degli eroi della storia diverrà quello di salvare la Terra dalla sua distruzione, destinata ad avvenire nell’anno 1999 ad opera d’una misteriosa creatura aliena conosciuta col nome di Lavos.
Nonostante gli anni passati, la trama di Chrono Trigger resta un caposaldo del genere. Oltre alla storia principale, vi sono altre numerose sottotrame legate ai vari personaggi ed alle varie epoche che il gruppo andrà a visitare. I personaggi giocabili non sono moltissimi, ma, caso più unico che raro, sono delineati alla perfezione sia da un punto di vista meramente legato alla giocabilità sia che come background e carattere. Ciascuno di loro ha delle parti e delle quest opzionali ad esso dedicate all’interno della storia, e ciascuno di loro ha il proprio motivo per unirsi alla lotta.
L’unica eccezione, stranamente è proprio il protagonista, privo di un background vero e proprio e trascinato suo malgrado negli eventi. Tra l’altro Crono rientra nella categoria dei protagonisti silenziosi, come gli eroi dei vari capitoli di Dragon Quest; questo significa che non parlerà mai per l’intera durata del gioco e che potrete capire le sue emozioni soltanto attraverso le sue espressioni facciali o tramite l’interpretazioni degli altri personaggi. Ciò probabilmente potrà fare storcere la bocca a molti giocatori, ma gli appassionati più hardcore degli jRPG apprezzeranno questa caratteristica.
Una delle peculiarità di Chrono Trigger è la possibilità d’ottenere diversi finali, a seconda di quando viene sconfitto l’ultimo boss; la versione originale ne aveva ben 12, tra positivi e negativi. Nel porting per DS è stato aggiunto un tredicesimo finale, conquistabile sconfiggendo un "nuovo" boss finale. Purtroppo questa nuova conclusione può essere apprezzata soltanto da coloro che hanno giocato anche a Chrono Cross, anzi, direi che sia il boss che il finale siano stati creati appositamente pensando a loro. Purtroppo non posso dirvi di più senza rischiare lo spoiler, per cui mi fermo qui. A proposito, oltre al finale sono stati aggiunti dei nuovi credits. Ogni volta che si finisce il gioco il povero giocatore deve subirsi sia i credits originali che quelli del remake. Al contrario degli originali, non cambiano in base al finale ottenuto. Ma, come quelli della versione SNES, non si possono saltare in nessun modo. Se avete intenzione di guardarvi tutti e tredici i finali e poi salvare per conservare i vostri successi, preparatevi a diverse, lunghissime attese.

 Tra le varie novità di questa versione, una delle più consistenti è la nuova traduzione, rifatta quasi da zero. Come ben sapranno i fan di vecchia data di Crono & Co., la traduzione originale non era esattamente tra le più fedeli. Lo storico traduttore Ted Woosley, responsabile anche della versione SNES di Final Fantasy VI, è celebre per l’essersi preso un po’ troppe libertà con le traduzioni da lui svolte, grazie alla buona vecchia scusa delle limitazioni imposte dall’hardware su cui stava lavorando. Con le nuove piattaforme questa scusa ha smesso d’aver senso; così come Final Fantasy VI Advance è stato tradotto nuovamente ed in maniera più fedele, anche Chrono Trigger DS ha ricevuto lo stesso trattamento. Fortunatamente, da questo punto di vista è stato svolto un buon lavoro; la Square-Enix non si è limitata a rendere le frasi più originali. Frog si è finalmente liberato del suo assurdo accento più adatto ad un Don Chisciotte, i riferimenti a sesso ed alcool sono stati ripristinati e gran parte delle traduzioni e traslitterazioni assurde o incomprensibili sono sparite. I Tonic sono dunque tornati Potion, i Tabs si sono trasformati in Capsule, mentre Terra Arm e Terra Mutant ora si chiamano Teraton Arm e Tera Mutant, con buona pace per il signor Woosley ed il suo amore per la parola Terra. Nonostante i nomi dei personaggi più importanti siano rimasti identici a quelli della versione originale, più che altro per evitare di creare caos nei vecchi giocatori, alcune delle fantasiose ma argute battute di Woosley sono sparite. Tuttavia, penso sia un prezzo che vale la pena di pagare per avere una traduzione vera e propria.

