Dead Nation – Recensione Dead Nation

I non morti vivono, paradossalmente, una seconda giovinezza da un paio d’anni a questa parte: ne sono prova diretta i recenti e numerosi lungometraggi a loro dedicati, campioni ai botteghini (si vedano Zombieland, The Horde), o per restare in ambito videoludico basti pensare ai numerosi successi commerciali ottenuti da Valve con i suoi due Left 4 Dead e da Capcom con i suoi Dead Rising; persino Rockstar ha ritenuto opportuno regalare ai propri utenti un’esperienza formata da headshot e massacri indiscriminati di tanto decerebrati quanto letali zombie con il suo Terrore dall’Oltretomba (espansione per Red Dead Redemption). Tuttavia, malgrado il marasma di titoli ludici, cinematografici e fumettistici dedicati ai cannibali per eccellenza, l’esperienza offerta da Dead Nation sarà difficilmente riconducibile a qualsiasi dei titoli precedentemente citati: al di là di un catalizzatore d’azione quanto mai comune (un virus sconosciuto ha colpito la razza umana dando via all’incubo) il titolo Housemarque riesce, nel suo essere tanto semplice quanto un DLC, a vivere di personalità propria pur andando a pescare a piene mani da quella che è forse l’esperienza di maggior successo del gruppo di sviluppo da cui nasce, quel Super Stardust HD che ha mietuto numerosissimi consensi di pubblico e critica.

Grab a Weapon

Proprio da Super Stardust, Dead Nation eredita un ritmo dell’azione indiavolato sapendolo però sapientemente alternare a momenti di calma piatta e di accumulo di tensione, colpendo il giocatore quando meno questi se lo aspetta: in tale ottica il più grande pregio di Dead Nation è, nella sua semplicità e nella relativa basicità del gameplay, quello di saper coinvolgere tanto il giocatore alla ricerca del perfect score per scalare le classifiche punti online quanto quelli che vogliono semplicemente godersi un’avventura scorrevole e priva di grattacapi, magari con un amico online o nella stessa stanza.
 

 


Gli zombie sono di diverso tipo ed ognuno ha le proprie debolezze: starà a voi scoprire quali sono

 

L’obbiettivo principale consiste sempre nell’andare dal punto A al punto B della mappa, con saltuarie variazioni rappresentate dal dover difendere un interruttore da attivare ogni tot dalle orde di non morti che vi ci si avventeranno contro; man mano che si prosegue ci si imbatte in aree sicure in cui far scorta di colpi, acquistare nuove armi e settare come meglio si crede il proprio equipaggiamento: proprio la possibilità di personalizzare la propria armatura risulta un aspetto molto ben riuscito in termini strategici: sarà difatti possibile modificare tre statistiche (Forza, Resistenza ed Agilità) attraverso l’equipaggiamento di determinati livelli e tipi di armatura per adattare il nostro alter-ego al nostro stile di combattimento prediletto; tale possibilità aggiunge un pizzico di varietà ad un gameplay che altrimenti potrebbe risultare ripetitivo a molti, specie ai giocatori solitari.
È difatti opportuno far notare che il titolo Housemarque potrà essere apprezzato pienamente solo cooperando con un compagno umano, esperienza comunque minata da una frequente confusione a schermo specie nelle partite online in cui la comunicazione vocale è ad ora assente (malgrado Sony abbia già annunciato una patch per provvedere alla mancanza) e le frotte di non morti assalitrici copriranno buona parte dei poco illuminati scenari. 

 

 


Il due il divertimento raddoppia, ma anche il numero degli zombi!

