Dalle stalle alle stelle: Battlefield

Il genere degli FPS ha vissuto alti e bassi, dalla nascita piena di qualità e titoli rivoluzionari allo stagnamento avvenuto nelle ultime 2 generazioni. In tutto questo processo però c’è sempre stato un titolo in grado di portare avanti la propria filosofia con titoli di tutto rispetto: parliamo di Battlefield, il brand che rappresenta la punta di diamante di DICE. Con l’uscita di Battlefield V prevista per fine novembre, abbiamo deciso di intraprendere un percorso di valutazione dei vecchi titoli della serie, facendone una classifica. Questo non solo per dar una nostra opinione su come il brand si sia evoluto in 16 lunghi anni di storia, ma anche per dare la possibilità a chi non conosce i vecchi titoli di scoprire certe perle che tutt’oggi si impongono come cult nell’intero mercato videoludico. Dopotutto DICE ha sempre sfornato titoli di buona qualità, sebbene alcuni siano meno riusciti di altri. Per questa classifica però ci siamo imposti una regola: niente free-to-play o riproposizioni mal fatte di titoli precedenti, questo ci porta a escludere Battlefield play-for-free, Battlefield Heroes e Battlefield Online, una brutta riproposizione dell’originale Battlefield 2 sviluppata da uno studio esterno a DICE. Fatte queste premesse mettetevi comodi, siate curiosi voi che entrate, veterani o neofiti che siate, che abbiate iniziato col 1942 o con Battlefield 1, perchè questa è la classifica dei migliori Battlefield secondo Gamesource. Partiamo quindi con questo percorso, dalle stalle fino alle stelle!

11 – Battlefield 2 Modern Combat

Modern Combat è, in teoria, un dlc di Battlefield 2, eppure c’è un motivo per cui è in questa classifica. Difatti Battlefield 2 Modern Combat è stato venduto come gioco standalone su console, come primo Battlefield ad uscire dall’ambiente PC. Purtroppo, a differenza del secondo capitolo, Modern Combat risulta limitato nel contenuto, con sole 2 mappe e una modalità single player non riuscita. Tra l’altro le partite in questo titolo sono a 24 giocatori, un passo indietro rispetto alla versione standard di Battlefield 2 che ne vedeva ben 64 contemporaneamente in partita.

 

Battlefield dalle stelle alle stalle

10 – Battlefield 2142

A differenza della concorrenza, Battlefield in tempo recente non ha mai provato a gettarsi nel futuristico, eppure in passato un tentativo c’è stato con Battlefield 2142. Il gioco presentava un setting futuristico, ma a livello di design non osava, difatti nonostante in teoria fossimo nel futuro le ambientazioni proposte erano piuttosto standard e non ricalcavano alcuno stile del futurismo. Il gameplay non si comportava benissimo ma il gioco offriva un’interessante modalità unica, cioè la modalità Titan, che permettendo di comandare una grande piattaforma di fuoco volante ha fatto affezionare molti giocatori al titolo.

9 – Battlefield Hardline

Hardline è un esperimento, un Battlefield che di Battlefield ha poco, se non nulla, ed è per questo che si trova così in basso in questa graduatoria. Il titolo è l’unico AAA di Battlefield non sviluppato da DICE, ma invece affidato a Visceral Games… che ha sperimentato molto ma raccolto poco. La campagna si basa su un’idea con del potenziale, una fiction crime raccontata con capitoli imbastiti come episodi di serie tv. Ciò che limita il gioco è la mancanza di cura in ogni settore, mentre DICE è maestra in quel che fa e ogni Battlefield porta con se uno studio di design audio e video di spessore. Per quanto solitamente non si faccia molto caso all’ambientazione, se ci si ferma a guardarsi intorno in un Battlefield di DICE si vede sempre qualcosa di lodevole, specie in Battlefield 1 che usa gli effetti particellari in un modo che nessun altro titolo riesce a fare. Invece Hardline non ha nulla di tutto ciò: le ambientazioni sono blande, seppur partano da un idea molto interessante, e persino il sound design risulta peggiorato. Probabilmente con più capitoli Hardline avrebbe potuto diventare una serie parallela in costante miglioramento, ma purtroppo Visceral non esiste più e lo scarso successo di Hardline non incoraggerà EA a farne un seguito.

Battlefield dalle stelle alle stalle

8 – Battlefield Vietnam

Battlefield Vietnam è l’esempio di buona idea non approfondita abbastanza. Il gioco ci porta nella guerra del Vietnam, in un’ambientazione piuttosto suggestiva e da ai propri giocatori una meccanica interessante. In Battlefield Vietnam è possibile giocare con 2 fazioni, americani e vietnamiti, ognuna con delle unicità. Gli americani hanno armi migliori e sono più robusti, mentre i vietnamiti sono agili e silenziosi. Questo porta a doversi inventare tattiche originali in base alla squadra scelta, con un bilanciamento del gioco che aiuta rendendo interessante ogni battaglia. Peccato solo che i contenuti limitati abbiamo frenato questo titolo, ma in futuro il concept quasi sicuramente ritornerà.