Qualità a 16 Bit

L’intero reparto grafico di Chrono Trigger DS è stata preso di peso dalla versione SNES e riprodotto senza troppi cambiamenti in questo porting. Sebbene ciò possa far felici gli amanti del retrò e tutti i videogiocatori che pensano che il 3D sia estremamente sopravvalutato, probabilmente i nuovi giocatori resteranno spiazzati dalla grafica del gioco. È fuori da ogni dubbio che, al tempo della sua uscita, Chrono Trigger fosse riconosciuto come uno dei migliori giochi mai prodotti a livello visivo per la vecchia gloria della Nintendo a 16 Bit; la scena del processo è stata per un punto di riferimento per tutti i giochi in 2D usciti su SNES e, per un po’ di tempo, anche per quelli usciti su Playstation. Adesso, però, sono passati numerosi anni, ed il DS è una piattaforma che può offrire molto di più rispetto al suo predecessore. In ogni caso, non dimentichiamoci che stiamo parlando d’un porting e non d’un remake.
Al fine di sfruttare entrambi gli schermi senza però scontentare i fan di vecchia data, la Square-Enix ha pensato di proporre diverse soluzioni; è possibile sia giocare tutto su un solo schermo, come nell’originale, sia poterli sfruttare entrambi, visualizzando l’azione principale su quello superiore ed i dati su quello inferiore. Purtroppo c’è anche da dire che la modalità a doppio schermo, mentre si rivelerà piuttosto comoda durante le fasi di esplorazioni, potrà portarvi a dei veri e propri sdoppiamenti di vista durante i combattimenti, visto che a seconda delle impostazioni che sceglierete per le battaglie potreste trovarvi metà dati su uno schermo e metà sull’altro, costringendovi a guardarli entrambi in continuazione. Un altro elemento grafico che potrebbe dar fastidio alla vostra vista è il carattere tipografico utilizzato nel gioco; mentre gli sprites tutto sommato si adattano in maniera accettabile al piccolo schermo del DS, le scritte sono fin troppo minuscole e leggerle a volte richiederà un certo sforzo. L’utilizzo di caratteri più grandi avrebbe di certo giovato alla transazione su degli schermi di dimensioni notevolmente minori.

Per quanto riguarda il sonoro, il discorso è assai simile a quello fatto finora per la grafica; la versione del gioco per Nintendo DS riprende la tracklist originale senza alcuna modifica. Questo in realtà è un fattore positivo; la colonna sonora di Chrono Trigger venne considerata uno dei massimi capolavori in ambito videoludico. Probabilmente conservò tale fama fino al tramonto della musica prerenderizzata in stile Midi e l’ascesa delle tracce audio vere e proprie, resa possibile col cambio di supporto dalle cartucce ai  CD-Rom. Autore di tale meraviglia fu l’allora non troppo noto Yasunori Mitsuda, che si sarebbe distinto in seguito lavorando su Xenogears e Chrono Cross. Il più celebre Nobuo Uematsu si limitò ad un lavoro di supervisione. Stranamente è l’originale SNES a poter vantare l’audio migliore tra tutte le varie incarnazioni di Chrono Trigger; la controparte per PS1, a causa d’un porting affrettato, non riesce a far suonare a dovere il repertorio del gioco. Neanche il DS riesce a rendere giustizia all’operato di Mitsuda; le sue casse sono troppo deboli per poter riprodurre a dovere le tracce.

Chrono Trigger DS eredita l’unica aggiunta degna di nota del porting su PS1, ossia le cutcenes in stile Anime. I filmati, perlopiù brevi, sono stati creati dallo Studio Bird, lo stesso gruppo che si occupa dell’animazione tratta dai fumetti di Toriyama. Le cutcenes di per sé non aggiungono nulla alla storia, in quanto mostrano eventi che il gioco ci farà rivedere di lì a poco; inoltre sono prive di parlato. Nonostante sia presente un’opzione per far sì che i filmati non appaiano durante il gioco, personalmente vi consiglio di visionarli; sì, possono sembrare superflui, ma vedere le espressioni dei personaggi e poter seguire i loro movimenti durante i momenti più epici del gioco li renderà più memorabili.

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