 

Detto ciò, non si può non lodare Dead Nation per il divertimento che sa dispensare: il sistema di controllo si avvale di pochi tasti ben disposti per eseguire ogni azione necessaria alla nostra sopravvivenza in un mondo estremamente ostile, in cui zombie di diverso tipo spunteranno spesso e volentieri da ogni angolazione ed in numero tutt’altro che esiguo; fortunatamente per il giocatore, il numero di strumenti di morte a sua disposizione è piuttosto ampio e variegato: si va da un comune fucile di base, utile per mettere a segno headshots uno dietro l’altro grazie all’apposita modalità di fuoco, ad enormi cannoni in grado di sparare lame giganti per compiere delle vere e proprie stragi, passando per armi più classiche come l’immancabile lanciagranate. Il senso di progressione ed evoluzione del proprio alter-ego sarà quindi costante, vedendo il proprio arsenale ampliarsi continuamente ed avendo la possibilità (a patto di essere scrupolosi in fase di ricerca per i livelli) di sbloccare parti sempre migliori per la propria corazza.

Escono Dalle F*****e Pareti!

Uno dei punti di forza del titolo in questione va ricercato sicuramente nel suo motore grafico: malgrado la realizzazione dei modelli poligonali amici e nemici non sia propriamente eccelsa ma viaggi comunque su standard più che apprezzabili per un contenuto scaricabile, è la gestione delle luci a lasciar stupefatti: esse sono dinamiche, influenzate dal nostro passaggio o dalla direzione in cui puntiamo la torcia ed in diverse occasioni preverranno morti indesiderate per attacchi a sorpresa. Sotto questo punto di vista Housemarque ha dato prova di una cura per i dettagli veramente encomiabile e che, si spera, verrà presa ad esempio per titoli futuri; nota positiva inoltre per il level design: gli ambienti in cui ci ritroveremo a far strage di non morti saranno per lo più angusti e ricchi tanto di angoli ciechi quanto di dettagli minori come possono essere gli indizi dell’avvenuto disastro, ma state pur tranquilli che praticamente mai vi capiterà di confrontarvi con un nemico avvantaggiato da una visuale scomoda e non ruotabile a piacimento.

 

 


La cura riposta nella realizzazione degli scenari è veramente eccezionale

 

Tuttavia potete star tranquilli: la disposizione degli elementi scenici, i giochi di luce e la voglia di prendere questo o quel power-up in quell’angolino distante vi frutteranno numerosi sobbalzi sulla sedia, specie in precarie condizioni di salute. Non aspettatevi un Dead Space ovviamente, ma Dead Nation riesce comunque ad offrire una buona dose di angoscia.

Rock You Like A Hurricane

La colonna sonora sta perlopiù in disparte: le musiche se ne stanno di sottofondo durante le fasi di ricerca ed esplodono in percussioni rock quando i morti caricano in massa, ma in linea di massima ciò a cui si presterà più attenzione saranno i lamenti dei nostri nemici, onde capire quando è meglio rallentare e prendere una buona posizione per liberarsi della minaccia senza esporsi troppo. Marginale il doppiaggio, riservato a brevi cut-scenes tra un livello e l’altro atte a narrare una storia come già detto non troppo ispirata.

 


La narrazione si avvale di cut-scenes statiche realizzate a mano

 

Romero Sarebbe Fiero

Housemarque è riuscita a produrre un altro piccolo gioiello nel mondo degli shooter: Dead Nation è un titolo divertente ed appagante, specie se affrontato ai livelli di difficoltà più alti con un amico, magari per cercare di far quanti più punti possibile e scalare la ladder dei punteggi globale; anche chi cercasse un’esperienza semplice e priva d’intoppi vi potrebbe comunque rintracciare una valida alternativa a tanti titoli dalla durata irrisoria commercializzati a ben altri prezzi, visto che la durata della campagna porterà via diverse ore.
È tuttavia cosa buona e giusta avvisare i giocatori solitari che qui difficilmente troveranno ciò che cercano: l’assenza di una vera e propria trama, i molteplici elementi tipici di un titolo arcade e l’innalzamento tanto della difficoltà quanto del divertimento dispensato in coppia, dovrebbero far riflettere prima dell’acquisto coloro i quali non programmassero di lanciarsi in un mondo apocalittico come quello di Dead Nation con un amico.

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