7 – Battlefield 4

Battlefield 4 è un titolo controverso. Parte con grandi aspettative sulle spalle, dovendo dar seguito a dei giochi molto solidi come il terzo capitolo e Bad Company 2 e col compito di portare Battlefield sulla nuova generazione di console. Ma come la generazione stessa, Battlefield 4 si è rivelato essere troppo attaccato a quella precedente. Il titolo introduce le levelution e modifica l’avanzamento del personaggio, ma si pone come un “more of the same” di Battlefield 3, con mappe meno ispirate. Il titolo ha avuto un ottimo supporto, ma è stato frenato dalla sua natura cross-gen, totalmente dannosa per il gioco. Battlefield 4 su PlayStation 3 infatti risulta ingiocabile, con mirini che non si caricano per mezza partita e bug game-breaking. Tuttavia sull’attuale generazione il gioco si comporta più che bene, nonostante abbia avuto diversi problemi al lancio (come dimenticarsi quando, i primi giorni, l’attivazione di un levelution comportava il crash del server). La campagna single player è presente e si regge in piedi meglio di quella del 3, ma risulta comunque blanda rispetto ai 2 Bad Company.

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6 – Battlefield Bad Company

La serie Battlefied è nata e cresciuta su PC, le console sono sempre state un passo indietro ai computer da gaming per quanto riguarda questa saga, come visto in Battlefield 2: Modern Combat. Questa tendenza però viene interrotta Battlefield Bad Company. Questo primo spin off dedicato alla Bad Company si pone come il primo Battlefield solido su console, sebbene non sia l’online a elevarlo, a differenza dei capitoli che l’hanno preceduto. A impreziosire Bad Company è la campagna single player, divertente e con personaggi carismatici e memorabili. DICE si redime per il fallimento della campagna di Battlefield 2: Modern Combat con un entrata molto solida nel franchise.

5 – Battlefield 1942

Dove tutto è iniziato: il primo gioco della serie destinata a diventare cult nel suo genere. Battlefield 1942 è un titolo che tutt’oggi i fan della saga con la fortuna di possedere un PC da gaming, sebbene ormai non serva molta potenza per far girare il gioco, tornano ad affrontare di tanto in tanto. Parliamo di un titolo del 2002 che introduceva le partite a 64 giocatori con la formula di Battlefield glorificata tutt’ora: classi, veicoli ecc… La vera forza di Battlefield 1942 fu quella di aver portato per la prima volta la battaglia su 3 diversi livelli: aereo, terrestre e marino. Inoltre le mappe erano eccezionali, con Wake Island che rimane probabilmente la miglior mappa multiplayer dell’intera serie. Ad aiutare Battlefield 1942 c’è anche la fanbase la quale, come vedremo anche in Battlefield 2, ha trattato come un tesoro questo titolo grazie alla sua esclusività PC, riempiendolo di mod che lo hanno tenuto in vita per anni.

Battlefield dalle stelle alle stalle

4 – Battlefield 3

Battlefield 3 è il titolo che, dopo i vari spin-off come i Bad Company e 2142, torna alla formula e allo stile di Battlefield 2 con ambientazione moderna e contemporanea. Ciò che questo capitolo riesce a fare al meglio è prendere tutto ciò che Battlefield 2 ha introdotto, e di cui parleremo in seguito, e portarlo a degli standard generazionali più accettati al tempo del lancio. A differenza del secondo capitolo, questo è arrivato anche su console riscuotendo un buon successo, ma ha brillato comunque più sulla piattaforma PC, grazie soprattutto a un ottimo piano di aggiornamenti che ha portato il gioco a riconquistare i fan di vecchia data che volevano un’esperienza più radicata nelle origini del brand. Battlefield 3 presenta anche una campagna single player: non è eccezionale, ma è un contenuto comunque ben fatto che aggiunge qualcosa in più al titolo.

3 – Battlefield 2

Battlefield 2 si posiziona così in alto nella classifica per principalmente tre motivi: importanza, qualità e giocatori. Nato come seguito di 1942, Battlefield 2 è il titolo che ha definito l’attuale formula mantenuta dall’intera serie. Il gioco introduce per la prima volta i veicoli terrestri, la divisione in squadre e la possibilità di essere riportati in vita dai medici o di fare rifornimento di munizioni grazie alla classe d’assalto. Questi elementi hanno reso il titolo molto più dinamico ma  han anche aiutato l’aspetto strategico del multiplayer, grazie al sistema a squadre infatti si può avere uno spawn dinamico sui compagni e diventa molto più comodo decidere come dividersi per la mappa. Tutto questo, inoltre, è integrato con una costruzione delle mappe di tutto rispetto, con stage che cambiano totalmente l’approccio alla partita e con un ottimo sfruttamento dell’ambientazione moderna del titolo. C’è però un elemento jolly che rende Battlefield 2 un cult, cioè il supporto dei giocatori stessi al titolo: ai tempi dell’uscita i giochi competitivi si stavano approcciando anche al mondo console, ma Battlefield decise di rimanere su PC fino all’espansione (resa gioco standalone su console) Modern Combat. Questo permise al titolo di fidelizzare i propri giocatori che hanno contribuito alla crescita di esso con mod di qualità e costante feedback. L’approdo console della serie è sicuramente positivo, ma c’è un po’ di nostalgia qualora si pensi a Battlefield 2 e alla fanbase che venne creata sotto ad esso.

Battlefield dalle stalle alle stelle

2 – Battlefield 1

Battlefield 1 è, per ora, l’ultimo capitolo della serie, che verrà presto continuata da un promettente Battlefield V. Tanti ricorderanno quel fatidico 6 maggio 2016, quando il canale youtube di Battlefield caricò il trailer del nuovo capitolo, ambientato nella prima guerra mondiale, che fece esplodere il mondo collezionando “mi piace”, visualizzazioni e hype per il nuovo gioco di DICE. E questo hype ha, fortunatamente, avuto seguito nel titolo completo, sebbene molti lo abbiano scartato senza vederne il vero potenziale. Il dayone di Battlefield 1 infatti è stato altalenante: alla soddisfazione di milioni di fan e alle buone votazioni ricevute si alternavano i delusi, i quali volevano un’esperienza più fedele alla prima guerra mondiale. Eppure giocandoci approfonditamente si vede come Battlefield 1 è riuscito a costruire un ottimo compromesso tra la natura giocosa dei Battlefield e la rigida lentezza della prima guerra mondiale. Le armi disponibili sono letali ma molto meno affidabili che nei titoli passati, con una dispersione maggiore e delle munizioni limitate, di conseguenza muoversi per il campo di battaglia è pericoloso dato che il singolo soldato è pressoché indifeso dinnanzi ai veicoli o ai cecchini. Diventa essenziale quindi sfruttare la planimetria della mappa, attendere nelle trincee il passaggio dei carri armati, utilizzare case distrutte e tunnel sparsi nell’ambientazione per muoversi verso gli obbiettivi a discapito del tempo maggiore che servirà per viaggiare.

Purtroppo Battlefield 1 ha delle mappe grandiose che sfruttano a pieno questo sistema di gioco, e altre che invece non riescono in pieno nell’intento.  Il titolo però mette sul piatto anche un ottima modalità single player, con l’acuta idea di raccontare diversi fronti della guerra, creando così una vera sensazione di globalità del conflitto. Da sottolineare anche l’introduzione dei Behemot, ottima alternativa ai levelution di Battlefield 4.

Battlefield dalle stalle alle stelle

1 – Battlefield Bad Company 2

Quando si parla di serie longeve e importanti nel mondo dei videogiochi, serie che hanno avuto molte iterazioni con alti e bassi, si arriva sempre a riconoscere il classico “fratello perfetto”. Quel titolo che riesce a fare tutto ciò che la formula base della serie richiede a un livello qualitativo unico e con uno stile facilmente riconoscibile. Ciò che per Final Fantasy rappresenta il sesto capitolo, o per Metal Gear Solid il terzo, in Battlefield viene incarnato dal ritorno della Bad Company.  Battlefield Bad Company 2 uscì nel 2008, lo stesso anno di Battlefield Online, portando con sé la continuazione della campagna del suo predecessore, migliorandola però sotto ogni aspetto. La banda è tornata con lo stesso humour ma una campagna meglio strutturata, livelli tematici fortemente caratterizzati sia esteticamente sia a livello di game design e un’escalation di follia che porta alla missione finale dove l’azione “over the top” raggiunge l’apice.

Battlefield dalle stalle alle stelle

Ma Bad Company 2 non si limita a portare la miglior campagna della serie, ma ci affianca un comparto online di tutto rispetto. Le mappe sono tutte ben pensate per evitare che una squadra possa distruggere quella avversaria con facilità, ma contemporaneamente permettono di sabotare i nemici rubandogli veicoli e piazzando trappole a sulla strada tra lo spawn e i campi di battaglia. Sebbene le mappe di conquista riescano ad essere tutte divertenti e variegate, Bad Company 2 brilla nella sua modalità corsa, dove l’utilizzo della mappa a proprio vantaggio diventa essenziale sia in attacco che in difesa. Le classi sono tutte utili, bilanciate e gradevoli da utilizzare per sbloccare nuove armi o accessori per ognuna di esse. Potremmo parlare a lungo di cosa ha reso questo titolo un classico, di come i veicoli siano ottimi da utilizzare ma non tanto forti da rompere l’equilibrio di gioco, di come persino delle evidenti pecche come il calibro 12 che trasforma un fucile a pompa in un’arma da cecchino siano a loro modo divertenti e non squilibrate, ma c’è un dettaglio troppo importante per essere ignorato su Bad Company 2: quando il gioco sembrava aver offerto tutto, infatti, DICE ha tirato fuori le armi pesanti e a ritmo della bellissima “Fortunate Son” ci ha riportati in Vietnam. In questo dlc vengono riprese le interessanti meccaniche di Battlefield Vietnam ma integrate in un sistema molto migliore come quello di Bad Company 2, con tanto di nuove mappe di altissima qualità e tante armi a tema che stimolano il giocatore a sperimentare, caratteristica che nei titoli online è più unica che rara.

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